È innegabile che la magia, l’illusione…affascini tutti! Io non sono da meno: questa la mia avventura al Museo delle Illusioni in via Settembrini 11.
La mia avventura al MUSEO delle ILLUSIONI di Milano
# Un museo non museo
Contrariamente a quanto succede nei musei a cui siamo abituati, il Museo delle Illusioni nasce con lo scopo di non limitarsi a mostrare qualcosa, ma di interagire in maniera attiva con essa. Una nuova concezione di museo che già nelle location scelte si differenzia completamente. L’idea nasce nel 2015 dagli architetti Sven Franc e Jasmina Frinčić che per il loro nuovo spazio espositivo decidono, come prima cosa, di non appoggiarsi alle classiche sale da museo, ma di adibire palazzi e strutture abbandonate a luoghi dove mettere in scena le imperfezioni che il nostro cervello produce se stimolato da immagini e impulsi esterni.
# La sala degli specchi
Incuriosito da mesi, mi sono ritrovato sabato sera a guardare il sito del museo, scoprendo che il giorno successivo c’era la possibilità di prenotare la visita e complice l’entusiasmo di moglie e figlio, ho fermato il posto per le quattro e mezza del pomeriggio.
Arrivato a destinazione e dopo qualche minuto di fila, sono entrato: il primo luogo visitato è stata una classica sala degli specchi chiamata Infinity Room. Non nego che questo tipo di attrattiva (tipica dei luna park) mi ha sempre un po’ inquietato, ma questa volta era diverso, si entra davvero in un mondo e in una realtà completamente nuova dove la tua immagine è ripetuta all’infinito e dove lo spazio perde tutto il suo significato e valore.
# Il cilindro che fa girare la mente
Una volta uscito, si trova non distante, il Vortix Tunnel dove i visitatori entrano dentro un cilindro attraverso una pedana, all’improvviso il cilindro comincia a girare vorticosamente dando la sensazione di cadere o perdere l’equilibrio, ma è tutto un’illusione: la pedana resta sempre immobile e chi ci fa cadere è solo la nostra mente.
# Le stanze antigravità
Le stanze antigravità sfidano ogni logica, attraverso una scenografia inverosimile e giocando con i nostri smartphone si possono ottenere immagini dove la realtà viene osservata sottosopra e viene completamente stravolta. Stanze con il pavimento in pendenza ci fa sentire novelli Michael Jackson, stanze con arredamenti posizionati in maniera tale che le persone fotografate assumono dimensioni diverse, stanze dove sembra di cadere verso un pozzo infinito nonostante in realtà tu sia perfettamente fermo.
# Moltiplicarsi all’infinito
Specchi stroboscopici riflettono la nostra immagine all’infinito, un Vero Specchio che mostra come gli altri davvero ci vedono (ma per questo vi invito ad andarci e provare), per poi terminare il percorso in un corridoio dove quattro monitor proiettano quattro immagini che osservate da una certa angolazione sembrano fuoriuscire dallo schermo e venirti incontro.
Prima di uscire troviamo il classico shop dove si possono acquistare interessanti puzzle e rompicapo, oltre al classico merchandising di cappelli, magliette e felpe.
# Il mondo non è come lo vedi
Ogni opera è studiata nei minimi particolari per mettere in dubbio la realtà che ci circonda. Per questa ragione al visitatore viene lasciata totale libertà di muoversi attraverso le varie stanze, trovare l’angolazione giusta per ingannare il nostro cervello. Un museo dove il visitatore interagisce passivamente guardando, ammirando e giocando con le “opere” esposte.
Insomma, è stata un’esperienza nuova, mai vista prima, che vale la pena, almeno una volta nella vita, visitarlo e accettare una volta per tutte che la realtà che ci circonda è completamente diversa da come abbiamo imparato a conoscerla.
Continua la lettura con: I MUSEI più SURREALI di Milano
MICHELE LAROTONDA
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