L’OSPEDALE DEI SANTI: verrà mai alla luce il nuovo colosso ospedaliero di Milano?

San Carlo e San Paolo: due degli ospedali più importanti per i milanesi dovrebbero chiudere anche se ora si prospettano delle soluzioni alternative

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Ospedale dei santi
Credits: urbanfile.org- Ospedale dei santi

Vedrà la luce l’ormai leggendario “Ospedale dei Santi”?

Gli ospedali San Paolo e San Carlo sono stati riuniti sotto un’unica azienda sociosanitaria nel 2015 nell’ottica di un maggiore efficientamento. L’obiettivo ultimo di questa riorganizzazione prevede la realizzazione di un unico ospedale, l’Ospedale dei Santi, chiamato in questo modo proprio per la fusione di San Paolo e di San Carlo.

Dove dovrebbe nascere

Nella zona di Ronchetto sul naviglio, tra il deposito della costruenda linea metropolitana M4 e la stazione di San Cristoforo FS/M4.

450 milioni di euro già stanziati

Dei 600 milioni inseriti nella Finanziaria 2019 all’edilizia sanitaria della Regione Lombardia, 450 milioni sono stati destinati alla futura realizzazione dell’ospedale.
Nonostante il corposo investimento, l’operazione porterebbe a un risparmio di 20 milioni di euro in confronto al totale speso dai due ospedali messi assieme.

La localizzazione del Ronchetto sul Naviglio è stata scelta perchè equidistante tra l’ospedale San Carlo, che serve l’area San Siro-Baggio, e il San Paolo in zona Famagosta. Inoltre sarebbe fruibile ai cittadini provenienti da Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio.

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I freni alla realizzazione del progetto

Da quando nel 2017 è stato presentato il progetto, sono iniziati a sorgere alcuni problemi, il più rilevante dei quale era il reperimento di fondi, problema che sembrerebbe risolto.
Intanto qualche altro dubbio si è insinuato negli uffici regionali. Questo per due motivazioni principali.

#1 PAURA DEI CITTADINI PER LA CHIUSURA DEI VECCHI OSPEDALI
Innanzitutto la paura che la chiusura e la demolizione dei due ospedali possa danneggiare e rendere difficoltoso ai pazienti, delle zone interessate, raggiungere facilmente la nuova struttura. Per questo motivo si sono levate numerose proteste.

#2 L’AREA INDIVIDUATA SAREBBE POCO ADATTA
Sembrerebbe che l’area non sia propriamente adatta a realizzare un progetto di questo tipo e per questo la Regione è in fase di ripensamento. Infatti, nonostante la prossimità con le fermate dei treni, regionali/suburbani e della futura metropolitana, non sembra una soluzione che garantisca la massima accessibilità.

Si stanno facendo strada nuove soluzioni

Nel frattempo vista le arretratezze degli ospedali, soprattutto il San Carlo che in alcuni punti sta cadendo a pezzi, la Regione ha investito qualche centinaia di milioni per ristrutturalo e per inaugurare anche una nuova zona pediatria. Anche il San Paolo ha usufruito di alcuni investimenti per adeguarlo alle normative attuali e rimettere in sesto le parti in malora dell’edificio.

Le ipotesi allo studio sono diverse, rispetto a quella principale della costruzione del nuovo ospedale. In particolare accanto alla realizzazione dell’ospedale unico si sta valutando cosa fare negli stabili vuoti nel caso non vengano demoliti: alcune voci parlano di mantenere funzioni di tipo ambulatoriale, di pronto soccorso o di cura per i malati cronici oppure di spostarle nel più vicino ospedale militare delle Forze Armate.

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.