“MANGIARE FUORI è TROPPO CARO”: la PAUSA PRANZO a Milano è sempre meno di MODA?

Da un lato i ristoratori lamentano un sensibile caro del giro di affari, dall'altro i clienti hanno constatato un deciso incremento dei prezzi

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Credits DanaTentis-pixabay - Pausa pranzo

Da un lato i ristoratori lamentano un sensibile caro del giro di affari, dall’altro i clienti hanno constatato un deciso incremento dei prezzi. Risultato? Molti locali sono deserti a mezzogiorno. 

“MANGIARE FUORI è TROPPO CARO”: la PAUSA PRANZO a Milano è sempre meno di MODA?

# La pausa pranzo è in crisi?

Credits DanaTentis-pixabay – Pausa pranzo

Il rito della pausa pranzo fuori era un punto fisso a Milano. Ma ora non lo sembra più. Le code di lavoratori che si recavano a mangiare un pasto veloce ai tavoli di bar, pub e ristoranti, nelle vicinanze di aziende e uffici, sta diventando un ricordo sfumato. Questo cambio di abitudini è stato causato principalmente dell’arrivo della pandemia, e dai conseguenti lockdown imposti dai governi, che ha costretto molti cittadini a casa in smart working e anche a mangiare. Nonostante siano passati ormai anni, la tendenza generale sembra lo stesso, con le aziende che consentono di lavorare da remoto due o tre giorni alla settimana.

# Incassi ridotti a causa di scontrini più bassi e meno pasti consumati

Credits ata211-pixabay – Bar vuoto

Questo cambio di abitudini ha impattato negativamente sull’economia delle attività di ristorazione. Diversi titolari di bar e ristoranti, intervistati da Repubblica, hanno infatti lamentato un calo degli incassi.

Le parole di Enrico Fontanelli, proprietario del Giglio Rosso di fianco alla Stazione Centrale: “È lo smart working ad averci penalizzati. Prima avevamo molti clienti che venivano per incontri di lavoro. Ora si fa tutto online e le persone di passaggio per lavoro sono molto calate. Di conseguenza non guadagniamo più come un tempo“.

A segnalare invece una riduzione del consumo medio per scontrino è la titolare del Lux Bar: I clienti tendono anche a consumare meno di prima. Anziché ordinare primo e secondo, prendono solo un piatto o rinunciano al dolce“.

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# Milano a due velocità: in centro e nelle aree direzionali si contano più clienti

Credits francesco ungaro-unsplash – Diamantone Porta Nuova

Non tutte le zone di Milano però sono nella stessa situazione. A spiegarlo è il vicepresidente di Confcommercio, Michele Berteramo: Bisogna distinguere per zona: in centro e nelle aree direzionali i locali tornano a riempirsi, altrove no. Le società con più sedi per razionalizzare sfruttando lo smart working hanno riunito i lavoratori in quelle centrali privando di fatto i locali di alcune zone dei clienti del pranzo“.

# Registrata una crescita dei listini a tavola del 10% 

Credits Andrea Cherchi – Milano vista dalle Terrazze del Duomo

Se da un lato i ristoratori lamentano un sensibile caro del giro di affari, incolpando di questo lo smartworking, dall’altro i clienti hanno constatato un deciso incremento dei prezzi e pertanto trovano più conveniente tornare a casa a mangiare o in alternativa portarsi la schiscetta da consumare in ufficio. 

Luca De Carlo, impiegato di banca, commenta intervistato fuori da un ristorante. “Ho speso almeno cinque euro in più di quanto spendevo l’anno scorso per la stessa pietanza. Mi concedo la pausa pranzo fuori solo una volta a settimana“. Una collega invece spiega che preferisce prepararsi il pasto a casa: “La sera prima cucino qualcosa da portarmi al lavoro. In questo modo mangio anche più salutare“. 

Le esperienze dei lavoratori sono confermate in modo oggettivo dalla Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi. Nel 2022, facendo i calcoli a livello nazionale, è stati stimato un aumento medio del costo della pausa pranzo pari al 6%. Addirittura a Milano questa percentuale è stata del 10% secondo i dati riportati da Confcommercio e Confesercenti. A incidere sul ritocco verso dei menu i costi di energia e materie prime, oltre a quelli per servizi come la lavanderia e per il personale. 

Tralasciando le cause che hanno condotto a questa situazione, una cosa è certa: le abitudini dei milanesi sembrano destinate a rimanere tali ancora a lungo. Occorre quindi forse ripensare un nuovo modello di città che vada a sostituire quello immaginato appena pochi anni fa.

Continua la lettura con: Là DOVE c’era un PARCHEGGIO ora c’è una PIAZZETTA di LOCALI di SUCCESSO

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.