Un’infrastruttura che potrebbe rivoluzionare il settore della logistica. Scopriamo di cosa si tratta, come funzionerebbe e i benefici previsti.
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L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: la rivoluzione per il traffico merci
# L’autostrada automatizzata con nastri trasportatori: il progetto per i primi 540 chilometri
Una rivoluzione nel mondo della logistica. A presentare il progetto Autoflow-Road è stato il Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo, una soluzione emersa dopo l’introduzione delle nuove normative che limitano le ore di straordinario per i camionisti a 80 ore mensili. Non solo, si stima entro il 2030 una perdita della forza lavoro del 36% rispetto a quella attuale. Si tratta di una rete autostradale automatizzata con nastri trasportatori lunga dai 310 ai 540 km, tra Tokyo e Osaka, pensata quindi in primis per sopperire alla carenza di autisti.
# In funzione 24 ore al giorno: farebbe il lavoro di 25.000 TIR
L’autostrada sarebbe costituita da una serie di nastri trasportatori sia in superficie che in gallerie sotto la careggiata: nel primo caso su una banchina divisoria tra le carreggiate e con la possibilità di trasportare merci di volume minore. Verrebbero utilizzate infrastrutture esistenti come tunnel, binari fuori terra e tapis roulant in continuo movimento, ispirati ai nastri trasportatori dell’industria mineraria, come quello di 23 km nella miniera di calcare Torigatayama a Koch. Una sorta di sistema di pallet ad alta capacità per spostare fino a una tonnellata di merci ciascuno e che, grazie al funzionamento 24 ore al giorno, farebbe il lavoro di 25.000 TIR.
# I benefici dell’opera: riduzione congestionamento delle strade e delle emissioni inquinanti
Tra i benefici dell’opera, oltre a sopperire alla mancanza di autisti tenendo che oltre più del 90% delle merci del Giappone è trasportato su strada, il miglioramento dell’efficienza del sistema della logistica nazionale, una riduzione del congestionamento delle strade, una riduzione delle emissioni inquinanti prodotte dai camion.
# Un investimento di 25 miliardi di dollari
L’investimento stimato è pari a 25 miliardi di dollari, una cifra enorme che dovrebbe essere recuperata sia dal pubblico che dal privato. Siamo comunque alle fasi iniziali e accanto al nodo risorse restano da affrontare i problemi relativi alla standardizzazione e all’adozione da parte degli operatori del settore, a cui si aggiungono le resistenze di parte degli stessi autisti che si sono opposti alla riduzione degli straordinari e che hanno paura di essere sostituti in futuro da questa tecnologia. L’obiettivo è di realizzare la prima fase del progetto entro il 2034.
Fonte: logisticanews
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FABIO MARCOMIN
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