Il sole consente la sopravvivenza del mondo vegetale e, di conseguenza, del mondo animale. L’energia rappresenta l’elemento base di organizzazione della vita.
Gli alberi sono in competizione per la luce. La sfida tra predatore e preda è una lotta di energia. Chi ne ha di più sopravvive. La vitalità equivale al livello di energia di un organismo. Gli alimenti si misurano in base alle calorie, ossia all’energia che sviluppano nel corpo.
Ma l’energia non è solo una misura biologica: è anche fondamento della società.
Nel 1964 Nikolaj Kardashev ha classificato le civiltà dell’universo in tre grandi gruppi. Al livello più basso, nel grado 1, ci sono le civiltà capaci di utilizzare tutta l’energia del pianeta in cui vivono. Al grado due quelle che utilizzano tutta l’energia della loro stella. Al grado tre quelle capaci di utilizzare tutta l’energia della loro galassia.
Karl Sagan sulla base di questa classificazione ha dimostrato che la civiltà umana attuale non è arrivata neppure al grado uno.
Come può l’energia costituire una misura del grado di civiltà?
La civiltà si basa su relazioni di scambio. Qualunque scambio avviene in base a un modello energetico. E qualunque società prospera se riesce ad espandere l’energia che è capace di utilizzare, mentre va in declino se disperde e quindi riduce l’energia che è in grado di utilizzare. A quel punto avviene l’implosione.
Adottare il criterio dell’energia per misurare le relazioni di scambio e l’organizzazione della nostra società potrebbe fornirci una valutazione preziosa. Molto più esaustiva rispetto al PIL e ad altri parametri normalmente impiegati che spesso non rappresentano lo stato di salute di un paese né la sua sostenibilità nel tempo.
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