Sempre più spesso si parla di glutine come agente in grado di promuovere l’infiammazione, eppure in molti ancora non sanno esattamente di cosa si tratti.
Milano capitale della celiachia
L’intolleranza al glutine si chiama celiachia che è l’intolleranza alimentare più frequente. In Italia vivono 172.197 celiaci: 8 mila in più rispetto al 2013 e ben 23mila in più rispetto al 2012, per una crescita di circa il 15,8 per cento. Oltre la metà di loro vive nel nord Italia: il 48% delle diagnosi, infatti, è concentrato al Nord, il 22% al Centro, il 19% al Sud e l’11% nelle Isole. In Lombardia risiedono 30.541 celiaci, il 17 per cento del totale. Seguono il Lazio con il 10 per cento e la Campania con il 9 per cento. La celiachia è una malattia che danneggia l’intestino tenue e può manifestarsi in qualunque fase della vita. Chi ne è affetto è intollerante al glutine, una proteina presente nel grano, nell’orzo, nella segale e nell’avena. Quando la persona affetta da celiachia assume cibi che contengono glutine il sistema immunitario reagisce attaccando e distruggendo i villi intestinali (i piccoli filamenti presenti lungo la parete dell’intestino tenue che permettono l’assorbimento dei nutrienti). Se il villo non funziona bene la persona presenta i sintomi di malnutrizione anche se si alimenta normalmente. I sintomi sono variabili, possono colpire l’apparato digerente o altre aree dell’organismo. Quelli più tipici sono gonfiore addominale, anemia, affaticamento, dolori diffusi ad ossa e articolazioni, umore depresso, ansia, formicolio e intorpidimento di mani e piedi, infertilità, stomatite aftosa ed eruzioni cutanee.
Gluten sensitivity: almeno 3 milioni
Oltre ai celiaci ed agli allergici al grano, in Italia si stimano 3 milioni di persone affette dalla cosiddetta Gluten Sensitivity. La Gluten Sensitivity è quella condizione in cui in seguito all’ingestione di glutine siamo in presenza di sintomi in buona parte sovrapponibili a quelli della celiachia e della sindrome da colon irritabile: gonfiore addominale 25%, spossatezza 33%, diarrea, stipsi 20%, dolori addominali 68%, cefalea 35%, eczemi/eruzioni cutanee 40%, depressione 22%. Rispetto alla celiachia non c’è atrofia dei villi intestinali né risposta autoimmune dell’organismo.