In realtà non era nata a Milano ma, sotto la Madonnina, aveva deciso di trascorrere l’ultima parte della propria vita, per poi lasciarci, sconfitta da un male incurabile, nella clinica San Camillo. Era nata a Frugarolo, in provincia di Alessandria, a pochi passi da Novi Ligure, zone in cui non si sa mai se sentirsi piemontesi, liguri o lombardi.
LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO
# Un record unico al mondo
Parliamo di Maria Grazia Lombardi, nota a tutti come “Lella”, una delle donne che, negli anni Settanta, raggiunse una popolarità intensa, degna delle attrici più apprezzate o delle presentatrici più amate. In realtà però a lei, carina e mascolina, timida e grintosa, la popolarità non interessava, le prime pagine sulle riviste patinate la imbarazzavano, così nella vita privata tendeva sempre a nascondersi un po’, come chi i riconoscimenti li vuole solo per il lavoro che svolge.
Lella Lombardi, ancora adesso, rimane l’unica donna ad aver centrato la “zona punti” in un Gran Premio di Formula 1. Altre donne si sono cimentate nella massima serie delle competizioni automobilistiche: Maria Teresa De Filippis (negli anni ’50), la britannica Divina Galicia (anni ’70), la sudafricana Desiré Wilson (anni ottanta) e Giovanna Amati (1992), ma nessuna di loro ha fatto punti in gara. La Lombardi sì. Mettendo in gioco grinta e determinazione per domare potenti motori, in un’epoca in cui (parliamo degli anni settanta) la contrapposizione “maschio-femmina” raggiungeva connotati straordinariamente forti, che coinvolgevano politica, cultura, mass media e vita quotidiana.
# La passione per i motori fin da bambina
Era nata il 26 marzo 1941. Sin da ragazzina si mise in evidenza, attirando le simpatie e l’affetto degli abitanti del piccolo paese di nascita. A nove anni, sulle ginocchia del padre, “maneggiava” già il volante dell’auto del genitore, poco dopo era già capace a condurre una vettura in piena autonomia. La passione per i motori arriva in modo naturale, prima ancora dell’adolescenza; comprò un’auto a rate, con l’aiuto del cognato, ma i suoi genitori non dovevano sapere niente. Il suo primo “manager” fu un conoscente di Frugarolo, che la accompagnava a Morano Sul Po, tra Casale Monferrato e Vercelli, dove c’era una pista sulla quale correva nella Formula Escort. Prima ancora aveva guidato i go karts, passaggio obbligato per la stragrande maggioranza dei piloti.
# Il debutto ufficiale nella formula Monza e la vittoria del campionato italiano di Formula 850
Nel 1965 Lella Lombardi partecipa alla sua prima gara ufficiale, nella formula Monza. Si capisce subito che la sua bravura alla guida e nella competizione non hanno nulla da invidiare agli uomini, sempre gentili con lei fuori dalla pista, ma spietati e tremendi quando si trattava di correre. Nel 1970 vince il campionato italiano nella Formula 850, un successo che le permette di partecipare nel ’71 al campionato inglese della Formula Ford. Nel 1974 passa alla Formula 5000, prende parte alla Rothmans Championship, che prevedeva 18 gare. Al termine del campionato arrivò con un ottimo quinto posto.
# L’approdo in Formula Uno con la March
Un importante manager le propose di passare alla F1, portandola nella scuderia inglese della Brabham. Non riuscì nell’intento di qualificarsi per il Gran Premio d’Inghilterra. Ci riprovò nel 1975 su una March, sponsorizzata dalla Lavazza. Si capì subito con con quel motore Lella avrebbe messo a dura prova la presunta superiorità dei maschi: contro di lei si schierano autorevoli piloti e più di un giornalista. Tutto andava bene fino a quando sembrava rimanere in un contesto di meritevoli prestazioni, senza però pestare i piedi ai colleghi maschi, ma appena Lella dimostra di poter vincere anche con bolidi di massima categoria, allora inizia a diventare un personaggio scomodo.
# La conquista di mezzo punto nel Gp di Spagna del 1975, nessuna come lei
Il 27 aprile 1975 partecipa al GP di Spagna, a Barcellona: Lella Lombardi, sul circuito del Montjuich e a bordo di una March 751, riesce a qualificarsi per il Gran Premio, a 7 centesimi dalla pole di Niki Lauda. In quel weekend i piloti boicottano le prove per protestare contro il pessimo stato delle barriere di sicurezza. Il tracciato misurava 3.791 metri e partiva dalla Recta de Las Fuentes, posta alla base della collina, per poi salire lungo larghe strade e curvoni, veloci, come La Pergola, Pueblo Español e Sant Jordi, passando vicino allo Stadio Olimpico, dove il circuito scollinava per rituffarsi verso il traguardo. Al 25° giro scoppia il dramma: la Hill del pilota tedesco Rolf Stommelen perde l’alettone, l’instabilità fa piombare l’auto sulla folla. Sono quattro i morti e diversi i feriti, tutti tra il pubblico. Quattro giri dopo la direzione di gara decide di fermare la corsa: ai piloti è assegnato un punteggio dimezzato. Lella Lombardi a quel punto è sesta, dietro a Jochen Mass, Jacky Ickx, Carlos Reutemann, Jean Pierre Jarier e al suo amico Vittorio Brambilla. Conquista così mezzo punto ed entra nella storia dello sport, diventando fino ad ora l’unica donna ad aver centrato la zona punti in un GP di Formula Uno. Nel 1976 torna alla Formula Uno, ottenendo un buon 14° posto al GP del Brasile. Nell’ultima sua gara nella massima serie è dodicesima in Austria.
# Le vittorie alla 6 ore del Mugello e nel campionato europeo Turismo
Per Lella Lombardi la carriera prosegue nella categoria World Sportcar Championship dove, fino al 1981 si fa valere con buoni risultati. Primeggia con Giorgio Francia alla 6 ore del Mugello e giunge quinta nella 100 KM di Brands Hatch. Tra l’ ’82 e l’85 la nostra pilota si concentra sul campionato europeo Turismo, vincendo una quindicina di competizioni. Nel 1986 ci sono le prime avvisaglie della malattia: un cancro. La operano e lei, ancora con i punti “freschi”, decide di partire per la Spagna per l’ennesima gara.
Nel 1988 Lella Lombardi si ritira dalle competizioni diventando team manager della scuderia omonima. Nel 1992 il male ritorna, feroce ed aggressivo, viene ricoverata al San Camillo di Milano: poco dopo mezzogiorno del 3 marzo di quell’anno Lella Lombardi muore.
FABIO BUFFA
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