NoLo, acronimo di NOrd LOreto o di NOrth of LOreto per gli anglofili, è il primo quartiere brandizzato della storia di Milano. Raggruppa il rilievo ferroviario della Stazione Centrale, via Padova, viale Brianza e Loreto ed è sito in larghissima parte nel Municipio 2.
L’origine del suo nome è misteriosa e leggendaria. L’aneddoto ci arriva direttamente da Francesco Cavalli, fondatore e direttore dello studio di design LeftLoft che in una famigerata intervista rilasciata al Sole 24 Ore racconta che «l’idea di NoLo è sbocciata negli Stati Uniti, nel 2013. Ero al Brooklyn Social Bar con Luisa Milani e Walter Molteni, grafici dello studio La Tigre, scherzando tra un bicchiere e l’altro sulla possibilità di creare un brand di quartiere, un contenitore adatto alla trasformazione. A conti fatti s’è rivelata un’operazione di branding a costo zero, realizzata con il passaparola: abbiamo cominciato a usare questo nome, che ha preso a circolare».
Leggi anche: La rivoluzione di NoLo
A modellare e definire ancora di più l’identità di NoLo è arrivato, a partire da gennaio 2016, il gruppo Facebook NoLo Social District, mutuato dall’esperienza delle prime social street bolognesi e creato (nonché tuttora guidato) da Sara e Daniele. È stata soprattutto la sua spinta propulsiva a portare positività in una zona che si sentiva abbandonata a sé stessa e al degrado.
Da lì sono nate una miriade di iniziative di valorizzazione degli spazi, su tutte forse l’idea visionaria della biennale d’arte contemporanea BienNoLo, che hanno reso il mega quartiere un’area d’attrattiva, portando con sé ovviamente lo yin dell’aumento sproporzionato dei prezzi delle case tout court.
Un’altra menzione se la merita COA T28 (Centro Occupato Autogestito T28), del ribollente network A/I, la cui missione è, ipse dixit, “autonomia e contropotere”, e quindi proprio per questo al centro di molte controversie, non ultima quella inerente alla recinzione antispaccio voluta dai furiosi residenti della zona.
Insomma, NoLo pare essere una zona più variopinta che mai.
Non fatevi ingannare, però: sono ancora in pochi, pochissimi, tra i suoi abitanti, a dire di essere di NoLo. Rovereto, via Venini e le varie denominazioni classiche sono ancora lì a definire il senso di appartenenza. NoLo è un nome inventato, buono per i media e per vendere gli eventi, ma il posto da chiamare casa rimane ancora quello antico.
HARI DE MIRANDA
Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore
Leggi anche:
* 10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
* Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
* Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
* Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato
VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)