La memoria è uno degli aspetti più ambigui dell’esistenza di un essere umano.
Da un lato ha consentito l’evoluzione negli ultimi millenni dall’altro è il più grande freno all’innovazione e al cambiamento.
È talmente ambiguo che ci sono persone che passano la vita a dimenticare il passato e persone che passano la vita a cercare di riprodurlo.
Senza memoria la vita diventa un girare a vuoto, come ha documentano Nolan nel celebre film Memento che racconta la storia di un uomo privo di memoria che trascorre la vita cercando di riattivare i fili del suo recente passato.
Negli stessi computer la memoria è fondamentale nel processo di elaborazione dei dati. Ma quando questi diventano troppi rendono le macchine pesanti e lente. Per aumentare le performance di un computer si usa dire che bisogna liberare la memoria.
Nella nostra coscienza coesistono presente e passato: il passato viene utilizzato per elaborare il presente.
Il pensatore Osho sosteneva che “la persona intelligente non si attacca al passato morto, non trasporta cadaveri“. Ma “scivola fuori dal passato, non gli permette più di interferire, perché vivere attraverso il passato significa vivere una vita morta”.
La vita scorre in continuazione: quindi qualunque cosa che sia successa, nel bene o nel male, appartiene esclusivamente alla memoria, perché le circostanze della vita in continuo cambiamento possono rendere oggi inutile o dannoso ciò che in passato aveva funzionato.
Il passato è utile soprattutto perché lo abbiamo metabolizzato e ci ha trasformati in quello che siamo ora. Ma giudicare l’oggi sulla base dell’esperienza che abbiamo vissuto rischia di bloccare l’opportunità della nuova evoluzione a cui siamo chiamati in ogni momento.
Forse proprio perché in Italia è così difficile mettersi in pace con il passato è molto importante attribuire ad esso la giusta rilevanza e impedire che distrugga il presente.
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MILANO CITTA’ STATO
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