Le chicche di CHINATOWN: breve guida al QUARTIERE più COOL nel cuore di Milano

In pochi anni è diventato uno dei luoghi più amati da milanesi e turisti

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Ph. @studiobquattro IG

La riqualificazione avvenuta a cavallo tra il 2010 e il 2011 con una nuova pavimentazione  in pietra e la strada in porfido con aiuole ed alberi a delimitare un percorso pedonale, ha contribuito a proiettare la via principale del quartiere cinese nell’elenco delle più cool della città. Uno splendido esempio di gioco al rialzo tra mentalità milanese e cultura straniera. Foto cover: @studiobquattro IG

Le chicche di CHINATOWN: breve guida al QUARTIERE più COOL nel cuore di Milano

# Il quartiere cinese: eredità della prima Expo

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La nuova faccia di via Paolo Sarpi

La Chinatown milanese, nonostante sia decisamente piccola confrontata con le altre chinatown mondiali, ha molto da raccontare sul suo passato e su come sia nata.

primi cinesi arrivarono a Milano alla fine dell’800, provenienti in parte dalle comunità di Parigi e Amsterdam e dai grandi porti commerciali europei, stabilendosi inizialmente nell’attuale quartiere del Ticinese. Solo durante l’Esposizione Internazionale del 1906 al Parco Sempione, con la delegazione cinese che prese delle case in affitto in via Canonica, anche i cinesi già presenti in città si spostarono nella strada ricompresa nell’attuale Chinatown. 

Le più importanti ondate migratorie di cinesi verso il capoluogo lombardo e in particolare nel triangolo racchiuso tra le vie Canonica, via Bramante e via Sarpi, si registrarono negli anni ’20, con un gruppo compreso tra i 40 ai 150 componenti arrivati dalla capitale francese dove lavoravano come manovalanza durante la Prima Guerra Mondiale.

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# La via della seta

Le prime attività dei cinesi si trovavano proprio attorno a via Luigi Canonica e si occupavano della lavorazione della seta, soprattutto delle cravatte. La scelta di insediarsi in Zona Sarpi era dovuta anche alla vicinanza a Porta Volta, dove all’epoca si tenevano delle fiere commerciali e alle caratteristiche urbane dei palazzi che formarono la zona già alla fine dell’Ottocento: i grandi cortili con magazzini hanno reso naturale l’insediamento artigiano del quartiere. 

# Quanti cinesi vivono a Milano

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Wenzhou, nello Zhejiang, città d’origine di molti dei cinesi in Italia

La grande maggioranza dei cinesi presenti a Milano provengono da piccoli villaggi rurali della provincia dello Zhejiang. A Milano sono oltre 30.000 i cittadini di nazionalità cinese, non ha caso da anni si conferma Hu come cognome più diffuso in città con 4.760 iscritti davanti a Rossi fermo a 4.011, anche se non sono la popolazione con più residenti di Chinatown e molti non abitano nemmeno nel quartiere.

Molti hanno scelto di vivere tra Niguarda, Bicocca e Comasina per via dei prezzi alti degli affitti causati dalla storica vocazione commerciale della zona, come “borgo degli ortolani”, poi “quartier generale dei cinesi” all’epoca del fascismo e Chinatown poi, dal sovraffollamento dei laboratori-abitazione cinesi del quartiere e dalla vicinanza col centro città. Se gli abitanti sono in prevalenza italiani, i negozi sono quasi tutti cinesi.

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# I posti da provare almeno una volta nella vita

www.laravioleriasarpi.com

A Chinatown convivono anime ed eccellenze meneghine a stretto contatto con la rampante realtà cinese odierna. Il caso più emblematico è quello della Ravioleria Sarpi, pluripremiata per la qualità dei suoi ravioli baozi e per aver portato lo street food milanese a livelli mai toccati prima, che si rifornisce dall’adiacente macelleria Sirtori, bottega storica di Milano risalente al lontano 1931, acquisita di recente dalla Ravioleria stessa.

Altro contrasto da segnalare tra la pittoresca pasticceria Maki, con i suoi improbabili waffles a-là-cinese al bubble tea tanto in auge, e la vicina bottega storica milanese aperta nel 1896 di Cantine Isola, uno dei migliori locali della città da provare per sorseggiare un calice di vino.

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Uno scaffale di Kathay Food, in via Canonica

Da non perdere nel microcosmo di Sarpi e dintorni anche:

  • Hua Cheng, in via Giordano Bruno, dove assaggiare specialità cinesi non facili da trovare e per andare oltre il solito involtino primavera, forse il migliore ristorante cinese del quartiere;
  • in via Paolo Sarpi 8 il Little Lamb per una cena tipica dove gustare l’hot pot, una sorta di bourguignonne con brodo: al suo interno carne, verdure, funghi, wonton, uova, raviolini, frutti di mare;
  • Kathay Food, il più grande supermarket etnico d’Italia, che offre in via Canonica più di 10.000 prodotti alimentari tipici, dalla Thailandia al Brasile;
  • Oriental Mall, un centro commerciale a cinque piani aperto nel 2013 in cui acquistare spezie, matcha, alghe, tofu e tutti i prodotti tipici oltre abbigliamento e giochi;
  • uno dei Carrefour più innovativi è in piazza Antonio Gramsci sede di cooking show e di percorsi formativi per sommelier, allestito come la catalana Boqueria e ricco di prodotti a chilometro zero.

# Gli avamposti italiani

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Foto dal capodanno cinese a Milano

Nel mosaico di attività cinese spiccano altri negozi di italiani di qualità come la Pasticceria Martesana, che con il suo pastry chef ha vinto il titolo di panettone più buono d’Italia, e in via Canonica PastiCherì di Lucia Stragapede, allieva del mastro pasticciere tedesco Ernst Friedrich Knam, con le migliori brioches, torte e mousse della zona e infine La Baita del Formaggio in Paolo Sarpi 46, premiato come uno dei migliori negozi di formaggio a livello internazionale. 

# Il capodanno cinese, a Milano il primo in Europa

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Foto dal capodanno cinese a New York

Il capodanno cinese, festeggiato dal numero record di 100.000 persone nel 2019, è ormai uno degli eventi da non perdere a Milano. Non siamo ancora ai livelli di New York, dove per la stessa occasione hanno addirittura sparato degli spettacolari fuochi d’artificio sull’Hudson, ma per capire la sua importanza basti pensare che si è tenuto qui il primo capodanno cinese d’Europa con la festa e la sfilata dei dragoni provenienti da tutto il continente.

Credits Andrea Cherchi – Capodanno Cinese

La comunità cinese milanese è infatti per popolazione e benessere economico una delle più importanti del Vecchio Continente.

Per i più curiosi segnaliamo questo contenuto bonus: “Giallo a Milano”, il docu-film di Sergio Basso che approfondisce la conoscenza della comunità cinese a Milano e, quindi, del quartiere Sarpi.

 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.