Nonostante le precipitazioni piovose degli ultimi mesi Milano rimane una città invasa dai turisti, non solo in occasione delle sue manifestazioni più importanti ma anche per un weekend qualsiasi. E il suo biglietto da visita quando capitano certe storie è molto italiano e poco milanese. Questa storia è successa un po’ di tempo fa, ma per molti aspetti è sempre attuale.
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Un tram chiamato desiderio: cronaca di una sera a Milano con lo sciopero dei mezzi
# Lo sciopero dalla metropolitana
Pronti via, con mia figlia tredicenne usciamo da casa per andare a incontrarci con gli amici abruzzesi, che in teoria dovevano salire per il Boss ma poi amando Milano hanno scelto di tornare per l’ennesima volta comunque nella nostra città. Mentre ci apprestiamo a scendere dalle scale mobili di Dergano, ecco un’impiegata dell’ATM tirare giù la saracinesca e annunciarci che per oggi il servizio non riprenderà. Trattengo la mia sorpresa, perché ovviamente sono io responsabile per non aver letto questa notizia, ma di venerdì sera Milano senza il suo trasporto pubblico più efficiente sarà di certo un’esperienza particolare per tutti.
# I tram che passano random
Ci incamminiamo lungo la direttrice che porta in centro e oltre, Maciachini, Farini. Ogni tanto qualcuno si mette a correre per prendere un bus o un tram, ma sono quasi tutti immancabilmente destinati al ‘Fuori servizio’. Poi ci sono gli speranzosi che aspettano ligi alla fermata e che vengono premiati dal passaggio di un crumiro che porta a spasso il suo gingillo meccanico. Ormai siamo al Castello e non ci interessa nemmeno più, accorciare il tragitto. A Cadorna inizia a piovere, che strano, mentre noi ci fermiamo a rifocillarci al solito pub studentesco gremito di speranze.
# Turisti ai Navigli
In fin dei conti questa zona di Milano vive un venerdì sera uguale agli altri, perché quando si è qui non ci si preoccupa di dover andare altrove. La Darsena luccica all’ora blu, gli amici di Pescara si stanno trattenendo alla taverna dei loro conterranei e noi ci accomodiamo in un dehors qualsiasi per gustarci la magia di un Negroni con il riverbero che cala attorno a noi: i sei chilometri a piedi sono ormai dimenticati e la convinzione stupida che al ritorno andrà tutto bene non disturba le nostre convinzioni, la nostra cena con una cotoletta e una bottiglia di amarone scontate del 50%.
# Da Porta Genova a Duomo
Lo sapevo che alla fine a Porta Genova ci sarebbe stata coda per un taxi: almeno 30 persone, a uno sguardo distratto. Ma passa un bus notturno, uno che non ho mai visto. Saluti e baci agli amici e via con mia figlia per una destinazione sconosciuta. Apprendiamo così che non tutte le linee vanno da nord a sud, qualcuna si muove anche in orizzontale, depistandoci ulteriormente. Allora comincia la rincorsa ai taxi che passano per strada, almeno a quelli con la luce accesa. Non vuol dire niente, perché molti non ti calcolano comunque. Va bene, stanno andando alle loro chiamate, e noi in maniera molto ingenua abbiamo i telefoni scarichi senza nemmeno lo straccio di un powerbank dietro: non possiamo nemmeno chiamare UberBlack. Un taxista fa segni vistosi con la mano, ma forse ci sta solo mandando a quel paese. Nelle stazioni di raccolta minori non si compie il miracolo: nessun taxi attende la nostra stanchezza. Ormai in vista di Piazza Duomo, noto subito la coda monumentale per una vettura bianca. Più di cinquanta disperati, tra turisti italici ed esotici. Avanti, sempre avanti.
# Da Duomo a Moscova
Eccoci, in Broletto si dipinge già da lontano la nostra svolta, un taxi che sta accostando. Ma fa cenni poco amichevoli, forse ci dice anche qualcosa, visto che la passeggera scoppia a ridere guardandoci. Bello, umiliare gli ultimi, complimenti, vedo che sapete difendere bene il vostro privilegio. Milano in tutto questo che fa? Tollera che le strade siano in mano ai taxi, come a NYC, ma nel Far West più completo. Un taxi rallenta, tra via Brera e via dell’Orso, ma ci manda via in malo modo quando cerchiamo di aprire le portiere. Intanto Milano ammalia e ci sarebbe spazio per una birra con la folla del pub irlandese radunata in strada, se non avessimo già bevuto abbastanza. In via Senato una tassista finalmente gentile si scusa, ma ha visto prima i clienti dell’altro lato della strada, che a loro volta si sbracciavano per farla fermare. Poco male, ecco a Moscova un taxi che sta facendo la corsa alla turista di turno. Aspettiamo pazientemente che esca, poi facciamo per salire a bordo. In risposta la vettura riparte a velocità sostenuta, quasi investendomi. Ecco le nostre grandi risorse!
# La resa dei conti
A questo punto per principio andiamo fino a casa a piedi, ci vediamo lo skyline dei grattacieli dal ponte di Farini, ci gustiamo lo spettacolo dei fumi dell’Alcatraz che filtrano dalle porte aperte della discoteca in piena attività e infine un buon letto non sarà mai abbastanza per questa notte. Spontaneo pensare a come Milano non si renda conto di essere in pessime mani: se l’amministrazione locale lascia che il servizio pubblico di trasporto sia sospeso per una notte intera e nel contempo non mette limiti al nirvana senza regole dei tassisti, come potremo meravigliarci se la città occupa l’ultimo posto per soddisfazione dei turisti in una recente indagine di Altroconsumo?
Continua la lettura con: Come ci si comporta a Milano? Le 10 regole più strane in vigore in città
LORENZO ZUCCHI
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Bell’articolo! Gli amici abruzzesi di Lorenzo siamo io e mia moglie e in effetti, al nostro arrivo a Milano, la notizia dello sciopero dei mezzi ci ha lasciato interdetti. Da autentici camminatori però non ci siamo arresi perché da zona Loreto, dove avevamo l’albergo, abbiamo fatto corso Buenos Aires, Corso Venezia, San Babila, il Duomo, via Torino, Le colonne di San Lorenzo, Porta Ticinese e Navigli. Lo stesso percorso l’abbiamo fatto al ritorno, naturalmente. La voglia di rivederci ha messo da parte la paura della stanchezza ed è venuta fuori la serata che volevamo 🙂
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