La SVEZIA abbandona i TAMPONI come metodo di DIAGNOSI COVID-19

La motivazione: "il tampone non riesce a dimostrare se un paziente è contagioso oppure no"

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In un comunicato l’Agenzia Svedese per la Sanità Pubblica, FoHM, ha annunciato di voler abbandonare i tamponi e di aver sviluppato criteri nazionali per valutare l’assenza di infezioni da Covid-19.

La SVEZIA abbandona i TAMPONI come metodo di DIAGNOSI COVID-19

La motivazione: il tampone non riesce a dimostrare se un paziente è contagioso oppure no

credits: corriere.it

È noto che il test PCR rivela solo la presenza di virus, senza distinguere tra virus in grado di infettare e quello già neutralizzato dal sistema immunitario sotto esame. In poche parole il tampone pertanto non è uno strumento di diagnosi, per determinare se un paziente è contagioso oppure no.
Sono ormai numerosi e noti i casi in cui l’RNA del virus è stato rilevato settimane, perfino mesi, dopo la malattia; così come altrettanto numerosi sono gli studi scientifici che individuano la massima infettività da Covid-19, nei primi giorni di insorgenza della malattia.

Un nuovo criterio per valutare l’assenza di infezione

La FoHM ha quindi sviluppato un criterio nazionale per valutare l’assenza di infezioni, per individuare la guarigione del paziente infettato.
I criteri, prettamente clinici, si suddividono per le infezioni lievi e quelle più serie e si basano sul miglioramento clinico stabile, assenza di febbre per almeno 48 ore, basta che siano trascorsi almeno 7 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi – per i sintomi lievi – oppure 14 giorni per i sintomi più acuti.
Tale valutazione, laddove il paziente non sia ospedalizzato, viene lasciata al medico curante, libero di consigliare in scienza e coscienza.

Più responsabilità al medico curante

Stoccolma, GamlaStan, 22 aprile (Fonte: Instagram)

Questi criteri sono stati sviluppati incrociando le esperienze riportate dalle associazioni degli specialisti di medicina delle malattie infettive, microbiologia clinica, igiene e controllo delle infezioni, e sono anche stati recentemente esaminati, dopo le esperienze derivanti con le varianti Covid. L’ultima valutazione del 19 aprile 2021 ha sentenziato che – nonostante le nuove varianti – il criterio nazionale non è da rivedere, con la possibilità però di aggiornare le raccomandazioni e le modalità, via via che si aggiungeranno eventuali nuove informazioni sull’infezione da Sars-Cov-2

Sembrano le richieste di alcuni medici italiani, che chiedono da sempre la valutazione clinica prima che quella protocollare, basata quest’ultima sul risultato di un test, che buona parte della scienza ritiene inaffidabile.

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Fonte: https://www.databaseitalia.it/la-svezia-verso-laddio-ai-test-pcr-come-diagnosi-covid19/

Articolo originale: https://www.folkhalsomyndigheten.se/publicerat-material/publikationsarkiv/v/vagledning-om-kriterier-for-bedomning-av-smittfrihet-vid-covid-19/

Continua la lettura con: Il mondo alla rovescia: in Svezia i pro mask considerati antidemocratici

LAURA LIONTI

Leggi anche: Green Pass: come ottenerlo e a cosa serve

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Laura Lionti
Tecnico del suono milanese, nata da milanesi importati dalla Sicilia. Il mio quartier generale è sempre stato il Gallaratese con i suoi giardini e il verde, difeso a volte a spada tratta. Sogno che Milano si candidi a luogo ideale per creare un laboratorio a cielo aperto che ricerchi e trovi la soluzione per le Smart Cities, Città e comunità sostenibili: obiettivo 11 degli SDGs

1 COMMENTO

  1. Gentile Laura, dovrebbe correggere il “continua la lettura con: Il mondo alla rivescia: in Svezia no mask considerati antidemocratici”…non mi tornava questo titolo, ancora di più dopo avere letto l’articolo sull’abbandono dei tamponi di tutt’altro tenore.
    Aprendo il link invece, il titolo risulta corretto e gli anti-democratici sono i pro-mask.
    Cordialità

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