La stazione come spazio permeabile da attraversare, per connettere i poli della città-regione, creando un hub direzionale e infrastrutturale. Scopriamo cosa ci sarebbe potuto essere al posto dell’edificio inaugurato negli anni ’30, in base a un progetto pubblicato sulla rivista di architettura Domus.
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L’alternativa alla Centrale: il progetto di City Hub rivoluzionario per Milano
# La proposta di Carlo Moretti del 1976 di demolire “un enorme “monumento” dall’aspetto insulso e tronfio”
La Stazione Centrale, inaugurata nel 1931 in sostituzione di quelle precedente nell’attuale Piazza Repubblica, avrebbe potuto essere demolita per far spazio a una mega struttura con molteplici funzioni. Questo era il pensiero di Carlo Moretti che nella proposta di ripensare l’area descriveva la stazione in Piazza Duca d’Aosta: “Lo scalo ferroviario della Stazione Centrale di Milano oggi si protende come una grossa spina verso il centro della città…Penetra nel centro senza alcuna contropartita: il viaggio, infatti, non si conclude li ma continua avventurosamente. La Stazione Centrale, che occupa un’area di 250X2.000 m, termina in modo bizzarro con un enorme “monumento”, ingombrante e scomodo, non funzionale per eccellenza, dall’aspetto insulso e tronfio di un lottatore da baraccone.”
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# Cosa prevedeva il progetto
Erano due i macro interventi previsti, così come descritti dal suo proponente:
- eliminare l’inutile sovrastruttura del mausoleo-stazione, lasciando inalterato lo scalo ferroviario;
- costruire – sopra le linee dei treni – “la nuova “city” della Regione Lombardia, nella scala, nella dimensione e con l’arditezza che l’epoca nostra consentono” sviluppando parallelamente alla “city” l’autostrada diretta all’esterno fino alle autostrade.
# La struttura nel dettaglio con tutti gli interventi immaginati
Questa la nuova configurazione della stazione, sviluppata su 250 metri e circa 1,6 km di lunghezza, che non avrebbe previsto sventramenti ed espropri, ma “solo” la demolizione dell’edificio.
Al piano zero:
- un sottopassaggio per lo svincolo del traffico locale;
- la partenza delle corsie della superstrada sopra le linee ferroviarie per raggiungere la tangenziale est e l’autostrada;
- sistemazione degli arrivi alla stazione con ampie banchine di sosta e di parcheggio per il carico e lo scarico dei passeggeri e dei bagagli;
- scale mobili e ascensori sopra i terminal ferroviari-autobus-aerei.
Alla quota binari la riorganizzazione dei servizi per i passeggeri.
A 15 metri di altezza un terminal autobus tangente alle corsie della superstrada composto da 38 banchine per gli autobus, terminal per bagagli e merci e un parcheggio per 500 macchine ogni 100 metri di sviluppo longitudinale.
A 21 metri di altezza parcheggi e stazione passeggeri per eventuale eliporto.
# Connettere la città-regione
Gli obiettivi del progetto erano invece:
- la costruzione del nuovo centro direzionale, di un’estensione potenzialmente illimitata, con spazio per sedi istituzionali e attività commerciali;
- la realizzazione di un “terminal ferroviario-aereo-autobus-metropolitana“;
- un’autostrada cittadina che facesse da ponte tra la città e il suo hinterland composto dai nuclei abitativi presenti e futuri, connettendo tutti i poli della città-regione;
- “un tornaconto di immenso valore non solo in termini urbanistici ma anche in termini economici: più di tre milioni di metri cubi costruibili nella prima fase;
- “decongestionare la città dagli uffici che la snaturano, concentrandoli laddove convergono tutti i servizi”. Gli edifici vuoti avrebbero potuto essere adibiti a scuole, università, musei o oppure ad alloggi privati o collettivi.
In questo modo il centro città sarebbe potuto ritornare ad essere “il luogo dei grossi interessi culturali ed artistici.”
Fonte: domusweb
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FABIO MARCOMIN
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