Foto copertina: Davide Calloni – ascosilasciti.com
La spiegazione c’è e ha dell’incredibile.
Che ci fanno TRAM e BUS milanesi in mezzo a un BOSCO della Liguria?
# Due tram e due autobus
Immersi nella vegetazione, tra edera e rovi, si nascondono due tram e due bus abbandonati. Guardando meglio, si scopre che si tratta di due motrici tranviarie interurbane milanesi (n. 111 e 112) nonché due autobus, uno urbano, FIAT 411, sempre di provenienza milanese, e uno genovese, il vecchio 62 XX dell’azienda AMT. La loro presenza nel bosco ligure è decisamente fuori posto, tuttavia c’è una ragione.
# Un locale molto alternativo. Forse troppo
Patrizia Vian, insieme al marito Joseph Bonfanti vollero aprire, in un bosco appena sopra a Rapallo, quello che negli anni ’90 diventò uno dei locali più frequentati e incredibili del Levante. Ma non era un semplice locale. Per poter aggirare la legge che vietava di edificare qualsiasi tipo di edificio in questi terreni, i due proprietari trovarono una soluzione geniale: usare i due autobus e tram come “immobili”. L’idea nacque frequentando eccentrici locali francesi che diedero l’ispirazione necessaria per realizzare un locale in stile bohémien.
# Il CAPOLINEA: cibo e musica nel mezzo della natura
I mezzi vennero riadattati, stabilizzati su rotaie e trasformati. I due tram vennero adibiti a ristorante, un autobus come cucina e il rimanente fungeva da magazzino. Così, nasce “Il Capolinea”, un locale di nicchia dove la particolarità non era solo il ristorante, ma anche la sala esibizioni con musica di ogni genere dal vivo. Dal 1990 al 1995, contro ogni previsione, la fama di questo locale crebbe esponenzialmente, artisti emergenti e band internazionali facevano a gara per potersi esibire. Anche il figlio di John, dei Beatles, si recò in questo caratteristico locale per godersi una serata a ritmo di musica.
# Non sempre c’è il lieto fine
Si sa, a volte la fama dà alla testa. La gloria cresceva e così anche i “rumors”, le leggende sul suo conto. Come quella che i tram “fossero stati portati direttamente in elicottero o che fossero stati costruiti da un gruppo di collezionisti fanatici imitando fedelmente i modelli originali”, scrive David Calloni nel suo articolo.
Allo stesso tempo iniziarono ad accumularsi tutte le lamentele, per i rumori e gli schiamazzi, che sfociarono con visite e numerosi controlli da parte dei Carabinieri, senza mai trovare nulla di punibile. Poi, nel 1996 durante uno dei soliti controlli, la licenza del locale venne ritirata una volta per tutte per il “pavimento dei tram non a norma” e il locale venne abbandonato.
Il Capolinea è ancora lì, ma il suo è stato un triste declino. Pesantemente vandalizzato dopo anni di abbandono, purtroppo si è trasformato in una discarica abusiva e parte del suo contenuto è stato smantellato.
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SELENE MANGIAROTTI
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