🛑 La PROTESTA di 500 sindaci del SUD: “vogliamo il 70% del Recovery fund per il mezzogiorno”

Il Sud pesa per il 30% circa sul totale della popolazione italiana. Il Recovery Fund destina al mezzogiorno il 40%. Esplode la protesta. Del Nord? No: dei sindaci del Sud.

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Credits: quotidianodelsud.it

Il Sud pesa per il 30% circa sul totale della popolazione italiana. Il Recovery Fund destina al mezzogiorno il 40%. Tutto bene? Invece, no. Si sono alzate proteste. Dal Nord che viene penalizzato nonostante il fatto di essere stato più colpito dal Covid? Per niente. La protesta invece arriva proprio dal Sud. Domenica 25 aprile sono scesi in piazza 500 sindaci per la presunta assegnazione di risorse inferiori a quanto sarebbe spettato. 

🛑 La PROTESTA di 500 sindaci del SUD: “vogliamo il 70% del Recovery fund per il mezzogiorno”

# Il Sindaco De Magistris, “il governo Draghi, sotto la spinta di una componente fortemente settentrionale, assegna al Mezzogiorno il 40% dei 200 miliardi del Recovery

I sindaci di 500 comuni del sud Italia hanno protestato in piazza Plebiscito a Napoli domenica 25 aprile contro la suddivisione delle risorse del Recovery fund destinate al nostro Paese. Secondo la loro posizione il governo Draghi avrebbe indebitamente favorito il Nord, sottraendo 60 miliardi al sud. Il commento del Sindaco di Napoli De Magistris: “da Bruxelles era venuta una chiara indicazione sui criteri di distribuzione delle risorse basati su Pil, popolazione e disoccupazione“ e ancora “il governo Draghi, sotto la spinta di una componente fortemente settentrionale, rivede i criteri assegnando al Mezzogiorno solo il 40% dei 200 miliardi del Recovery”.

# Il presupposto errato da cui parte la richiesta di maggiori risorse per il sud

Il presupposto, secondo cui al sud sarebbero dovute arrivare maggiori risorse, è che la Commissione Europea ha stabilito che i criteri di distribuzione dovessero essere basati su Pil, popolazione e disoccupazione. Peccato che questi criteri si riferiscano ai Paesi dell’Unione Europea e non alle aree interne di ogni Paese e quindi la richiesta non ha alcun fondamento. Di conseguenza la richiesta del 70% degli oltre 200 miliardi destinati all’Italia, circa 140 miliardi, non ha senso di esistere e come ha spiegato il Ministro per il Sud Carfagna il mezzogiorno intercetterà il 50% degli investimenti, come già previsto anche nel piano presentato dal governo Conte. Inoltre il 40% di risorse stimate per tutti i progetti è superiore a quanto previsto come quota minima per la spesa ordinaria per gli investimenti al Sud, stabilita al 34%.

Leggi anche: La grande FAVOLA: i 60 miliardi che il Nord toglierebbe al Sud

# Il Pil del mezzogiorno passerebbe dal 22,7% nazionale al 24,1% entro il 2026

Le risorse così come sono state ripartite dal piano realizzato dal governo, secondo la rielaborazione del Mef da parte del Ministero del Sud, porterebbero una crescita del 22,4% del Pil nel mezzogiorno nel quinquennio 2021-2026 del 22,4% rispetto al valore del 2020, il Pnrr impatterebbe a livello nazionale con un incremento del Pil del 13,5% nell’arco dei 5 anni, mentre solo del 13,2% al Centro-Nord. Nel 2026 quindi, con l’applicazione completa di tutte le misure programmate, il Pil del Mezzogiorno registrerebbe una crescita di 1,5 punti percentuali in rapporto a quello nazionale, passando dal 22,7% al 24,1%

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Fonte articolo: Il Fatto Quotidiano

Continua la lettura con: REDDITO di CITTADINANZA: nella sola NAPOLI lo ricevono più persone che in tutto il NORD 

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.