Milano ha inaugurato in pompa magna ad Aprile il Museo del design italiano, luogo che rappresenta l’evoluzione nel tempo di questo settore in cui la città ha sempre dominato.
Questo ruolo non le si addice da tempo se si tratta di arredo urbano e infrastrutture, basta ricordare la scarsa qualità del recupero della Darsena o le uscite della prima tratta della linea metropolitana M5.
Ma sembra che nel futuro ci dovremo attendere ancora di peggio: le nuove fermate della linea M4, di prossima apertura, promettono infatti di superare per bruttezza anche quelle della linea lilla.
Il downgrade delle uscite: da belle a brutte
L’indiscrezione anticipata dal famoso blog sulle città skyscrapercity.com e ripreso da altre pagine facebook come il blog Urbanfile e la pagina Milano – progetti e cantieri ha suscitato subito scalpore e ha per oggetto le future uscite della linea metropolitana M4.
Nel confronto tra le due foto è emblematico lo scarto di qualità di materiale e design dell’ultima ipotesi alla mano, che oltre a far rabbrividire al pensiero di una simile struttura in centro a Milano non si avvicina minimamente all’idea di bellezza che i milanesi si aspetterebbero.
A cosa è dovuta questa probabile scelta? Mancanza di soldi o mancanza di idee?
Vista la prima proposta si tratta assolutamente di scarsità di risorse economiche, come per l’asfalto che si frantuma alla prima pioggia per colpa di materiale scadente o del mancato intescambio tra le linee metropolitane M3-M4, e di volontà politica di imprimere un segno distintivo per la città.
Per non avere più scuse, Milano scelga di essere grande
Una città dal respiro internazionale, capitale della moda e del design, non può ridursi a scegliere delle tettoie di lamiera orripilanti per coprire le uscite della linea della metropolitana più tecnologica che entrerà in funzione nei prossimi anni.
La scelta di essere grande passa da un’unica via: votare il referendum che consegni l’autonomia di una regione come previsto dall’art.132 e suggerio dall’art.5 della Costituzione Italiana.
Solo diventando una città-regione Milano gestirà le risorse direttamente sul territorio, proporzionali a quanto prodotto dai suoi cittadini (40 Miliardi di euro), e non il misero 1% di trasferimenti ricevuti da Stato e Regione (circa 450 Milioni di euro) e potrà creare nuovi modelli di attrazione di capitali utili a dare vero lustro alla città.
Il 2020 sarà l’anno della verità, si partirà con prime mille firme, Milano sarà pronta ad assumersi il potere e la responsabilità di diventare più bella?
FABIO MARCOMIN
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