Una stacanovista dello spettacolo. Ha dato volto e voce a personaggi conosciuti da tutti.
LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome
# I mille nomi di un’eterna bambina
E’ una donna coraggiosa, sincera, appassionata, che non ama le convenzioni e neppure i convenevoli. Capace di trasformare i suoi sogni giovanili in una carriera straordinariamente completa.
Liù Bosisio è un’artista a tuttotondo: attrice, doppiatrice, ma anche scrittrice, pittrice e ceramista. Nasce a Milano il 30 gennaio 1936, a 16 anni entra nell’Accademia d’arte Drammatica, dopo una fanciullezza non felice: “da piccina mi chiamavano Cicci, che col passare degli anni è diventata la bambina che c’è in me, che mi aiuta a vivere“.
Poi la soprannominarono Adua, “perché mi fecero credere che mio padre era morto in Abissinia. In realtà lui, che era un pittore e che abitava per conto proprio, morì quando io avevo cinque anni, soffocato dal gas della cucina“.
I nomignoli di questa nostra attrice, che all’anagrafe fa Luigia Bosisio Mauri, sono stati anche Lella, Biscotto, Bambi e infine Liù: “perchè a scuola di teatro eravamo due Luisella (Luigia), così per non confonderci, mi soprannominarono Liù”.
A 19 anni conclude gli studi di recitazione, interpretando la commedia “Ma non è una cosa seria“, di Pirandello. La sua padronanza scenica impressionò Romolo Costa, che la volle al Teatro Manzoni di Milano.
La sua arte del recitare inizia a diventare una filosofia di vita, visto che “l’attore per me è un tramite, uno strumento per fare arrivare delle emozioni, delle sensazioni; non è possibile recitare senza sapere da dove arriva il testo, chi lo ha scritto e qual è stata la sua vita“.
# Una stacanovista dello spettacolo
Liù Bosisio è sempre stata una stacanovista dello spettacolo, rigorosa, attenta e autocritica. Il pubblico l’ha sempre amata, perché si accorge che lei stessa ama il pubblico.
Il teatro è il suo contesto congeniale, qui ha recitato in “Mon Bebè”, “L’Isola del Tesoro”, “La Tempesta” di Shakespeare, “L’Orlando furioso”, “Bertoldo Beroldino e Cacasenno”, e in tante altre opere dimostrando sempre una vena artistica unica.
# “Ciao signora Pina!!”
Nel cinema debutta a 26 anni ne “La Marcia su Roma”, al fianco di Gassman e Tognazzi. In tutto ha lavorato in una ventina di pellicole, quella che le ha regalato la notorietà è stata “Fantozzi”, anche se, quando parla di quest’opera, si capisce che rappresenta una parentesi che non le ha lasciato un bel ricordo: “per 40 anni mi sono sentita chiamare per strada “Ciao signora Pina!!“, il pubblico davanti a quel film ha sempre riso, mi chiedo perché. La gente non capisce che quei lavori non hanno nulla di comico: Pina è una donna che resiste, di fronte alle umiliazioni e alle sfortune subite dal marito e dalla famiglia“.
# La voce di superstar internazionali e dei cartoni animati
Liù Bosisio è anche una nota doppiatrice, capace di valorizzare la categoria degli attori che danno le voci ai protagonisti di film e cartoni animati: è la voce di Geraldine McEvan, di Julie Harris, Susan Anspach in “Provaci ancora Sam”, solo per fare alcuni nomi. Nei cartoni è la voce di Spank, di Doraemon, di Marge dei Simpson, Coco in Kimba il Leone bianco, di Kunik nell’Uomo trigre e tanti altri ancora.
# I personaggi e gli attori più amati da Liù Bosisio
Quali sono i personaggi dell’animazione che stanno più a cuore alla Bosisio?
“Spank e Doraemon, per quest’ultimo avevo escogitato il vezzo di allungare alcune parole, per esempio orologio diventava orologiolo. Ma in Rai dissero che era diseducativo e mi bocciarono l’idea“.
Liù Bosisio è anche mamma, di Luca: “è nato quando avevo vent’anni, abbiamo pure recitato insieme in diverse opere, l’ultima in un lavoro per la televisione con Lando Buzzanca.”
Ha dichiarato di avere un bel ricordo di Alberto Sordi: “ne, “Il Tassinaro”, sul set faceva caldissimo, io stavo svenendo e lui mi fece aria con un giornale. Un piccolo gesto, ma importate“.
E sugli attori contemporanei, la Bosisio che opinione ha? “Apprezzo Stefano Accorsi, Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher, un’attrice che appena la vedi sullo schermo capisci che quel lavoro sarà di qualità“.
FABIO BUFFA
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