MILANO un tempo era CAPITALE mondiale della MUSICA: 12 idee per riconquistare il PRIMATO

Le nostre proposte per far ritornare Milano nell'Olimpo della musica mondiale

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La nostra città ha un legame indissolubile con la musica: tutti gli artisti più famosi hanno suonato qui con esibizioni rimaste nelle storia, dai piccoli locali allo Stadio di San Siro, e tutti i migliori compositori hanno reso “La Scala” il teatro di musica classica e lirica più prestigioso al mondo. Le nostre proposte per far ritornare Milano nell’Olimpo della musica mondiale.

MILANO un tempo era CAPITALE mondiale della MUSICA: 12 idee per riconquistare il PRIMATO

#1 Fuorisalone della musica. Un evento mondiale

Sfruttando l’esperienza fatta negli anni passati con il Fuorisalone del Mobile è possibile creare eventi, concerti ed esibizioni anche a sorpresa nei numerosissimi luoghi suggestivi che offre la nostra città. Piazze, cortili, musei e università sono il palco perfetto per artisti che, provenienti da tutto il mondo, possono regalare alla città emozioni a sette note indimenticabili.

#2 Valorizzare Milano come capitale della lirica contemporanea

La musica non è solo pop ma ha mille declinazioni e una di queste è la lirica. Considerando il patrimonio nazionale, sicuramente uno dei più ricchi al mondo, è necessario includere lo sviluppo delle opere liriche della musica sinfonica portandole al grande pubblico. Iniziative come i Tre tenori o più recentemente il Volo sono il chiaro esempio di come risponda il grande pubblico quando la musica classica viene resa fruibile senza dover necessariamente andare a teatro.

#3 La Scala: un brand per esportare musica nel mondo

Costruita in due soli anni, tra il 1776 e il 1778 sotto il dominio austriaco, è sicuramente uno dei teatri più famosi del mondo deve essere uno dei punti cardine di questo progetto. La sua scuola ma anche le sue maestranze sono un incredibile patrimonio che deve essere messo a disposizione della città. In cambio crediamo che si debba riconoscere alla Scala stessa una sorta di brand che identifichi tutto ciò che è musica classica e sinfonica oltre che, ovviamente le opere liriche per le quali l’Italia vanta un primato assoluto.

#4 Il conservatorio Giuseppe Verdi: rilanciarlo come punto di riferimento per la formazione musicale mondiale

Una delle più prestigiose istituzioni europee nell’ambito della formazione musicale giustamente dedicata al grandissimo genio nato in Emilia, ma milanese per tutta la sua sfolgorante carriera. Creato per formare artisti che abbiano a che fare con l’universo delle 7 note nelle sue varie declinazioni sforna ogni anno decine di talenti che andranno a infoltire i palchi di tutto il mondo. Mai sufficientemente pubblicizzato tra i ragazzi che devono scegliere un orientamento per il loro futuro e impossibile da non sfruttare per rilanciare Milano nell’olimpo della musica mondiale. Musicisti e cantanti che devono poter esibirsi per regalare il loro talento per il bene della città e dell’arte.

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#5 Caserme trasformate in luoghi per la musica

Un altro capitolo musicale che deve essere riscoperto e portato al grande pubblico. Come? Esistono numerose caserme e siti militari che non vengono utilizzati o addirittura sono in stato di abbandono ma tutti adatti per ricevere pubblico e prestarsi ad esibizioni e concerti. Bande musicali dei vari eserciti del pianeta avrebbero finalmente un palcoscenico dal quale esibirsi e interpretare un repertorio che difficilmente avrebbe una occasione così importante e vasta.

#6 Una Scala per la musica pop

Pur operando in moltissimi settori, o generi, al Teatro della Scala non è prevista la musica pop, rock e rap. Si potrebbe creare una cattedrale per la musica moderna dove, per tutto l’anno, si possano esibire artisti e band che stanno emergendo ma che hanno difficoltà a trovare un palco all’altezza del loro talento. Quella terra di mezzo che va dal locale ai palazzetti ma che premierebbe una infinità di artisti che potrebbero emergere e, allo stesso  tempo, un posto dove numerose persone possano ascoltare la loro musica con una acustica di tutto rispetto e con le giuste dimensioni di capienza di pubblico e di spazi attigui.

#7 Una nouvelle vague di musica milanese

Il vero trampolino della musica. Milano è la città di Gaber e Jannacci, di Enrico Intra e Franco Mussida ma anche di Ghali e Marracash e Mahmood, insomma una enciclopedia della musica melodica e d’autore. Se si vuole rilanciare la città come capitale della musica è fondamentale passare attraverso i nostri artisti. La loro consulenza e la loro immagine deve essere un punto nodale dal quale transitare per ridare a Milano quel primato che da troppo tempo latita. È necessario però poter dare la possibilità ai locali ancora esistenti a Milano, ricordiamo che istituzioni come Le Scimmie e Il Capolinea non esistono più, e che hanno un palco a disposizione, di essere messi nella condizione di poter ospitare esibizioni nonostante gli intoppi e i balzelli imposti da uno Stato non certo tenero verso chi promuove l’arte o di arte ci vive. Questa è la direzione che deve essere presa per valorizzare e produrre musica d’autore e pop nella tradizione italiana. Creare situazioni favorevoli vuol dire anche rendere realtà per molti talenti inespressi l’avere un palco dal quale esibirsi. Troppo spesso le difficoltà burocratiche scoraggiano i ragazzi che si avvicinano alla musica e creano così tanta sfiducia da far gettare la spugna ai più, così anche per i produttori che trovano più prolifico seguire i talent piuttosto che girare per i locali e scovare il nuovo Jannacci o gli eredi degli Elio e le Storie Tese.

#8 Milano Città Stato: sgravi fiscali per la musica dal vivo

Riguardo il capitolo precedente Milano deve farsi carico di una parte degli oneri necessari per fare esibire artisti e band e riportare la città ad essere una mecca per tutti gli artisti che cercano fortuna o che per amore delle 7 note desiderano esibirsi per regalare ai fortunati presenti un po’ della loro arte. Ricordiamo che in piccoli club ormai scomparsi si sono esibiti Jimy Hendrix, Pat Metheny, Joss Stone, Billy Cobham e Keith Emerson e mille altri incredibili artisti. Ricreare ambienti e situazioni ideali per riportare i grandi nomi è un compito indispensabile per Milano

#9 Capitale della musica da strada

Quanti di voi si sono imbattuti in spettacoli improvvisati da parte di musicisti che nella maggior parte dei casi sono stati multati e allontanati? Troviamo assurdo che in piazze e vie non vengano adibiti dei luoghi dove questi talenti possano esprimersi liberamente. Gli artisti di strada sono i novelli cantastorie, sono l’anima della città e la voce fuori dal coro oltre che, tendenzialmente, persone che vivono di musica e come tali vanno aiutate e sostenute.

#10 Tour nel mondo per promuovere la musica made in Milano

Come già detto Milano è piena di talenti che si son già fatti conoscere in tutta Italia e, per alcuni, è già stato possibile esibirsi all’estero. Creare un brand dei musicisti e cantanti di Milano e portare il brand nel mondo deve essere visto come un obiettivo primario. Nello scambio culturale e etnico non deve esserci solo il fatto di ospitare artisti da tutto il mondo ma anche poter fare conoscere la nostra musica ovunque. Un tour che porti la musica Made in Milano e che utilizzi i nostri più affermati cantanti come ambasciatori nel mondo.

#11 In caso di vittoria di un italiano portare l’Eurovision a Milano

Perché no: sarebbe un sogno. Milano è stata sede degli MTV Europe Music Awards nel 2015, ospita le finali di XFactor e molti altri show di richiamo internazionale. Perché non l’Eurovision? Sarebbe il teatro perfetto e si inserirebbe perfettamente nel progetto di riportare Milano al top delle città della musica.

#12 Jingle distintivo per la musica a prodotta a Milano

Una grossa mano dovrebbe arrivare dalle varie emittenti nazionali e private che aiuterebbero la Madunina a tornare agli antichi fasti nel mondo musicale. Identificare la musica Made in Milano crediamo possa essere un grande motivo di orgoglio per tutti coloro avranno lavorato per riportare la nostra città agli antichi fasti

ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.