Per qualcuno una bella notizia. Per molti altri, speranzosi nella sua demolizione, decisamente meno.
La TORRE VELASCA si rifà il TRUCCO
# Considerata da Sgarbi “Il paradigma della civiltà dell’orrore” e dal Daily Telegraph “uno dei più brutti edifici d’Europa”
La Torre Velasca sorta nel delirio urbanistico speculativo del dopo guerra dove tutto era permesso e tutto si poteva e si doveva demolire, si rifà finalmente la facciata. Per la sua costruzione e per quella degli anonimi edifici che la contornano, fu cancellato quanto rimaneva del Bottonuto, l’antichissima contrada medioevale. Una volumetria enorme spropositata, invasiva che non sarebbe mai stata permessa in nessun centro storico di nessuna città europea. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi l’ha definita “Il paradigma della civiltà dell’orrore”, mentre il Daily Telegraph “uno dei più brutti edifici d’Europa”.
Il fatto è che a Milano abbiamo cancellato, contrade, cascine, costruzioni di valore storico culturale enorme, abbiamo coperto il sistema di canali navigabili più antico d’ Europa. Questa città da sempre annulla il suo passato, o per praticità o per necessità o per devastazioni dovute a cause esterne. Purtroppo però, dall’unità d’Italia in poi, questo fenomeno è diventato sempre più inarrestabile.
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# Lo studio B.B.P.R. “di Pyongyang”, che ha progettato la Torre Velasca, non può essere mai messo in discussione
Certo la Torre Velasca per molti ha un forte valore emotivo, rappresenta il simbolo della rinascita post bellica, a qualcuno ricorda la propria giovinezza, se ne guarderebbero bene dal portarci un turista, ma davanti alla sua vista riesce ancora ad emozionarsi. È stata progettata dal fantomatico studio B.B.P.R. “di Pyongyang”, guai a criticarlo e a sostenere che le sue opere siano esteticamente discutibili, tanto più se non si è architetti o quanto meno geometri: essere cittadini non basta, il pensiero dominante non lo permette. Bisogna accettarla, amarla o subirla in silenzio poiché chi non la comprende è semplicemente ignorante. Ma che ne sanno a Praga dove persino il simpatico “ palazzo ubriaco” di dimensioni decisamente ridotte e posto in una zona periferica semicentrale ha destato scandalo. Cosa ne capiscono a Varsavia dove hanno ricostruito completamente il centro storico distrutto durante la guerra in ogni dettaglio, grazie alle bellissime vedute di un pittore italiano.
# Un’architettura degna della Corea de Nord o della Bucarest di Ceasescu
Poco importa se una simile architettura evochi la Corea del Nord dei vari Kim o la Bucarest di Ceasescu, urbanisti dal gusto discutibile, cosa importa se la “Torre del Filarete capovolta”, una similitudine a dir poco azzardata continuo a non coglierla pure girando la testa in varie posizioni) faccia somigliare il centro storico di Milano a quello di Pripyat prima che prendesse fuoco il reattore. La Torre Velasca è un “bellissimo esempio di architettura brutalista” qualcosa che a Lione, Copenaghen, Vienna non troveremmo mai, ma che anche ci fosse non ci sogneremmo mai di andare a vedere.
Non ci resta che sperare nella dinamite purificatrice, speranza purtroppo flebile, o perlomeno che il restauro la renda meno brutalista o che la faccia somigliare ancora di più ad un palazzo di Gotham City, sperando un giorno di vederci volare Batman…
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ANDREA URBANO
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