Nel mondo del cinema, gli attori, le attrici e i registi che hanno fatto la storia del grande schermo, la chiamavano “la tosa de Milan”, proprio perché, da ragazza, le caratteristiche della tipica giovane milanese le teneva tutte: dall’accento, alla voglia di emancipazione, alla ricerca di autonomia. Poi, sposando uno spagnolo purosangue, come il torero Luis Miguel Dominguín, si è allontanata fisicamente e sentimentalmente dalla città meneghina e dall’Italia, innamorandosi della Spagna, come seconda, anzi, come fosse la sua prima casa.
LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”
# Una delle personalità milanesi più discusse
L’attrice Lucia Bosè è stata una delle personalità milanesi più discusse, ma al tempo stesso più stimate. Nacque nella nostra città il 28 gennaio 1931. La sua era una famiglia modesta, diciamo operaia. I suoi provenivano da San Giuliano Milanese e da Lodi. Dopo le scuole si è messa subito a lavorare, prima come impiegata, poi in pasticceria: “in ufficio ho resistito una settimana, poi sono andata a fare la commessa da Galli, bottega specializzata in marron glacès -disse la Bosè in un’intervista televisiva del 2019- proprio in quel negozio, un giorno entrano due signori, uno di loro mi chiede una scatola delle specialità della pasticceria. Mentre lo servivo lui mi guardava incantato, poi mi disse che avevo il volto da cinema, anzi, che ero un animale cinematografico”. Lucia si mette a ridere e l’altro signore la invita a prendere sul serio quel complimento, perché proveniva da Luchino Visconti. L’altro cliente era l’attore e regista Giorgio De Lullo.
# Dopo la vittoria di Miss Italia arriva il debutto al cinema
Nasce così la carriera artistica di Lucia Bosè, perché, da cosa nasce cosa, Visconti le fissa un provino a Roma con Giuseppe De Santis (il regista, tra gli altri, di Riso amaro e Italiani brava gente) e ci andò. Tra l’altro la Bosè nel 1947 partecipa e vince Miss Italia, “che allora si chiamava “Bella italiana”, io vinsi nella finale di Stresa, in una sontuosa location che a me pareva davvero tanta esagerata”.
Nel 1950, la sottopongono al provino per “Giovanna d’Arco”, ma il suo debutto cinematografico avviene, nello stesso anno, con “Non c’è pace tra gli ulivi”, proprio di De Santis: un film che, grazie alla Bosè e a Raf Vallone, mescola l’odio con le tematiche sociali, la solidarietà con il sopruso, l’amore con la violenza e la vita contadina con la sensualità.
In “Cronaca di un amore” di Michelangelo Antognoni, lei ha 21 anni e le fanno interpretare il ruolo di una donna già matura, verso la quarantina, il suo compito lo svolge alla perfezione, “mettendoci anche del mio, perché avevo chiesto a Michelangelo di lasciarmi libera di gestire alcune scene, lui accettò”.
# 48 film e 7 serie TV
In tutto lavorò in 48 film (tra cui “Fellini Satyricon”, “Sotto il segno dello Scorpione” e “Volevo i pantaloni”) e 7 serie Tv. Tutto, in un arco di tempo che va dal 1950 al 2013, quando recitò nella pellicola “Alfonsina y el mar – One more time”.
Dopo il film “Le ragazze di Piazza di Spagna”, che ha rappresentato il sogno di tutte le ragazze degli anni cinquanta, nel 1954 si trova in Spagna per girare “Muerte de un ciclista” e lì arriverà l’incontro che le cambierà la vita: “il produttore di questa pellicola aveva un amico, che era un famoso torero spagnolo, Luis Miguel Dominguin, che dopo avermi conosciuta mi invitò a colazione a casa sua”. E cosa successe? “Lui mi prese la mano e mi disse che eravamo destinati a sposarci. e così accadde“.
# Tre figli dal matrimonio con il torero spagnolo, tra cui il più conosciuto Miguel
Dal matrimonio con Dominguin nascono tre figli: Miguel, che diventerà cantante, prendendo il cognome d’arte della madre, Lucia e Paola. Mamma Bosè decide di ridurre della metà il lavoro artistico, per dedicare l’altra metà del tempo alla famiglia. Ma le cose tra Lucia e Luis Miguel dopo qualche anno di matrimonio iniziano ad andare male, lei fa così la coraggiosa (per allora) scelta di separarsi: è la fine degli anni sessanta.
“Sono sempre stata una ragazza ribelle e da donna ho mantenuto la mia voglia di andare controcorrente e di avere la mia autonomia, a tutti i costi”, confidò a “Domenica In” alcuni anni fa. Per i più giovani Lucia Bosè era quella signora anziana che ogni tanto si vedeva in Tv con i capelli blu: “mia nipote da piccina si divertiva a colorami i capelli di tutti i colori e io mi divertivo assieme a lei. Poi un giorno me li fece blu, mi disse che dovevo tenerli sempre di quel colore ed io ho accettato”.
Lucia Bosè morì a Segovia, in Spagna, il 23 marzo 2020, lasciando in eredità a tutti noi tre libri sulla sua straordinaria vita, caratterizzata dal cinema, dal successo, dagli amori e dalla voglia di essere sempre fuori dagli schemi.
FABIO BUFFA
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