Scoraggiare a tutti i costi il traffico privato. Arrivando perfino a impedire alle auto l’accesso alle strade romane. Questa la proposta di uno scatenato Mario Tozzi che potrebbe avere molti estimatori anche a Milano. Vediamo le sue idee e le perplessità di chi preferisce un approccio non ideologico al problema.
La PROPOSTA SHOCK di Tozzi: chiudiamo le strade di Roma alle auto
# Città senz’auto?
Senza alcun freno Mario Tozzi, geologo, ricercatore del CNR e divulgatore TV, Key Note Speaker di MobilitARS, sul tema “Città senz’auto”.
Affermazioni forti del presidente del Parco dell’Appia Antica, che prende di mira il trasporto su gomma e rivela la ricetta, ormai non più tanto segreta, di come progettare Roma senz’auto.
Tozzi, come tutti gli esperti di settore, sentenzia che il problema è la storica scelta di aver agevolato il trasporto stradale, a scapito ad esempio di quello ferroviario.
Piano piano, però, il discorso scivola nei particolari e questi ultimi sono molto hard: “togliere le auto per incentivare il trasporto pubblico”.
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# “Togliere le auto private incentiva il trasporto pubblico”
Secondo Mario Tozzi, in mancanza di una fitta rete metropolitana “Il traffico sui mezzi pubblici non può essere migliorato di qualità, se non fai cessare prima il traffico privato“.
La teoria del geologo è che i mezzi pubblici a Roma non funzionano a causa della concorrenza delle auto. Senza auto i mezzi pubblici sarebbero obbligati a funzionare meglio.
# “ZTL e ciclabili DEVONO rubare il posto alle auto”
Un paio di accenti, Tozzi li mette anche sulle “grandissime difficoltà [ripetuto ben due volte n.d.a.] necessarie per realizzare le zone pedonali“.
Troppe lamentele. Prima i commercianti che temono il calo degli incassi. Poi la peculiarità che a Roma il commerciante vorrebbe l’auto davanti alla propria bottega (come se questo fosse un reato).
Adesso, con la nuova normalità, le lamentele sono contro le ciclabili che ruberebbero posto alle autovetture. Ma è proprio quello devono fare ha spiegato Tozzi: “Tu devi essere così scoraggiato dall’uso dell’autovettura che la lasci a casa e basta”. Le auto occupano lo spazio pubblico con la loro “sosta selvaggia”, ma se lasciamo tutti l’auto a casa va bene o non va bene?, questo si chiede Tozzi. Che rincara la dose.
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# “Serve un limite alla libertà individuale di andare dappertutto”
Tozzi si domanda “come uscire da questo groviglio di lamiere che sono oggi le nostre città”
Oltre a interrogarsi, essendo il key note speaker, il professore è in grado anche di rispondersi, con una proposta davvero hard: “serve un limite alla libertà individuale di andare dappertutto”.
Secondo Tozzi le automobili sono anche responsabili delle cosiddette “isole di calore” e – a parte questo – dobbiamo capire che il futuro dei nostri spostamenti “dovrà essere modulare, altrimenti non se ne esce“.
Lo spostamento fatto con un mezzo a motore endotermico, nei primi 5 km, è la cosa più antieconomica possibile, “La città dev’essere più vivibile e resiliente e dalla Natura abbiamo molto da imparare”.
Tutte idee molto belle, in linea con la moda superecologista che si sta diffondendo nell’informazione e nella politica mainstream. Ma proviamo a fare l’avvocato del diavolo: siamo così sicuri che la strada giusta sia la guerra alle auto?
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# Dietro ogni auto c’è un essere umano
La lotta senza quartiere alle auto, assume i contorni inquietanti di una caccia alle persone.
Proprio Tozzi, che ha esordito il suo speech affermando che “per ridurre le auto ci sono mille modi“, si concentra sui proprietari, rivolgendo a loro le sue frasi shock.
La vera questione è: non stiamo esagerando a farci gli affari degli altri? Presumere che l’auto sia il male significa avere l’arroganza di pensare che chi la usa potrebbe farne a meno. Invece se pensassimo che per la maggioranza l’auto è una necessità, per lavorare, per portare merci o persone, o perché no?, anche per vivere, perché l’esistenza è fatta anche di libertà di movimento, potremmo acquisire un diverso approccio. Soprattutto, se sostituissimo l’arroganza di sostituirci agli altri con l’umiltà di comprendere gli altri potremmo cercare delle soluzioni che mettano d’accordo tutti. L’esigenza delle persone di poter lavorare e vivere con quella di poterlo fare in armonia con gli altri. Forse più che di avere meno auto la priorità nell’Italia di oggi dovrebbe essere questa: recuperare l’umiltà e il rispetto verso ciò che gli altri decidono di fare nella loro vita. Per giungere a soluzioni migliori senza ergerci ad arbitri o a esseri superiori che possano decidere cosa sia meglio per gli altri.
Fonte: Bikeitalia
Il video completo del key note speech è disponibile qui
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LAURA LIONTI
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