Da anni ormai uno degli obiettivi principali di Milano è la riqualificazione dei suoi quartieri, e di certo non poteva mancare un progetto una delle zone più dinamiche della città: Stazione Centrale. Entro il 2026 la completa riqualificazione della piazza Luigi di Savoia e una nuova torre multiforme per uno skyline milanese più green. Ecco quale sarà il nuovo biglietto da visita della City nelle immagini tratte da blog.urbanfile.org.
La NUOVA TORRE “MULTIFORME” in Stazione Centrale che cambia lo skyline milanese
# Un nuovo progetto per rendere omaggio al Michelangelo, ma non solo…
Posta di fronte a Stazione Centrale, Piazza Luigi di Savoia, è la prima immagine che molti viaggiatori hanno della città e non si può certo deluderli. Per rispecchiare il progresso che avvolge da sempre Milano è stato pensato un nuovo progetto che prevede l’intera riqualificazione della zona. Si tratta di MI.C. e darà un nuovo volto al vecchio Hotel Michelangelo, che per cinquant’anni ha dominato con la sua mole rosso mattone il lato orientale della Stazione Centrale.
Già il nome MI.C è esplicativo: abbreviazione di Stazione Centrale e che in qualche modo vuole rendere omaggio al Michelangelo, ma nel dettaglio cosa racchiude il progetto?
# Una nuova identità per il distretto della Stazione Centrale, più sostenibile e funzionale
Come si vede nelle immagini tratte da blog.urbanfile.org non solo una nuova torre, MI.C sarà un progetto di disegno urbano, paesaggio e architettura che punta a rigenerare la polarità multi-sfaccettata del distretto della Stazione Centrale. L’obiettivo è creare una piazza e una zona moderne, più sostenibili e funzionali, con spazi meglio delimitati, pronte ad accogliere chiunque transiti dalla Centrale. La vera sfida è quella di dare una propria identità ad una delle zone più dinamiche della città creando una piazza e una zona moderne, più sostenibili e funzionali, con spazi meglio delimitati, pronte ad accogliere chiunque transiti dalla Centrale.
Gli obiettivi principali: razionalizzare i flussi di spostamento e implementare la pedonalità mantenendo come filo conduttore il verde. Piazza Luigi di Savoia vedrà una vera e propria transizione green attraverso la creazione di un giardino ai piedi del nuovo complesso e l’attivazione d’un paesaggio naturale diffuso. Percorsi alberati e giardini urbani ne diventano i nuovi luoghi d’aggregazione sociale e relazionale. Gli stessi servizi esistenti, quali taxi e bike sharing verranno migliorati dall’inserimento di una velostazione ed aree coworking direttamente collegate al nuovo edificio.
In primis, l’intervento evolverà a nuova vita l’ex Hotel Michelangelo, ma come cambierà il simbolo dello skyline milanese da più di mezzo secolo?
# Si parla di Urban Mining: una nuova torre, ma senza dire addio all’icona del passato
Inaugurato alla fine degli anni Settanta con i suoi 17 piani e 306 camere, l’Hotel Michelangelo è un’icona della storia di Milano. Nel 2020 è stato poi dismesso e trasformato nel primo centro convalescenza Covid-19 che è stato attivo durante la fase più delicata della pandemia. Ora diventerà un grattacielo per uffici, abitanti e negozianti, ma senza dire addio al suo passato.
Proprio per la sua importanza storica, uno degli obiettivi progettuali principali è quello di conservare concettualmente tale eredità articolata attraverso il riutilizzo virtuoso di parte della materia strutturale dell’edificio preesistente: si parla di Urban-mining. Un concetto all’avanguardia che vede la possibilità di ottenere materie prime seconde a partire dall’ambiente costruito. Un processo di decostruzione mirato, inserito in un sistema circolare che punta all’impiego di risorse già prodotte mitigando gli effetti delle emissioni di gas serra. In questo caso la maggior quantità possibile di calcestruzzo dell’Hotel Michelangelo verrà riutilizzato, in parte nel nuovo edificio ed in parte nel disegno dello spazio pubblico. Quale sarà il nuovo volto del Michelangelo?
# Una spina verde sostiene l’edificio e tutta Milano
In generale il nuovo edificio sarà composto da due torri adiacenti, alte fino a 94,5 metri, che si sviluppano da un volume in cortina che lega il complesso al suo isolato. Al piano terra l’edificio arretra rispetto al suo massimo sviluppo in altezza, andando a generare un naturale prolungamento della piazza.
Il verde è al centro, come per l’intero progetto, e per l’Hotel l’immagine è quella di una sorta di “spina verde” che, partendo dall’esterno, sale nella hall del piano terra e corre all’interno dell’edificio. Un articolato sistema di spazi verdi diversi tra loro che si sviluppa dall’ingresso fino agli spazi comuni in sommità, definendo spazi naturali indoor e outdoor e aumentano la qualità architettonica generale di tutto il sistema.
Il dinamismo è alla base del progetto e a sorprendere è proprio la facciata del nuovo edificio: sarà multiforme.
# Agli edifici piace cambiare… o forse erano le scale?
La nuova faccia del MI.C si adatta e cambia coerentemente con lo sviluppo della vita interna dell’edificio. Questo è possibile grazie ai giochi che vedono il vetro come protagonista sia come elemento di trasparenza, sia come motivo di composizione. Gli elementi a cuspide, parzialmente opachi e parzialmente trasparenti, mutano la propria inclinazione a mano a mano che acquistano verticalità.
Inoltre, in corrispondenza dei piani speciali, quelli in cui la spina verde emerge e si propende verso la città, la facciata si apre, aumentando la propria componente trasparente e svelandone l’elemento naturale contenuto al suo interno. Il risultato è un edificio adattabile che muta e si presenta sempre diverso a seconda delle particolari esperienze di cui si rende protagonista.
# Milano ancora una volta è la “città che sale”
A sorprendere sono anche i numeri legati agli interventi previsti: 22mila i metri quadrati di spazio pubblico riqualificato, 2.200 le persone che lavoreranno nella Torre, 200 quelle impegnate nella sua costruzione (oltre a mille nell’indotto), 22 i piani fuori terra (più 4 interrati), 65 i nuovi alberi piantumati, 1.350 i metri quadrati di area verde riqualificata cui se ne aggiungono 900 nuovi, 200 i lavoratori occupati nella riqualificazione della zona, 108 i nuovi posti auto interrati.
I lavori per questo ambizioso progetto partiranno entro giugno con la demolizione dell’Hotel Michelangelo. Mentre, al momento il progetto per la piazza rigenerata è ancora in fase di lavorazione, anche se la consegna sarà tassativamente entro il 2026, in tempo per le olimpiadi invernali.
Non resta che aspettare di vedere di persona questa nuova icona, simbolo di una realtà cangiante come Milano che non ha mai smesso di essere “la città che sale” dei dipinti futuristi.
Fonte: blog.urbanfile.org
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SARA FERRI
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