Se il buon giorno si vede dal mattino, ci aspetta una giornata bellissima. Nella prima bozza del programma del nuovo governo si dedica grande attenzione a Roma per renderla “sempre più vivibile e sostenibile” ma non c’è nessuna traccia di Milano. Gramellini sul Corriere del 4 settembre solleva le nostre stesse perplessità (pubblicate qui): “Stupisce che un programma di governo tanto ecumenico e gaudioso (oltre alle coperture finanziarie, manca solo un invito a cena da parte di Brad Pitt o Charlize Theron) ignori le altre città italiane. Nessun cenno alla loro vivibilità e tantomeno alla loro sostenibilità. Milano e le sue sorelle sono da considerarsi troppo vissute e sostenute per meritarsi una citazione al punto ventisette? Un’opinione tutta da vivere, ancorché difficile da sostenere”. Se il buon giorno si vede dal mattino prima che si faccia sera tutta Milano vorrà diventare una città stato.
Le iniziative del governo che potrebbero ACCELERARE milano città stato
#1 Tutto su Roma
Spesso i programmi vengono disattesi. Se invece quanto inserito nella prima bozza programmatica venisse rispettato, puntando tutto su Roma il governo potrebbe dare un bel colpo di acceleratore alla nascita di Milano città stato.
#2 Zero ministri milanesi
Maggioranza assoluta per il mezzogiorno (63% dei ministri a sud di Roma), con il dominio di Puglia e Campania. Tra le città svettano Roma, Napoli e Potenza. Milano a quota zero. Altra mossa azzeccata per alimentare sentimenti autonomisti.
#3 Patrimoniale
Si dice che la forza della sinistra a Milano sia massima dentro l’area C e tra chi vive di rendita. Probabilmente è una diceria ma è indubbio che una bella patrimoniale potrebbe fare cambiare idea a molti proprietari di case che ancora ripiegano piena fiducia sul centralismo romano.
#4 Altri miliardi in Alitalia
Milano ha subito in silenzio lo scippo dell’Alitalia quando la compagnia di bandiera ha boicottato Malpensa ridimensionandola da ruolo di hub internazionale. Ha subito in silenzio le numerose patrimonializzazioni che hanno esteso l’agonia di una delle case history meno di successo del mondo. I milanesi sono fatti così. Hanno una pazienza incredibile, una grande capacità di sopportazione, ma anche per loro esiste un punto di rottura.
#5 Autonomia annacquata
I bookmakers scommettono sull’autonomia annacquata. Ossia l’attribuzione in pompa magna a Veneto, Lombardia ed Emilia di competenze di ripiego che non abbiano alcuna incidenza sui poteri e, soprattutto, sulle modalità di redistribuzione delle risorse tra i territori. Una presa in giro potrebbero mettere le ali alla spinta autonomista di Milano.
#6 Aumento dell’Iva
A Milano ogni punto in più dell’IVA vale doppio. Perchè è il mercato più competitivo e perchè è dove è più forte la competizione internazionale. La Svizzera è a un passo, internet è a un click. Altra mossa azzeccata per incentivare l’autonomia di Milano.
#7 Salario minimo senza riduzione del cuneo fiscale
Altri due punti molto enfatizzati nella prima bozza del programma sono salario minimo e cuneo fiscale. Il salario minimo, se introdotto privo di compensazioni, potrebbe rappresentare un nuovo costo per le imprese. E se a questo non si accompagnasse una riduzione del cuneo fiscale sarebbe l’innesco ottimale per la disoccupazione rendendo sempre più gravoso il costo del lavoro per chi non può trasferirsi all’estero.
#8 Tutti i rifiuti a Milano
Nel programma sembra che si prospettino tempi difficili nello smaltimento dei rifiuti. Uno dei pilastri del governo sembra sia la lotta ai termovalorizzatori, impianti che sono invece costruiti in tutta Europa e che, anzi, costituiscono in Lombardia lo strumento principe per rendere la regione autonoma almeno nello smaltimento dei rifiuti. Il rischio è che la nostra regione, l’unica così efficiente nello smaltimento, possa diventare sempre più un hub dei rifiuti del centro sud. Mantenendo fede alla legge sacra in Italia che il più bravo deve sempre farsi carico di chi è incapace.
#9 Blocco delle metropolitana
Una delle poche cose fatte dal passato governo per Milano, e il nord in generale, è stato lo stanziamento di fondi per l’estensione della metropolitana fino a Monza. Nel programma del nuovo governo sotto questo aspetto non si è visto niente e, in più, preoccupa la volontà di modificare le decisioni del governo passato. Potrebbe essere che alla fine Milano possa diventare l’unico reale elemento di discontinuità, con il blocco dei lavori che sono già stati approvati.
#10 Olimpiadi Torino-Cortina
Ci si avvicina alle nuove elezioni comunali e non è un mistero che l’Appendino mastichi ancora amaro per la perdita delle Olimpiadi. Se si aiuta Roma, perchè trascurare Torino?
MILANO CITTA’ STATO
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