“Leonardo è stato uno dei primi cinque nomi del mondo delle radio libere, un grandissimo”, sono le parole di Jovanotti in un’intervista degli anni novanta. Eh sì, perchè Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo, rappresenta ancora oggi, a vent’anni dalla prematura morte, uno dei simboli della radiofonia, lui che fu un vero pioniere delle trasmissioni in diretta pomeridiana a proporre a raffica sia le hit del momento, che le canzoni appena uscite, quelle che nessuno aveva ancora ascoltato.
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Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere
# Il debutto a Radio Reporter e il passaggio a Radio Milano International
Re Cecconi nasce a Rho il 1 settembre 1954, inizia gli studi di Architettura e in quel periodo entra a far parte dello staff di Radio Reporter, una delle radio storiche milanesi. E’ il 1975 e, parallelamente a questa emittente, in via Locatelli al numero 6, due coppie di fratelli (Angelo e Rino Borra e Piero e Nino Cozzi), aprono Radio Milano International, una delle prime emittenti libere d’Italia. Ogni tanto alla porta dell’alloggio che ospitava questa entità dell’etere bussavano i Carabinieri, che mettevano i sigilli al trasmettitore, perchè si diceva che le onde hertziane venivano inquinate da quelle di radio Milano International, violando il campo magnetico dell’aeroporto e delle forze dell’ordine.
Poi la realtà delle radio libere diventa qualcosa di forte e potente, che esce dalla clandestinità e attira l’ascolto di tanti giovani, che attraverso le emittenti radiofoniche scoprono la musica. Ed è in questo periodo che Leonardo Re Cecconi passa a Radio Milano International, è il 1976, i tempi in cui si diceva ancora, “trasmettiamo dai 101 megacicli”, termini che ora risultano obsoleti, ma che allora rappresentavano quanto di più moderno e innovativo si potesse pensare.
# Ha sdoganato la mescolanza di parole e musica via etere
Leopardo era un Dj autentico, con una straordinaria competenza musicale, con un’energia unica e una capacità dialettica che incollava gli ascoltatori alla radio. La sua era una conduzione che mescolava una parlata fluida, chiara e schietta ad interventi onomatopeici, che imitavano il verso degli animali, soprattutto quello del Leopardo, il vero brand di Re Cecconi.
Poi passava dallo sciorinare alla perfezione titoli e nomi di canzoni e cantanti inglesi o americani, ai grammelot demenziali, con l’emissione di suoni farseschi.
Proprio per questo DJ Leopardo rimane nella storia della radio italiana: lui la radio non solo l’ha fatta, ma l’ha inventata. Meglio, ha inventato quel modo di “radiofoneggiare”, che ha consentito a questo elettrodomestico di entrare nel mito del costume e della cultura degli italiani. Ha sdoganato la mescolanza di parole e musica via etere, creando tra questi due essenziali ingredienti della radio una risultante di energia. Ricordiamo ancora quando Leopardo cantava sull’attacco musicale della canzone, dando la spinta alla stessa, come l’equipaggio di un bob alla partenza sul ghiaccio.
# Da Hit Parade, la sua trasmissione di culto, alla longeva trasmissione Popcorn
La sua trasmissione di grido (diremmo di culto) è stata Hit Parade, il programma pomeridiano che proponeva le venti canzoni da discoteca più ballate nei locali italiani. All’inizio degli anni ottanta i Dj più popolari tra i giovani erano Leopardo, Betty Miranda, Gianni De Bernardis, Max Pagani, Ronnie Jones, Federico l’Olandese volante e altri: Leonardo è tra gli ideatori della “Band of jocks”, il gruppo rap/dance che incise diverse canzoni molto di moda nella prima metà di quel decennio.
Nella seconda metà degli anni ‘80 il Dj rhodense lo troviamo su Canale 5 a condurre la longeva trasmissione PopCorn. La carriera di Leonardo Re Cecconi proseguirà in altre emittenti radiofoniche, per chiudersi tragicamente quando il nostro artista ha cinquant’anni: Leonardo morirà il 22 gennaio 2004, sconfitto da un tumore.
FABIO BUFFA
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