Nella storia italiana sono ricordate principalmente 3 città che hanno svolto il prestigioso ruolo di capitale del Paese. Ma se vi dicessi che in realtà sono state 7? Premessa: anche se la prima a figurare come capitale del Regno d’Italia fu Milano, in realtà si riferiva al regno napoleonico a inizio ottocento, quindi prima dell’unificazione dell’Italia. Quindi non conta. Scopriamo invece quali sono le 7 capitali d’Italia. Un elenco che presenta numerose sorprese. In particolare la prima della lista.
Le 7 CAPITALI d’ITALIA
#1 Salemi: la prima capitale dell’Italia unificata. Ma solo per 1 giorno
Salemi è un piccolo borgo della provincia di Trapani. Pochi sanno che fu proclamata capitale all’inizio del processo di unificazione del Paese. Crocevia di molti popoli passati per la Sicilia, Salemi accolse Garibaldi nel 1860 contribuendo di fatto alla fine del Risorgimento italiano e all’unificazione dell’Italia.
Il 14 maggio, il giorno dopo il suo ingresso in città, Garibaldi issò il tricolore sul castello della città e dichiarò Salemi capitale dell’Italia unificata, auto proclamandosi dittatore di Sicilia in nome del re Vittorio Emanuele II. 24 ore dopo però l’eroe dei due mondi era già ripartito per completare l’unificazione, quindi la rilevanza politica di questo piccolo borgo rimase solo in quel breve e intenso episodio.
Oggi Salemi è nel registro dei borghi più belli d’Italia ed è famosa anche per avere avuto come sindaco il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
#2 Cagliari: capitale de facto prima della proclamazione
A parte la parentesi di Salemi, si può considerare come prima capitale de facto dell’Italia unita la città di Cagliari. I regnanti di casa Savoia si sono infatti sempre chiamati Re di Sardegna per poi acquisire il titolo di Re D’Italia. Cagliari è sempre stata la capitale del Regno di Sardegna e nei secoli spesso è stata rifugio dei sabaudi, che la trovavano più sicura rispetto al Piemonte. Si potrebbe dire quindi che prima della proclamazione del 1861 la capitale fosse proprio Cagliari.
#3 Torino: la prima capitale ufficiale dell’Italia unificata
Come sappiamo su tutti i libri di storia la prima capitale d’Italia fu Torino: divenuta capitale nella proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861. Non ci furono dubbi su questa scelta poiché la città era già la sede della corte sabauda e del parlamento del Regno di Sardegna. Fu invece un duro colpo per i cittadini la scelta di spostare successivamente la capitale, tanto da creare disordini e morti. Per placare la popolazione fu necessario promettere grandi investimenti di denaro per la città.
#4 Firenze: capitale volere della Francia
La scelta di spostare la capitale arrivò per motivi diplomatici. Innanzitutto la paura degli austriaci spingeva a scegliere come capitale una città più lontana dai territori asburgici. Ma la decisione fu imposta dai francesi: per preservare il Papa dalle mire espansionistiche del nuovo Regno italiano che puntava a Roma, fu scelta come capitale la città simbolo del Rinascimento che poteva fungere da sostituta ideale della Città Eterna. Il documento conclusivo della Conferenza di Parigi del 1864 definì pertanto lo spostamento da Torino a Firenze ed è proprio questo il primo documento ufficiale che le definì entrambe capitali: la prima uscente, la seconda entrante del nuovo Regno d’Italia.
Firenze fu trasformata da questa decisione: le mura medievali furono abbattute, così come alcuni quartieri storici, assumendo la pianta di una piccola Parigi.
Così Palazzo Vecchio diventò la sede della Camera dei Deputati, Gli Uffizi la sede del Senato e Palazzo Pitti fu quello in cui si insediò il Re. Per quanto gli italiani apprezzassero la città toscana, le loro mire su Roma non furono affatto placate. Anzi, da molti fu vista come una tappa di avvicinamento.
#5 Roma: capitale per vocazione
Firenze rimase capitale per sette anni. In seguito all’entrata dalla famosa breccia di Porta Pia (20 settembre 1870) e alla sua annessione nel Regno, Roma divenne capitale il 3 febbraio 1871. Una scelta doverosa, essendo la più ricca di storia e cultura. Anche se il Papa non la prese per niente bene e ci vollero decenni per fargliela digerire.
#6 Brindisi: la capitale della fuga
Nella seconda guerra mondiale, con l’armistizio di Cassibile il Re fuggì da Roma. Il Governo guidato da Badoglio, allora, si insediò a Brindisi, mantenendo la struttura costituzionale del Regno d’Italia e cercando di ricostruire l’amministrazione statale, cosa alquanto difficile poiché buona parte dei funzionari e dei dipendenti ministeriali erano rimasti intrappolati a Roma. Nel periodo di Brindisi si visse il momento più caotico della storia dell’Italia unificata.
#7 Salerno: capitale provvisoria decisa dagli alleati
Il governo da Brindisi si trasferì a Salerno, che divenne così la seconda “capitale provvisoria” d’Italia, tappa di avvicinamento per la piena riconquista di Roma. Qui avvenne la cosiddetta “svolta di Salerno” dove si cercò un compromesso tra antifascisti, monarchia e il maresciallo Badoglio per formare un governo di unità nazionale. Salerno Capitale è la dicitura colloquiale ed enfatica, che si riferisce al periodo di cinque mesi in cui Dall’11 febbraio al 15 luglio 1944 la città campana fu capitale e sede del governo provvisorio nazionale.
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ANDRA STEFANIA GATU
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