La NUOVA ONDA MILANESE della MUSICA italiana: le 7 PUNTE di DIAMANTE

Negli ultimi anni si può parlare di una vera e propria "Onda milanese" della musica italiana. Vediamo quali sono i sette esponenti di punta

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Credits: Rkomi IG
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La scena musica milanese da un po’ di tempo era a corto di personaggi di spicco. Negli ultimi anni però qualcosa sta cambiando e si può parlare di una vera e propria “Onda milanese” della musica italiana. Vediamo quali sono i sette esponenti di punta. 

La NUOVA ONDA MILANESE della MUSICA italiana: le 7 PUNTE di DIAMANTE

#1 Mahmood, dal Gratosoglio all’Eurofestival 

Credits: Mahmood IG

Alessandro Mahmoud nasce nel 1992 e sin da piccolo coltiva la passione per la musica al punto di prendere lezioni di canto sin dalla più tenera età. L’abbandono del padre egiziano che lo lascia solo con la madre originaria della Sardegna segna la sua crescita umana e artistica. Una lunga gavetta lo porta a prendere parte a varie competizioni e format. X Factor, Sanremo Nuove proposte, Summer Festival e Sanremo Giovani vinto nel 2018. Quest’ultima vittoria dà diritto all’artista di partecipare al Festival ufficiale che vince, nonostante varie contestazioni riguardo la metodologia del voto. La vittoria di Sanremo lo porta a rappresentare l’Italia con “soldi” all’Eurofestival di Tel Aviv dove sfiora una nuova straordinaria affermazione. 

 

Ingiustamente e stupidamente criticato per questioni più ideologiche che musicali va detto che il suo marchio di fabbrica è saper coniugare ritmi e sonorità del mondo maghrebino con la grande tradizione musicale e autoriale italiana. Il nome Mahmood arriva da una crasi composta dall’inizio del cognome originale e mood, stato d’animo, che è il motore della sua ricerca e del modo di comporre i brani. Godendosi i meritati allori continua a comporre e collaborare con artista di talento. Orgoglioso di essere del Gratosoglio, un quartiere dormitorio sede di molte difficoltà e disagi, è l’esempio lampante di chi è riuscito ad emergere, contro tutto e tutti.

#2 Rkomi da Calvairate, il rapper dalla vena poetica

Credits: Rkomi IG

Mirko Manuele Martorana, classe 1994, cresce nel quartiere Calvairate e si avvicina alla musica grazie a Tedua, rapper ligure, diventando poi compositore e interprete di buon livello. Non inseribile in uno stile ben preciso e alla ricerca di brani che possano diventare immortali, come da lui dichiarato, non è mai stato con le mani in mano e, una volta abbandonati gli studi, si è guadagnato da vivere con vari lavori.

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Il brano Apnea gli fa guadagnare il disco di platino e lo lancia nel ristretto mondo degli artisti più ascoltati. Nelle sue composizioni trasferisce una vena poetica piuttosto emozionale che contrasta con un personaggio erroneamente ritenuto dai meno avvezzi ai nuovi generi musicali come un ragazzino arrivato dal nulla.

#3 Ghali, da Baggio, incarna il moderno sound della Milano multietnica

Credits: Ghali IG

Baggio non poteva rimanere non rappresentata da artisti che tendenzialmente arrivano dai quartieri periferici della città. Ci ha pensato Ghali (Amdouini) a rappresentare degnamente il quartiere con la sua apprezzatissima musica.

 

Nato nel 1993 da genitori tunisini incarna perfettamente la Milano multietnica e non ha mai nascosto di essere stato influenzato da maestri tra i quali Michael Jackson al quale ha tributato alcuni versi nelle sue canzoni. Capace di riempire palazzetti con i suoi tour è sicuramente uno degli artisti più di successo della nuova generazione. La sua forza è di trasmettere una straordinaria vena internazionale, molto moderna, arricchita da una classe e da un’estetica tipicamente milanese. 

#4 Sfera Ebbasta, da Cinisello Balsamo, la voce del disagio dei ragazzi cresciuti in strada

Credits: Sfera Ebbasta IG

Gionata Boschetti, classe 1992, nasce a Cinisello Balsamo. Pur creando grattacapi a una madre che non accetta la sua vocazione musicale a scapito dell’istruzione (fu bocciato in prima media) e del suo non voler lavorare per coltivare la sua passione, nel corso degli anni raggiunge un successo addirittura oltre i confini italiani, al punto le la madre stessa si arrende all’evidenza diventando la sua fan più accanita. Voce del disagio dei ragazzi cresciuti in strada rappresenta le nuove generazioni dei giovani che in lui trovano una identità che dia voce al loro pensiero.

 

Dopo “Rockstar” che di fatto lo ha proiettato nell’olimpo dei cantanti più ascoltati ha appena pubblicato l’album “Famoso” nel quale compaiono brani eseguiti in collaborazione con artisti di fama mondiale. La sua presenza nella stagione 2019 di X factor al fianco di Mara Maionchi, Samuel e Malika Ayane lo ha fatto conoscere al grande pubblico rivelandone un lato umano straordinario e, per certi aspetti, sorprendente. Il prossimo varco che lo attende è quello di vedere se l’arrivo al grande successo saprà fare evolvere la sua vena artistica oppure lo intrappolerà in un cliché ripetitivo. 

#5 Miss Keta, dal quartiere Forlanini, la misteriosa rapper punk dai contenuti provocatori

Credits: Miss Keta IG

Si impone con il brano “Milano, sushi & coca”  dai contenuti espliciti che fanno storcere il naso ai benpensanti mentre trova consensi nella cultura underground meneghina. Di lei, oltre al fatto che sia nata a Milano e che è cresciuta nel quartiere Forlanini, non si sa alcunché e per aumentare l’alone di mistero che la ammanta si presenta rigorosamente con occhiali scuri e mascherina che le copre il restante viso.

 

Il personaggio così creato ha modo di far parlare di sé e nonostante una musicalità piuttosto elementare e testi scarni e spesso volgari riesce a entrare nel gotha delle nuove generazioni musicali. Nel 2020 partecipa a Sanremo sia come co conduttrice con Nicola Savino ne “L’altro Festival” sia come ospite accompagnando Elettra Lamborghini nella serata dedicata alle cover. Eccentrica, provocatrice nata, rapper con una piega spesso tendente al punk riempie la scena musicale con una personalità unica.

#6 Jake la Furia, l’ex Club Dogo, annoverato tra le nuove generazioni per la sua capacità di rigenerarsi musicalmente

Credits: Jake La Furia IG

Certamente la vecchia volpe della scena musicale milanese è comunque annoverato tra le nuove generazioni per la sua capacità di rigenerarsi e creare sempre nuove proposte a sette note. Con un glorioso passato nei Club Dogo spazia dalla musica cantata alla professione di DJ radiofonico fino ad essere il conduttore della sfortunata versione italiana di “Carpool Karaoke” scelto più per una somiglianza fisica all’originale conduttore James Corden che non per la vera capacità di intrattenimento.

 

Figlio di un famoso pubblicitario e culturalmente preparato scrive, canta e collabora da anni con artisti italiani e stranieri. Una presenza scenica importante e una simpatia innata ne fanno un personaggio che spacca, amato dai giovani e meno giovani.

#7 Calibro 35, non di primo pelo, ma il loro background gli sta consentendo di portare la musica Made in Milan in giro per il mondo

Credits: Calibro 35 IG

Come Jake la Furia non sono certo di primo pelo ma vanno annoverati tra i nomi emergenti in quanto la loro preparazione e il loro background gli sta consentendo di portare l’originalissima musica Made in Milan in giro per il mondo. Rifacendosi alle colonne sonore dei film poliziotteschi degli anni 70 ai quali è stato tributato anche il nome del gruppo si sono permessi il lusso di esibirsi oltreoceano, aprire il concerto milanese dei Muse e scrivere musiche per film non solo italiani.

 

I 4 elementi (Massimo Martellotta – Enrico Gabrielli – Fabio Rondanini – Luca Cavina) che compongono la band vantano collaborazioni professionali importanti ma è con il gruppo che diventano oggettivamente star internazionali.

ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.