Ecco le 10 più belle statue di Milano con le incredibili storie che celano scolpite nel marmo, bronzo, pietra…
Le STATUE più belle e curiose di MILANO
#1 Vittorio Emanuele a Cavallo (Piazza del Duomo)
Ercole Rosa l’ha costruito con chiari fini politici tra il 1879 e il 1896 e forse non pensava che qualcuno, ripetutamente, un giorno, con un iPhone in mano, avrebbe dato appuntamento sotto “Napoleone”. Insomma, lui ci si era impegnato parecchio.
#2 Leonardo Da Vinci (Piazza della Scala)
Altro simbolo di Milano, altra icona non facilmente memorabile per i milanesi meno attenti. L’autore del Cenacolo volta le spalle a Palazzo Marino e con il busto alla Scala e il viso verso il basso è colto assorto, dallo scultore Pietro Magni.
La statua venne inaugurata il 4 settembre del 1872, in occasione della Seconda Esposizione Nazionale, con una cerimonia alla presenza del sovrano.
Perché Leonardo a Milano?
A ricordarlo ci sono i quattro bassorilievi in marmo di Carrara rappresentanti:
- Leonardo pittore mentre dipinge il Cenacolo,
- Leonardo scultore durante la realizzazione della statua equestre di Francesco Sforza,
- Leonardo architetto e stratega nella realizzazione delle opere di fortificazione dei castelli del Duca Valentino in Romagna
- Leonardo ingegnere nella costruzione dei canali lombardi navigabili.
Tutto intorno a lui, ecco i suoi discepoli: Cesare da Sesto (prospetto Nord), Marco d’Oggiono (prospetto Ovest), Giovanni Antonio Boltraffio (prospetto Sud), Andrea Salaino (prospetto Est).
#3 Garibaldi (Piazza Cairoli)
Perché una statua di Garibaldi quando la Piazza è intitolata a Cairoli?
Il monumento celebra i fratelli garibaldini e l’eroe dei due mondi insieme. Giuseppe nostro è colto nell’atto di entrare a Milano trionfante, mentre ai suoi piedi campeggiano “Rivoluzione” e “Libertà” in mezzo a corone d’alloro e palme.
Quando venne inaugurato, il 3 novembre 1895, intervenne anche il patriota Felice Cavallotti che qui tenne un eloquentissimo discorso di fronte ai presenti.
Una curiosità: a sancire proprio l’unione dei due mondi sono anche le provenienze degli autori. All’architetto lombardo Augusto Guidini si deve l’architettura, mentre è di mano del palermitano Ettore Ximenes la statua equestre in bronzo.
#4 Nelson Mandela (via San Giovanni sul Muro)
E’ di recente inaugurazione (ottobre 2015) e si trova di fronte all’Ambasciata del Sudafrica, poco lontano dal Teatro Dal Verme. A volerla e patrocinarla è stata Native Explorations, azienda sudafricana nel settore minerario “per celebrare la diplomazia dell’ubuntu come uno dei valori lasciati dall’ex presidente Nelson Mandela”. Insieme a questo, la comunità sudafricana intendeva “ringraziare i cittadini di Milano per aver sempre sostenuto il popolo sudafricano nella lotta per la libertà e la democrazia“.
#5 Monumento ai Caduti (Piazza Cinque Giornate)
1881-94: quattordici anni di lavoro nel suo atelier in via Stella (Porta Vittoria), una vita eccezionalmente ritirata che non si addiceva al suo fare istrionico, una fatica così grande da ammalarsi e morire di tubercolosi tre mesi prima dell’inaugurazione dell’opera.
Aveva poco più di cinquant’anni Giuseppe Grandi e questa resta la sua più grande opera, a Milano. Nel luogo in cui nel 1848 si erigevano barricate e si lottava contro il dominatore austriaco, “gli artisti milanesi vollero rendergli omaggio facendo scoprire il 6 dicembre del ’94, almeno per mezza giornata, il monumento già finito, che sarebbe poi stato inaugurato ufficialmente, per commemorare le Cinque Giornate, solo il 15 marzo dell’anno dopo”.
Qualche curiosità: le donne ai piedi dell’obelisco raffigurano ciascuna una giornata di combattimento.
Inoltre, per essere quanto più fedele ai principi del Realismo, Grandi si procurò i modelli di cui aveva bisogno senza badare a spese: si fece mandare un’aquila da Budapest, andò ad Amburgo per comprarsi un Icone, che si portò dietro con relativo domatore, racconta Carlo Dossi: «Poiché gli occorreva che (il leone) apparisse belva feroce e non pelle impagliata da museo zoologico, lo eccitava in ogni maniera. Inenarrabili i suoi tiri, gli scherzi, che gli faceva attraverso le sbarre, gettandogli pezzi di scarpe e di carbone e gomitoli di filo in bocca. A forza di questo trattamento il leone era diventato addirittura feroce e … stitico ».
Ai piedi del gruppo scultoreo, un vano d’accesso porta alla sotterranea cripta dei Caduti.
#6 La Colonna del Verziere (Largo Augusto)
E’ una delle ultime “crocette” votive che punteggiavano Milano in epoca controriformistica e si trova nel “Verziere”, o “Verzée”, l’antico mercato ortofrutticolo che aveva sede attorno al luogo in cui sorge.
Venne iniziata nel 1580 come ex voto per la cessazione dell’epidemia di peste del 1577, ma solo nel 1673 fu completata con la collocazione della statua di Cristo Redentore che la sovrasta (la statua fu scolpita da Giuseppe e Gian Battista Vismara su disegno di Francesco Maria Richini).
Dell’autentico monumento manieristico-barocco resta un’elaborata colonna in granito di Baveno sovrastata da una statua di Cristo.
Sul suo basamento, in origine, le mensole servivano come altare per le messe all’aperto. Dopo il 1860 quella base venne trasformata in monumento per i meneghini caduti durante le Cinque giornate di Milano: i loro nomi sono incisi su tavole di bronzo, su tre delle quattro facce.
#7 Giuseppe Verdi (Piazza Buonarroti)
13 anni di lavoro per realizzarla. Due bandi di concorso indetti. Un autore morto prima del completamento della figura del maestro e una serie di spese straordinarie perché il monumento al genio di Busseto scomparso al Grand Hotel et de Milan il 27 gennaio 1901 fosse svelato entro il centenario dalla nascita. I tempi furono rispettati e il 10 ottobre 1913 tutti poterono rivedere Verdi con la barba e il completo scuro sorridere davanti alla Casa per Musicisti da lui voluta e dove riposano le sue spoglie.
#8 Il cavallo di Leonardo (Piazzale Lotto)
La più grande statua equestre del mondo, nascosta agli occhi dei milanesi e dei turisti in un anonimo cortile dell’Ippodromo. Avevamo raccontato la sua storia incredibile qui.
#9 Il dito di Cattelan a Piazza Affari
Il nome vero di questo blocco di marmo di Carrara alta 4 metri e 60 è L.O.V.E. ed è l’acronimo di «libertà, odio, vendetta, eternità». Maurizio Cattelan l’ha realizzata e la collocazione è avvenuta, provocatoriamente, di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, il 24 settembre 2010. Si pensava che lì sarebbe rimasto per poche settimane, e invece… quella mano che fa un saluto fascista e ha le dita mozzate, come se erose dal tempo, eccetto il dito medio, è diventato uno dei nuovi simboli di Milano.
#10 La Madonnina
Eccola, ‘la’ statua di Milano.
Forse non tutti sanno che è in rame dorato, realizzata da Giuseppe Perego, dorata all’orafo Giuseppe Bini e posata il 30 dicembre 1774
La Assunzione della Vergine, questo il tema, presenta un’alabarda che è in realtà un parafulmine “mascherato”. E’ alta 4,16 metri e con lei il Duomo raggiunge quota 108,5 metri.
Durante la seconda guerra mondiale la statua venne ricoperta da teli, per ridurne la visibilità impedendo che diventasse un riferimento topografico di navigazione per i bombardieri alleati.
Ne esiste una copia, posata nel 2010 sulla sommità del Palazzo Lombardia, sede della Regione Lombardia, a 161 metri d’altezza.
Per legge e per tradizione, nessun edificio può essere più alto della Madonnina. Così avvenne per Torre Branca, Torre Velasca, mentre a rompere ogni indugio è stata, di recente, Torre Allianz, progettata dal celebre architetto giapponese Arata Isozaki. Nonostante i suoi 207 metri di altezza, 249 metri con l’antenna, il sesto palazzo più alto della Comunità Europea ha voluto issare una copia della Madonnina. Così resterà sempre lei la più alta de Milàn.
Continua la lettura con: le quattro Madonnine di Milano
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