A Milano Nord, al confine tra i distretti di Dergano e Affori, c’è una terra di nessuno che ben esplicitava il senso di una frase dell’ex sindaco Pisapia: ci vorranno sessant’anni prima che tutte le ex aree industriali della città siano riqualificate.
Se i due quartieri nel loro complesso godono di buona salute e sono in ripresa come buona parte delle periferie cittadine, questa area è in stato di completa putrefazione. Andiamo a visitarla con tanto di shooting fotografico dei suoi monumenti più illustri.
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La terra di nessuno a Milano Nord (immagini)
# La messa in sicurezza del sottopasso
Via Cialdini comincia là dove via Tartini fa ciao ciao con la manina ai regionali per Torino. Ma la messa in sicurezza del sottopasso, millantata dall’amministrazione, non è altro che una soluzione temporanea, già degradata. Sullo sfondo notiamo una lavatrice e dei materassi dell’abitudine italica alla discarica urbana.
# Okkupare
Poco oltre, ignorando la parte terminale di Via Zambelli che corre parallela ai binari (queste zone non possono brillare) eccoci davanti a un edificio che ospitava prima un’azienda e poi una comunità di persone con lenzuola appese fuori. Non che faccia molta differenza in ogni caso, davanti al degrado di un palazzo abbandonato.
# Il corriere scaduto
Questa area si era riempita di corrieri dopo il boom della Bovisa, dove è tuttora presente una sede importante di BRT (Bartolini) oltre ad altri operatori minori. Ma in via Grazioli, superata una simpatica trattoria e un bell’esempio di parcheggio riqualificato con gli alberi, ecco uno dei tanti esempi di aree abbandonate un tempo occupate dal business dei pacchi. Avremmo potuto focalizzare il nostro reportage anche solo su queste strutture.
# Il cantiere infinito
Via Grazioli prosegue con una delle più grandi attrazioni di questa zona: il cantiere infinito. Da almeno vent’anni lo scheletro di questo palazzo molto più alto di quelli circostanti simboleggia la terra di nessuno. Proprio di fronte sta per partire lo splendido progetto immobiliare di Grazioli 73, dove si legge che la Terra di Nessuno è un quartiere bohemien. Il cantiere infinito è stato ripreso a ondate regolari, per brevi periodi, senza riuscire ad avanzare alle fasi conclusive. Poco oltre, all’angolo con via Pedroni, un ex locale per appuntamenti sta riverniciando una nuova esistenza, a fianco dei TIR parcheggiati di via Leningrado.
# La palazzina da deserto dei tartari
Via Montanari inizia con questo bell’esempio di palazzina destinata a una demolizione che mai ha luogo. Sembra quasi di sentire il piagnisteo di chi potrebbe avere da ridire sul fatto che l’edificio potrebbe essere preservato. In realtà la via non è certo uniforme da un punto di vista architettonico, anche se poco più in là si allarga in un inedito slargo di Norvegia bucolica, tra capannoni in amianto che sembrano casette di legno e aiuole ben curate.
# Il Bosco Finlandese
A fianco del cantiere c’è quello che ormai è divenuto un bosco finlandese di piante cresciute spontanee (dal lato di via Grazioli sono anche più grandi). Indipendentemente dalla proprietà, chiediamo al comune di preservare quest’area verde. Quanto ad aree abbandonate dove poter far edificare, qui attorno c’è solo l’imbarazzo della scelta. Qui, no, grazie. Ci vedremmo bene un bel giardino rigoglioso.
# L’occhio del malocchio
Tornati su via Cialdini, all’incrocio con via Grazioli troviamo questo ex complesso di spedizionieri dal doppio cortile fatiscente. A fianco c’è una fabbrica che è stata recentemente restaurata, mentre dall’altro l’edilizia convenzionata ha creato due palazzi iconici per la loro altezza. Qui serve solo l’iniziativa di un costruttore che riporti in vita l’angolo morto con una bella palazzina balconata. Di fronte, una vecchia cascina lombarda renderà l’ambiente sempre molto da periferia milanese, anche nella Terra di Nessuno.
# Il Gigante Svizzero che produceva cannoni
Proseguendo verso nord lungo via Cialdini ecco l’ex complesso industriale, la Oerlikon-Brühle, sede italiana di un’azienda svizzera, dove si producevano cannoni. Negli anni ’60 devastò il centro di Affori, ora faticosamente recuperato grazie all’Esselunga e agli alberi piantati sul giardino del lato nord della fabbrica abbandonata. Non si farà più la gronda nord di viabilità, che pure sarebbe stata utile, per cui è tempo di investire in quest’area dal grande potenziale, gommisti e alberi che crescono rapidamente ai ritmi delle ultime stagioni tropicali.
# La teoria della finestre rotte
Di fronte al cadavere della Oerlikon, c’è quello meno monumentale di una piccola azienda di trasporti, messa in sicurezza tempo fa con l’aggiunta delle transenne che causarono già la rimozione o il taglio di un certo numero di piante spontanee. Negli ultimi mesi l’edificio si sta letteralmente svuotando: chi può entra e preleva qualsiasi cosa possa essere utile, mattoni inclusi, un po’ come nella famosa Teoria delle Finestre Rotte. Il disordine della Terra di Nessuno è fortemente contagioso.
# Il progetto immobiliare
Fino a qualche mese fa nell’ultimo tratto di via Cialdini che costeggia l’ingombrante cadavere dell’Oerlikon campeggiava un render in manifesto che annunciava la prossima costruzione di palazzine residenziali al posto dell’ennesima azienda di trasporti. Purtroppo, la speranza di rilancio della Terra di Nessuno è ritardata anche da questi progetti che un giorno nascono e quello successivo muoiono. Eppure, qui, ormai siamo in pieno nel distretto di Affori, con bar, ristoranti e attività commerciali a poca distanza.
# Vita nuova
Imbocchiamo una laterale che connette via Cialdini con via Pedroni e che ufficialmente non ha nome, essendo i suoi civici relativi alla stessa via Pedroni. Appena dietro al complesso del progetto immobiliare saltato, l’area si presenta per chi scrive con due novità inattese. Il manto stradale pieno di buche è stato riparato. E il complesso fatiscente di mattoni che occupava il lato nord della strada è stato recentemente demolito. L’area è enorme e non so quanto sia appetibile un complesso circondato dalla fatiscenza, ma perlomeno qualche spiraglio di futuro qui si intravede, anche per la Terra di Nessuno.
# Il logo di design
Tornati in via Pedroni, alla fine di questo nostro percorso attraverso le attrazioni della Terra di Nessuno, ci imbattiamo in questo ex edificio industriale, utilizzato impropriamente come discarica abusiva da chi arriva a scaricare negli orari di chiusura della vicina ricicleria dell’AMSA (e non solo). La proprietà era dell’Aurora, un’azienda con un logo ancora chiaramente visibile dai locali della ricicleria. Una “A” rosa degli anni Settanta, con tanto di tricolore. Faccio un appello a chi demolirà: ricordatevi di me, mandatemi quella lettera a fare modernariato nel mio salotto. Saluti dalla Terra di Nessuno!
Continua la lettura con: Un tram chiamato desiderio: cronaca di una sera a Milano con lo sciopero dei mezzi
LORENZO ZUCCHI
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Una discarica a cielo aperto, dimenticata da tutti, sopratutto da AMSA.
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