Oggi sfoderiamo un articolo simpaticamente provocatorio, che nasce da un caposaldo difficilmente contestabile: la città non è la provincia, e viceversa. Appena si prova a rinforzare questa tesi, ecco saltar fuori i fautori del perbenismo letterario, chi pensa che certe cose non si possano (o addirittura debbano) scrivere o semplicemente chi ha il paraocchi. Ma nessuno si offenda, amici lettori di Milano Città Stato. Qui non si fa altro che stilare una lista di piccole differenze fra il centro città e le zone limitrofe che sono sotto gli occhi di tutti. Vediamone assieme qualcuna.
Le 7 cose che i MILANESI NON amano dei PROVINCIALI
#1 Che sono schiavi della macchina
Partiamo da una questione di necessità. Il centro di alcune città e soprattutto di città efficienti come il capoluogo lombardo ha il pregio incontestabile di avere una rete efficiente di trasporto pubblico. Cosa che c’è anche in provincia, certo, e per fortuna in Lombardia i trasporti sono molto ben distribuiti.
Resta il fatto che la macchina è ancora il mezzo preferito per chi, dalla provincia, si sposta in centro città per lavoro o quant’altro, dato che non tutti coloro che abitano fuori preferiscono accalcarsi su bus o sui convogli di Trenord. Se per caso ci fosse ancora un dubbio in materia, provate a dare un occhio alle tangenziali di Milano alle nove del mattino o dalle cinque di pomeriggio.
#2 Che hanno poca discrezione
Ai tempi della guerra di secessione americana alcune notizie vere o presunte tali correvano su fili del telegrafo artigianali, montati alla meglio sui vitigni, una storia curiosa che ha ispirato il pezzo “I heard it through the grapevine”, portato al successo da Marvin Gaye nel 1968. Ciò che succede in provincia non è troppo lontano da quel che si descrive nella famosa hit. I campi, i paesini, i villaggi e tutto ciò che fuoriesce dai confini del centro cittadino alimenta, da sempre, un circolo di chiacchiere, pettegolezzi e dicerie che (appunto) si tramandano di paese in paese come voci di un telefono senza fili.
#3 Che hanno una cadenza ruspante
Più ci si allontana dal centro cittadino, più l’accento di ogni grande centro urbano italiano (non solo a Milano) si alleggerisce, si condisce spontaneamente con termini più terra terra e diventa quasi un altro linguaggio (con un’altra cadenza) rispetto al comune da cui parte.
#4 Che fanno gli imbruttiti
Questo punto scatenerà un putiferio, ma intendiamoci, nessuno vuole offendere chi non risiede nei centri città. Bisogna tuttavia ammettere che esattamente come per la cadenza o il dialetto, più si va in provincia passando per le periferie più l’animo delle persone si imbruttisce, per usare un termine caro a una famosa pagina milanese. Si diventa più tamarri, si parla in maniera più scurrile, si usa un tono di voce più alto. Tutte cose che molti vorrebbero contestare, pur sapendo che è esattamente così.
#5 Che sparlano di Milano
Intramontabile evergreen fiore all’occhiello dei discorsi dei provinciali. Milano fa schifo, meglio la provincia, l’aria è più pulita, c’è meno traffico (etc.etc.etc.). Mi ricorda tanto quell’ostinatezza di un mio vecchio collega convinto che non sarebbe mai venuto a Milano, che adorava la provincia, il silenzio, i campi e i casolari abbandonati della sua zona. Il giorno che gli ho spiegato che se quel casolare era stato abbandonato un motivo c’era si è offeso, e non mi ha più chiamato (ps ho saputo in seguito che continua a pendolare su Milano e a lamentarsene, ovviamente).
#6 Che tifano Juve
Non ce ne vogliate, amici simpatizzanti dei colori bianconeri. Sappiamo che siete ovunque, anche a Milano, ed è proprio questo il problema. Qui da noi in centro (ma in tutte le grandi città) sembra assurdo che ci possa essere qualcuno che a Milano o in provincia non tifi Inter o Milan. Il calcio è vario e bello anche per questo, e ormai sono tanti anni che la mappa del tifo si è mescolata in maniera irreversibile. Nonostante questo (per fortuna) Inter e Milan hanno ancora il caposaldo del tifo cittadino. Fuori dalle mura della città nerazzurri e rossoneri ci sono, certo, ma poi, più ci si allontana, più i colori si mischiano.
#7 Che non sono di Milano
“Anche io sono di Milano!” “Sì? Di Dove?” “Parabiago. Conosci?” Sono questi i casi in cui il milanese da il meglio di sé. C’è la fazione di integralisti che non transige e sfotte il provincialotto in questione, chi trangugia un va a quel paese e chi confonde il tutto con una risata. Colleferro non è Roma, Frattamaggiore non è Napoli e Melegnano non è Milano, cari amici della provincia. Altrimenti come potreste spiegare il fatto che le case costino meno della metà?
Come al solito ora è il vostro turno, lettori di Milano Città Stato. Diteci un po’: quali sono le differenze sottili o meno che esistono fra la provincia e il centro città? Scatenatevi!
Continua la lettura con: 5 cose che una NON MILANESE non SOPPORTA di Milano
CARLO CHIODO
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Tutto vero! Ahimè abito nella prima cerchia, Settimo milanese, che odio, come odio i provinciali che odiano la città. La favola della volpe e dell’uva, ricordate?
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