Le Olimpiadi a Milano? Sarebbero un grande successo per tutta la nazione, di questo sono convinti alla Federazione Internazionale Sci. Milano sarebbe la favorita e ha tutte le carte in regola, eppure difficilmente sarà la città candidata dall’Italia: amata all’estero osteggiata in patria, sembra questo il mantra di Milano.
Per capire le chances di Milano a superare le candidature di Torino e Cortina, abbiamo indagato negli ambienti istituzionali.
Tutte le informazioni qui sotto riportate si riferiscono a indiscrezioni rilasciate da massimi esponenti della scena politica nazionale o locale di cui omettiamo i nomi perchè ci sono state date a titolo privato.
La politica e le Olimpiadi a Milano: pensavo fosse amore invece era un calesse
Il “ricatto” della Appendino
Se non viene candidata Torino al posto di Milano, l’Appendino si dimetterebbe, mandando allo sbando i 5 Stelle. Per questo i 5 Stelle fanno blocco contro Milano: Torino deve essere la candidata italiana, altrimenti cade il governo, questa l’indiscrezione che circola ai piani alti del governo.
Questa posizione provoca molti mali di pancia all’interno dello stesso movimento: non è un mistero che molti siano contro i grandi eventi, che ci sia una spaccatura nella giunta su questo tema e, soprattutto, sarebbe un esempio di politica clientelare tipica della DC ai tempi di Remo Gaspari con l’Abruzzo o Gava con la Campania. Proprio quella politica da cui il Movimento 5 stelle ha da sempre dichiarato di essere ad anni luce di distanza.
Al diktat dei 5 Stelle come replica la Lega?
Le resistenze nella Lega
I massimi esponenti lombardi della Lega si sono espressi a favore della candidatura Milano. Ed è difficile non esserlo: le Olimpiadi sarebbero un volano straordinario per il territorio, una promozione delle nostre montagne e Milano è garanzia di successo. Però sembra che siano molti di più quelli che frenano di quelli che premono sull’acceleratore. Ci si interroga infatti sulle ricadute politiche: appoggiare la candidatura di Milano significa non solo rischiare di spaccare il governo, ma anche irritare la lega veneta di Zaia che preme su Cortina e tutto questo col rischio di avvantaggiare il PD di cui Milano è rimasto l’ultimo fortino. Ma le ricadute politiche non sono l’unica ombra su Milano…
Non ci sono soldi
1 miliardo e 200 milioni, questo sarebbe l’investimento dello stato per dare a Milano e al territorio le infrastrutture necessarie per le Olimpiadi. Soldi che il governo preferirebbe destinare altrove: candidare Torino in questo caso farebbe tirare un bel sospiro di sollievo perchè è impossibile che il CIO assegni le Olimpiadi alla stessa sede che le ha organizzata pochi anni fa.
In Lombardia fa troppo freddo
Anche il presidente Fontana dopo un entusiasmo iniziale si sarebbe raffreddato. Troppi scontri, troppo alto il rischio di investire in un evento che potrebbe rivelarsi un trampolino di lancio per Beppe Sala. In regione sono molti a temere questo ma al contempo si guardano le spalle per non dover scontare l’ira dei milanesi per questa resa che farebbe il paio dell’EMA e starebbero pensando a un “contentino”: candidare Milano per i mondiali di atletica. A questo punto a spingere per Milano sembrerebbe uno solo…
Beppe Sala e il rischio dell’effetto boomerang
Il sindaco non ha mai nascosto di puntare forte sulle Olimpiadi. Sembra che se venissero assegnate a Milano, Sala non si candiderebbe per il secondo mandato preferendo la carica di presidente del comitato organizzatore, in modo da ripetere con le Olimpiadi i fasti di Expo, e chiamarsi fuori dalla lotta politica.
Quindi non assegnare le olimpiadi per non avvantaggiare Sala potrebbe rivelarsi un boomerang: ritrovandosi Sala come avversario politico invece che come funzionario di Stato. Ma Sala non deve difendersi solo dagli avversari politici ma deve stare in guardia anche dal fuoco amico…
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Lo stallo del PD
Il paradosso è che il governo non vuole appoggiare Milano per non dare un vantaggio al PD, eppure il partito democratico è tutt’altro che compatto a favore di Milano come sede delle Olimpiadi. Anzi. Ci sono tre sentimenti, nessuno dei tre a favore di Milano. Il primo è un generale disinteresse per una scelta che ricade sul governo. Il secondo è una diffusa diffidenza negli ambienti romani, e non solo, per i fasti di Milano: si teme che darle anche le Olimpiadi possa innalzarla ancora di più al di sopra di Roma e del resto del Paese. Il terzo è il sospetto con cui molti guardano Beppe Sala e tramano nell’ombra per impedirgli di scalzare le gerarchie di un partito allo sbando con in testa la corona delle Olimpiadi dopo quella di Expo.
Ci resta solo De Coubertin
Per il mondo è la favorita ma in Italia è affossata da trame di partito, da ricatti e da una politica clientelare da primi anni ottanta.
L’importante è partecipare: solo questo chiede Milano, di avere la possibilità di sfidare le altre città del mondo. Per aggiudicarsi le Olimpiadi e per competere alla pari con loro, in ogni aspetto del vivere.
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ANDREA ZOPPOLATO
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Se posso permettermi…. spero che Milano (insieme a Torino) rifiuti la candidatura alle Olimpiadi Invernali. Queste due città dovrebbero, invece, puntare alle Olimpiadi Estive.
Roma ha già dato nel 1960, ora per l’Italia è venuto il turno di candidare queste due città.
La mia impressione è che la candidatura di Milano alle Olimpiadi Invernali sia un boccone avvelenato del CONI di Malagò per poi costringere tutti ad accettare l’ennesima candidatura di Roma per quelle estive (molto più importanti).
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