Lo studio di Cambridge: “Chi ha più PAURA del Covid è più CRITICO contro gli ALTRI”

Considerano gli altri come "un bagno sporco che ci può contaminare". Vediamo i risultati dello studio

0

Secondo uno studio dei ricercatori dell’Università di Cambridge le persone più preoccupate di contrarre il Covid giudicano più severamente il comportamento degli altri. Vediamo i risultati della ricerca.

Lo studio di Cambridge: “Chi ha più PAURA del Covid è più CRITICO contro gli ALTRI”

# Le conclusioni dello studio dell’Università di Cambridge: “le persone hanno maggiori probabilità di disprezzare gli altri se hanno paura del Covid

Un team di ricercatori dell’Università di Cambridge ha pubblicato sulla rivista Evolutionary Psychology, in data 8 giugno 2021, uno studio in cui è emerso che le persone avevano maggiori probabilità di disprezzare gli altri o reagire con disgusto ad azioni altrui se avevano paura del Covid. Non c’era un chiaro legame con il virus stesso, ma le persone potrebbero essere meno indulgenti se ritenessero che la propria salute fosse a rischio, hanno affermato gli scienziati.

A questo hanno aggiunto che i giudizi delle persone sul comportamento degli altri non erano totalmente razionali ma erano legati alla propria emotività.

# 900 partecipanti coinvolti negli USA tra marzo e maggio 2020

Cerdits: ilpost.it

I ricercatori di Cambridge hanno interrogato 900 partecipanti negli Stati Uniti tra marzo e maggio dello scorso anno sulla loro paura di contrarre Covid e sui loro sentimenti su situazioni controverse. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare 60 situazioni ipotetiche su una scala da “per niente sbagliato” a “estremamente sbagliato”.

 
Tra queste situazioni: un uomo che lasciava l’azienda di famiglia per lavorare per un’azienda rivale, o un inquilino che corrompeva un proprietario per saltare la fila per far imbiancare il loro appartamento. Alle persone è stato anche chiesto come si sentivano riguardo a un giocatore sportivo che ignorava l’ordine di un allenatore o su qualcuno che sposava il loro primo cugino. 
 
Gli individui più preoccupati di contrarre il Covid vedevano queste situazioni come più sbagliate di quelli che erano meno preoccupati per la diffusione del virus.

# Il commento di Simone Schnall, psicologa e autrice senior del report sulla ricerca “Non c’è motivo razionale per giudicare di più gli altri”

Tourists wearing protective face masks visit Rome, Italy, 26 February 2020. ANSA / ETTORE FERRARI

La professoressa Simone Schnall, psicologa e autrice senior del rapporto, ha dichiarato: “Non c’è motivo razionale per giudicare di più gli altri perché ti preoccupi di ammalarti durante la pandemia. Queste influenze sui giudizi avvengono al di fuori della nostra consapevolezza cosciente.” Aggiungendo che: “Se sentiamo che il nostro benessere è minacciato dal coronavirus, è probabile che ci sentiamo anche più minacciati dalle azioni sbagliate di altre persone: è un legame emotivo“.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

# Si considerano gli altri come “un bagno sporco che ci può contaminare”

I risultati dello studio dell’Università di Cambridge sono supportati da altre ricerche precedenti che collegavano le minacce alla salute con un giudizio morale più severo e l’idea che giusto e sbagliato non siano basati solo sul pensiero razionale.
 
Robert Henderson, un altro autore del rapporto e studente di dottorato, ha affermato che gli esperti pensano che il disgusto sia un’emozione che si è evoluta per proteggere le persone dai danni: “Evitare un bagno sporco che potrebbe contaminarci con la malattia, per esempio. Ma ora lo applichiamo anche alle situazioni sociali e possiamo sentirci fisicamente respinti dal comportamento di altre persone“. L’autore ha concluso sul collegamento tra rischi per la salute e rischi sociali: “Il legame tra la preoccupazione per il Covid e la condanna morale riguarda i rischi per il benessere. Se sei più consapevole dei rischi per la salute, sei anche più consapevole dei rischi sociali: persone il cui comportamento potrebbe farti del male“.
 
Altri ricercatori hanno anche esaminato l’atteggiamento delle persone nei confronti del virus. Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Nottingham all’inizio di quest’anno ha scoperto che l’adesione delle persone alle restrizioni di Covid è più fortemente influenzata da ciò che fanno i loro amici e familiari che dai loro stessi principi.
 

Estratto traduzione articolo: Dailymail

Continua la lettura con: I RISVOLTI PSICOLOGICI da Covid e lockdown: si aggrava la situazione MENTALE delle persone

FABIO MARCOMIN

Leggi anche: Dopo il Covid liste d’attesa in tilt e cure mancate. Tonino Aceti: “Serve federalismo solidale”

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.


Articolo precedenteL’ARCA sull’ACQUA: il nuovo COLOSSO in pietra LAVICA che trasformerà il sud di Milano
Articolo successivoLe 7 novità, ATTESE O SOGNATE, che i milanesi hanno negli occhi
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.