Una volta era solo “O mia bella madunina” e il primo pensiero di qualunque persona andava a Milano. Ma si sbagliavano. Milano negli anni è diventata la capitale della musica italiana, chi voleva fare musica, chi aveva nel cassetto il sogno di diventare un musicista professionista, Milano era una tappa obbligata.
Qui ci sono le maggiori case discografiche, i migliori locali, dove esibirsi e poi c’è San Siro che non sarà un caso, ma viene chiamato il tempio del rock. Milano è diventata anche luogo di residenza di tanti artisti italiani e non, perché, ammettiamolo, Milano quando la conosci, non la molli più. Ti cattura, ti ammalia e ti entra dentro per sempre.
La MILANO delle CANZONI: com’è cambiata negli anni
# L’ispirazione nata dalla Milano Music Week
La Milano Music Week è ormai da qualche anno una manifestazione consolidata, anche perché la città ha ispirato tantissime canzoni e tra di loro ci sono degli evergreen che sono diventati dei veri e propri inni generazionali. Il suo essere nordico, frenetica, moderna, storica, nostalgica, fredda e grigia ma piena di verde, multiculturale ed europea ha ispirato tanti artisti dei vecchi classici fino ai giorni d’oggi, dove rap, trap e indie fanno da padrone. Facendo delle ricerche ne è venuto fuori che le canzoni che parlano di Milano sono davvero tante, quelle che seguono sono quelle che io reputo importanti da conoscere.
# Anni ’60: urbanizzazione e mala milanese
Sicuramente di questo decennio va ricordato Adriano Celentano e Giorgio Gaber (due milanesi doc) che con “Il ragazzo della via Gluck” e “Porta Romana” affrontano temi lontani e vicini allo stesso tempo. La prima parla di trasformazioni, di cambiamenti e di una città che si sta espandendo rubando spazi verdi in nome dell’urbanizzazione. Mentre la seconda si parla della mala milanese che la storia vuole, trovi nel quartiere citato nel titolo il suo quartiere generale.
# Anni ’70: storie di città
Siamo negli anni di piombo, anni di contestazione, anni politicizzati, anni in cui se non sei un artista impegnato e schierato vali meno di zero. Eppure, nonostante queste premesse, Lucio Dalla pubblica una delle canzoni più belle della sua discografia (Milano) dove immagina una città vicina all’Europa, multiculturale e sentendola oggi, questa canzone appare ancora molto attuale. Alberto Fortis dedica alla nostra cattedrale la sua “Il Duomo di Notte”, un brano dalle atmosfere notturne e sensuali (tipiche dell’autore) dove il tormento interiore fa da padrone.
Negli anni Settanta non si può non citare Enzo Jannacci e la sua “Vincenzina e la Fabbrica”, dove racconta di una città laboriosa, operaia e proletaria, a mio parere una piccola perla del chirurgo-cantante. Interisti e milanesi si contendono “Luci a San Siro” di Roberto Vecchioni, un brano che non ha bisogno di presentazioni, un brano intenso e commovente a tal punto che in una scena di “Tre uomini e una gamba”, quando parte questa canzone, Giovanni scoppia a piangere.
# Anni ’80: edonismo e voci contro
Gli anni del consumismo, dell’edonismo, dell’ottimismo a tutti i costi riflettono anche sulla musica prodotta in quel decennio. Chi si distingue dalla massa è uno dei cantanti più impegnati: Francesco Guccini. All’inizio del decennio pubblica la sua “Milano (Poveri bimbi di)”, un brano in tipico stile gucciniano e contenuta nell’album “Metropolis” dove ogni canzone è dedicata a una città.
# Anni ’90: la scena rock milanese
I nineties sono gli anni della scena milanese, una scena che fa diventare Milano la capitale del rock, un decennio dove ogni sera c’era un concerto e tutti i gruppi che ne facevano parte non erano solo colleghi ma amici. Una scena dove si suonava e ci si divertiva. Gruppi come: La Crus, BluVertigo, Ritmo Tribale, Casino Royale, Quartiere Latino e Afterhours, quest’ultimo dedica alla città l’iconica “Milano Circonvallazione Esterna”. Un brano dalle atmosfere e sensazioni tipicamente milanesi. Da riscoprire “Sottovoce” di Vincenzo Monti, una canzone bellissima, una delle produzioni migliori degli anni Novanta.
# Anni 2000, l’avanguardia dell’Indie
Il nuovo secolo si apre e anche la musica cambia, si affacciano nuovi gruppi e nuove sonorità. È il decennio dell’indie. I Marta Sui Tubi pubblicano Sushi & Coca che sono un po’ il simbolo di una certa Milano radical chic, un brano fatto di contraddizioni come nella frase: “Milano un sospiro a San Siro e uno sparo di sera”. Edda (mitico cantante dei Ritmo Tribale) torna sule scene da solista e pubblica la canzone Milano, una canzone nata dalla sua esperienza da tossicodipendente e che parla di una Milano che da tanto, ma toglie allo stesso modo.
# Gli anni 2010: l’indie si fa pop contro stereotipi e pregiudizi
L’indie che si era affacciato nel decennio precedente, in questo periodo diventa un fenomeno nazionale e Milano ancora occupa un posto di rilievo nelle ispirazioni dei musicisti. È il caso di Calcutta e la sua “Milano” vista come una corsia di ospedale che ti cura e ti fa tornare a respirare. Marracash copia il titolo dei Marta Sui Tubi e la sua “Sushi & Cocaina” affronta nuovamente, con un linguaggio diverso, le contraddizioni dei milanesi e di Milano. Infine Dargen d’Amico affronta stereotipi, pregiudizi e difetti nella sua vera e piena dichiarazione d’amore per la città con la sua “Amo Milano”.
# Altre canzoni che raccontano Milano
Come ho detto all’inizio, le canzoni su Milano sono tante e quelle citate finora non sono quelle più importanti, ma quelle che personalmente mi hanno colpito maggiormente. Per par condicio, da citare sono:
· Le luci della centrale elettrica – NEI GARAGE DI MILANO
· Il Deboscio – MILANO IS BURNING
· Fabrizio Moro – TI AMO ANCHE SE SEI DI MILANO
· Baustelle – UN ROMANTICO A MILANO
· Articolo 31 – MILANO MILANO
· Alex Britti – MILANO
Non mi resta altro che augurarvi buon ascolto.
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Michele Larotonda
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