Lunedì 24 febbraio 2020. Una giornata che entrerà nella storia di Milano: per la prima volta la città ha chiuso musei, teatri, cinema, scuole, università e vietato occasioni di aggregazione a causa di un virus. Ho deciso di vivere questa giornata documentando quello che mi succede.
La mia GIORNATA nella Milano dell’apocalisse
Giornata libera e primaverile, sembrerebbe un anonimo lunedì, scaldato dal sole. A Milano ci sono ben 17 gradi. Mi chiedo cosa succeda fuori di casa, lontana dalla sicurezza delle mie 4 mura sanificate, in questa prima settimana di divieti e luoghi proibiti.
Probabilmente, mi attendono strade vuote, negozi chiusi, forse potrei addirittura incrociare qualche zombie con mascherina.
Mi arrischio, esco. Andrò a scrivere al primo piano dello Shopping District Citylife, come facevo spesso, prima dell’apocalisse.
Nel caso, addio.
# Macchina o metropolitana?
Se la faccio, mi dico, la faccio bene. Prendo la linea lilla, la linea 5, anche detta leggera perchè senza conducente, che ferma esattamente dentro al centro (Tre Torri Citylife).
Tutto funziona ed è frequentata come al solito, a quest’ora del pomeriggio. C’è un regolare viavài di ragazzi con zaini in spalla e nonni con nipotini. Nonostante l’avvicinarsi della fine del mondo, il costo del biglietto è rimasto invariato.
# Curiosità… la farmacia
Chissà quanto sarà presa d’assalto la farmacia del centro, mi dico fra me e me. Andiamo a buttarci un occhio.
La trovo vuota, ma di un vuoto pneumatico che mi fa sorridere e mi fa pensare che ci sia ancora vita su Marte (e fuori dalla psicosi).
# Il supermercato
Dentro, un tranquillo passaggio di gente rilassata, che fa la spesa per la cena. Prendo un petto di pollo per farlo alla cacciatora, ci aggiungo 2 patate e dei broccoli che fanno bene e alzano le difese immunitarie. Ecco, questo è l’andazzo. Niente carrelli strapieni di scorte prebelliche. Niente scene di panico. Lo scatolame è al suo posto.
# Ma il parco sarà sicuramente vuoto…
Invece no, il parco è pieno! Ragazzi sdraiati sul prato, gelati ovunque, famiglie riunite dalle vacanze forzate, biciclettine e biciclettone, e una mini festicciola di carnevale improvvisata per bimbi che non raggiungono il metro di altezza. Il parchetto dei giochi in piazza Giulio Cesare è brulicante. La Fontana delle Quattro Stagioni, progettata da Renzo Gerla nel 1927, viva e monumentale come sempre.
# Luogo chiuso, io ti evito!
Sì, ma dentro il centro ci sarà l’eco per quanto vuoto. No, nemmeno qui la fobia ha preso piede: i negozi sono aperti, i ristoranti al primo piano pure, i tavoli di coworking sempre occupati, solo il cinema giustamente, secondo ordini superiori, avverte la gentile clientela che: “Citylife Anteo resterà chiuso fino a nuova comunicazione. Se avete già acquistato i biglietti per questa sera, vi preghiamo di recarvi in biglietteria per procedere con il rimborso.”
Se devo ricavare una morale da questa giornata è che, almeno a Milano, le cose si possono fermare, ma le persone no.
Con raziocinio e cautela, evitando i posti chiusi e affollati, seguendo regole igieniche sacrosante, la vita a Milano continua. E bene.
BARBARA VOLPINI
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