Milano è al centro. È la sua natura, la sua caratteristica distintiva, il suo nome. Mediolanum significa al centro delle terre, della pianura, delle acque, sempre al centro in qualunque sua versione etimologica.
La sua forza è sempre stata questa. Un centro di interessi, di traffici, crocevia di incontro tra le genti del Mediterraneo e quelle dell’Europa continentale. Troppo mediterranea per essere europea, troppo europea per essere italiana.
Milano è al centro. Tranne in una cosa. Nella politica. O meglio, nella politica attuale.
Perchè in passato anche in quella Milano era stata al centro. Non nei giochi di palazzo ma nell’aspetto più radicale della politica, quello della filosofia e delle idee.
Milano è stata al centro della nascita di nuovi progetti, qualunque partito o movimento moderno in Italia ha avuto origine a Milano. Si ricordano tutti di fascismo o Forza Italia, ma si trascura che qui sono nati anche il Socialismo riformista, la Lega e la Democrazia Cristiana i cui albori sono stati siglati in un palazzo non lontano dall’Università Cattolica.
Milano al centro del pensiero ma nella periferia della politica.
Non solo perché i governi degli ultimi anni hanno dilatato la distanza con la capitale morale. Ma anche e soprattutto per la stessa presenza, o meglio, assenza di Milano nella politica, anche per colpa di chi la dovrebbe rappresentare.
Se si guardano le scelte di chi ha esercitato il potere sul territorio, sia come sindaco che come governatore della Regione, è difficile interpretarle con la priorità degli interessi di Milano. Anzi. Spesso Milano è stato strumento di altro, di battaglie ideologiche, di carriere, di interessi di partito. Pensare che un governante che sia espressione di un partito possa mettere al primo posto le esigenze di Milano è ingenuo. La verità è che il “bene di Milano” non può essere la priorità di persone che rispondono a partiti o a governi estranei a Milano.
E il risultato è evidente. La città che era traino del Paese ora è stata messa al margine, priva di poteri e ridimensionata nei suoi orizzonti. Il Covid è un alibi.
L’unica strada possibile per rilanciare Milano trasformando questa situazione in una grande opportunità di trasformazione è una sola: rimettere Milano nella sua posizione naturale. Al centro degli interessi di chi la governa per dare origine a una comunità unita, libera finalmente dalle divisioni strumentali di interessi di partito o personali.
Per tornare a essere un centro di riferimento per gli altri, Milano deve rimettere al centro se stessa. Questa l’occasione storica che nessun amministratore si può permettere di perdere.
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MILANO CITTA’ STATO