Ai nostri giorni si considera uguaglianza pensare allo stesso modo.
Il concetto di uguaglianza ha costituito uno dei tre pilastri della rivoluzione francese che è alla base delle civiltà contemporanee. Tre pilastri che sono oggi molto in crisi.
La libertà è sempre più considerata non un diritto ma un capriccio.
La fratellanza è un miraggio inarrivabile a volte anche tra fratelli.
Ma forse il diritto più travisato e manipolato è l’uguaglianza.
Può sembrare a prima vista che l’orientamento all’uguaglianza regni sovrano. Dal concetto di uno vale uno, al livellamento delle cure sanitarie o dell’istruzione fino alle misure restrittive applicate urbi et orbi.
Uguaglianza significava pari diritti di fronte alla legge e nell’accesso alle opportunità che prima erano divise per caste e per diritto di nascita. Questo aveva animato la rivolta dei francesi che non potevano accedere con pari possibilità alla vita politica.
Ma queste conquiste del settecento che dovrebbero essere date per acquisite stanno tornando a essere messe in discussione.
Si stanno adottando leggi che discriminano e si applicano in modo differente a seconda dell’adesione a un protocollo e a un presunto stato di salute della persona e le stesse misure restrittive creano grandi disuguaglianze. Ad esempio mentre era sopportabile e forse anche vantaggioso trascorrere il lockdown in una grande abitazione e con uno stipendio garantito, poteva rivelarsi un’autentica tortura se si vive in un monolocale e senza un reddito.
È il concetto stesso di uguaglianza che sta venendo tradito. In nome di essa quello che si sta diffondendo non è l’estensione dei diritti e delle opportunità ma l’imposizione a un modo di pensare univoco. In cui l’idea dominante non viene dibattute ma presa come dogma.
Alla rivoluzione dell’egalitè si sta rispondendo dopo secoli con la restaurazione dell’omologatiòn.
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