Cover: blog.urbanfile.org
A Milano ci sono poche architetture in stile postmoderno. Per chiarire, il postmodernismo è un movimento che nasce tra la metà e la fine del XX secolo ed è generalmente caratterizzato da ironia, scetticismo e rifiuto delle grandi ideologie moderne. Nell’ambito dell’architettura, ci troviamo di fronte ad un ritorno alla classicità, applicata in senso moderno. Colonne, volute, statue e timpani sono i principali elementi che si trovano in queste architetture, ma non tutto è ben riuscito, anzi. Alcuni edifici postmoderni non sono uno spettacolo per gli occhi e vengono poco compresi, in certi casi un “ma perché è stato fatto in questo modo?” è inevitabile. A Milano potremmo definire via Arzaga, con il suo palazzo Capgemini, l’apoteosi del postmoderno.
L'”ARCO del TRIONFO” di via Arzaga: l’APOTEOSI del POSTMODERNO
# Il postmoderno a Milano
Il periodo postmoderno, Milano direbbe per fortuna, è durato solo tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta. A Milano l’esempio tipico di questo stile architettonico erano le due torri FS, alte 100m, sopra la stazione di Porta Garibaldi, ma che nel 2013 cambiarono completamente volto. Tuttavia, la Nizzoliarchitettura, nel 1981, progettò forse il “capolavoro italiano in questo stile”: il palazzo della Capgemini, che si trova in Via Nizzoli 8, nel distretto dell’Arzaga e vicino alla stazione M1 Primaticcio.
# La facciata del palazzo della Capgemini: un arco di trionfo moderno?
La base dell’edificio possente è un ottagono incompleto, mancano infatti tre lati verso ovest che lasciano spazio ad un giardino aperto. Si tratta di un palazzo dalle facciate lisce con finestre quadrate abbastanza regolari e una gronda particolarmente aggettante. Descritto così parrebbe un normalissimo palazzo, ma la facciata principale è tutto un dire. Troviamo una specie di arco trionfale sormontato da due figure femminili che reggono un medaglione in stile greco-romano, un richiamo alla classicità immediato, ma le figure sono semplicemente disegnate. Alla base del palazzo ci sono anche due grandi volute, anch’esse disegnate nell’intonaco.
# Il giardino che richiama il Colosseo e una parete staccata da tutto
Le facciate sul cortile interno sono in mattoni a ricordare i vecchi ruderi; il giardino, invece, dovrebbe essere un riferimento al Colosseo, ma stilizzato. Per non farsi mancare i richiami all’antichità, è presente anche un finto colonnato attorno ad una fontana, la cui fonte a forma di disco solare è anch’essa incisa. Nella parte di via Primaticcio, invece, si vede un muro completamente distaccato dal resto dell’edificio, quasi come se fosse un’immagine riflessa.
Con tutti questi richiami all’antichità ci si spiega perché si potrebbe definire via Arzaga l’apoteosi del postmoderno in Italia, ma non sono sicura si debba essere particolarmente orgogliosi di questo primato milanese. La bellezza, infatti, non è il punto forte dell’edificio.
Fonti: blog.urbanfile.org
Continua la lettura con: Il PALAZZO di GIUSTIZIA: monumento al servilismo e agli sventramenti urbanistici
BEATRICE BARAZZETTI
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