Negli ultimi anni la presenza americana in città si è fatta sempre più massiccia. L’interesse e l’investimento delle multinazionali è incredibile: Milano è diventata il nuovo sogno americano?
Milano è il nuovo SOGNO AMERICANO
#1 Microsoft
Nel Febbraio 2017 ha inaugurato la Microsoft House che ha cambiato il volto di piazzale Baiamonti. Un investimento di 10 milioni di euro con 832 vetrate e sei piani nella piramide di Herzog.
#2 Apple
Nel Luglio 2018 ha aperto l’Apple Store in piazza Liberty che ha rivoluzionato la piazza e preso nell’immaginario il posto dell’Apollo, storico cinema milanese.
#3 Starbucks
Anticipato dalle palme in piazza Duomo e accolto da code chilometriche a inizio settembre 2018 in un palazzo storico di Piazza Cordusio ha aperto il primo Starbucks d’Italia. Dopo pochi mesi è stato seguito da un secondo punto vendita in corso Garibaldi. Il proprietario dell’azienda ha rivelato che l’idea di Starbucks gli è venuta proprio a Milano, durante i suoi studi.
#4 IBM
Multinazionale americana già tra i principali partner di Expo, nel maggio 2018 ha rilevato da Coima il Pavilion di Porta Nuova che era stato concepito inizialmente come spazio espositivo da destinare ad iniziative culturali e sociali. Stipulando un contratto d’affitto pluriennale di 45 milioni di euro IBM si è assicurata una location da favola per la sua nuova sede a Milano.
#5 Hines
L’azienda del Texas è una delle maggiori società immobiliari al mondo, con sedi in 108 città in 18 paesi, e beni per un valore stimato intorno ai 23,4 miliardi di dollari. A Milano Hines significa soprattutto una cosa: Porta Nuova. Tutti i più importanti progetti edilizi dell’area sono stati infatti realizzati dalla multinazionale americana il cui riferimento in Italia è l’ormai leggendario Manfredi Catella.
Dopo aver tanto costruito, a Porta Nuova Hines pare ora più impegnata alla vendita: i grattacieli sono passati nelle mani del fondo sovrano del Quatar. Il ricavato è stato subito rimesso subito in circolo su altri progetti nella città: Hines ha appena investito 75 milioni per un campus universitario in via Ripamonti, ultimo tassello di un monte investimenti che negli ultimi due anni sfiora i due miliardi con l’acquisto di immobili storici in Via Dante, Piazza Cordusio, Via Broletto, Via Torino, Piazza Edison, via Orefici, Piazza Liberty, Via Mazzini e Via del Lauro.
#6 Blackrock
Nel cuore di Milano non poteva certo mancare la più grande società di investimento del mondo che ha aperto i suoi uffici in Piazza San Fedele.
#7 Elliott
Gli americani si aggiudicano il primo match della guerra con la Cina. Nell’estate del 2018 il Milan è passato dai cinesi agli americani del fondo Elliott che si è trovato ad avere una quota del 99,93%. Il passaggio è stato determinato dall’incapacità del proprietario precedente, Li Yonghong, di fare fronte agli impegni finanziari nei confronti del fondo. Non potendo pagare i debiti ha perso tutto, un po’ come i genovesi con la Corsica.
Elliott Management Corporation è una società di gestione degli investimenti fondata nel 1977 a New York da Paul Elliott Singer che ricopre anche i ruoli di Presidente e co-CEO della società), ed è considerato il più grande fondo di investimento “attivista” al mondo, noto in particolare per la compravendita di titoli di paesi in default. Speriamo che il Milan non sia un aperitivo.
#8 Google, Facebook, Amazon
Nella capitale dell’innovazione sono planati anche i tre grandi protagonisti della new economy. Big G nel 2014 ha preso possesso da Hines un edificio di 11 piani in zona Porta Nuova. L’edificio, già noto come Ziqqurat per la sua forma a piramide tronca, è celebre per le sue tre facciate in vetro, scelte per sfruttare l’illuminazione naturale.
Il 2014 ha segnato anche l’apertura della nuova sede di Facebook in piazza Missori. Più recente, nel novembre del 2017, è l’arrivo a Milano di Amazon che ha trasferito il suo quartier generale nell’ex palazzo Maire Tecnimont di via Monte Grappa 3, oltre 17.500 metri quadri di spazio, disposti su quindici livelli.
#9 Bloomberg Associates
E’ arrivata a Milano anche l’influente associazione fondata dal magnate ed ex sindaco di New York. L’obiettivo della sua attività è sulla home page del sito: “consigliamo e aiutiamo i governi delle città ad affrontare con successo sfide complesse e difficili per incidere positivamente sulla qualità della vita dei loro cittadini“. Si tratta di un’organizzazione filantropica che fornisce a proprie spese consulenti alle città del mondo. Spesso elargisce anche finanziamenti a fondo perduto, anche se non sappiamo se questo accada anche per il Comune di Milano. Quello che si sa è che ci sono delegati americani della Bloomberg Associates che lavorano a costo zero per il Comune di Milano. Il volto più noto è quello di Janette Sadik-Khan, ex assessore alla mobilità dell’amministrazione Bloomberg che a Milano è stata tra i protagonisti della trasformazione di piazza Dergano e di piazza Angilberto II al Corvetto.
#10 Rockefeller Foundation
Last but not least è uno dei nomi simbolo del sogno americano.
La Rockefeller Foundation ha siglato un’alleanza con il Comune di Milano che ha portato a creare un team ad hoc, guidato da un Chief Resilience Officer (CRO), Piero Pellizzaro, nominato dal sindaco Sala nel dicembre del 2017 dopo un bando pubblico.
Pellizzaro coordina il progetto internazionale “100 Resilent cities” per “disseminare e implementare strategie urbane di resilienza”, definita come “la capacità di comunità e istituzioni nel gestire in modo positivo e innovativo le emergenze ambientali, economiche e sociali”.
Il progetto ‘100 Relisient Cities’ è stato istituito nel 2013 dalla Rockefeller Foundation allo scopo di promuovere una rete di città e finanziando con 100 milioni di dollari 100 città che adottano lo ‘Chief Resilience Officer’.
Sedi incredibili, vagonate di dollari, Chief Resilience Officer, ormai non ci sono più dubbi: Milano is the new american dream.
MILANO CITTA’ STATO
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