I locali mitici che a Milano non ci sono più

Li ricordate?

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Credits: festeamilano.it - Shanghai

Dalla “Milano da Bere” ai giorni nostri, i locali che hanno fatto la storia della città e che oggi sono solo un lontano ricordo. Ricordiamoli in questa carrellata nostalgica.

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I locali mitici che a Milano non ci sono più

#1 Amnesie, uno dei locali top di Milano nato sulle ceneri di una balera

Uno dei locali top di Milano, sorto nel 1981 sulle ceneri di una balera grazie all’intuizione di Big Laura, regina delle serate milanesi. Una sua sentenza decretava l’accesso nel suo locale o l’allontanamento senza alcun appello. All’interno un locale che adesso sembrerebbe bruttino ma che allora apriva alla vita notturna milanese. Alla console Franchino ma soprattutto Tony Carrasco, celebre per le sue fughe per e dalla pista per “approfondire amicizie” con le avventrici del locale tra un disco e l’altro. Un mito.

#2 Rolling Stone, prima Studio ’54, dove hanno suonato i migliori artisti internazionali: da Joe Cocker agli Oasis

Credtis: eventshunters.com – Rolling Stone

Ricavato dal cinema Ambrosiano in Corso XXII Marzo e nato nel 1979 come Studio 54 sull’onda del successo del celeberrimo locale di New York, simbolo di trasgressione e del “tutto è possibile”, nel 1981 diventa Rolling Stone ed è un chiaro tributo al rock e ai suoi adepti. Qui hanno suonato artisti del calibro di Joe Cocker, Bob Geldof, Lou Reed, Iggy Pop, The Ramones e gli Oasis oltre ad essere poi stato il palco dal quale hanno trasmesso per MTV alcuni show compreso quello di un esordiente e promettente ragazzo che si faceva chiamare Jovanotti…

Nel corso degli anni diventa sede di serate a tema che hanno dettato legge quali Órchestra con musica dal vivo, inizialmente con la band di Demo Morselli alla direzione oppure della serata Fidelio creata dagli inossidabili Max e Pino, che ha catalizzato l’attenzione della generazione che adesso è over 50.

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#3 Cafè Solaire, dotato di grandi vasche a idromassaggio, i più temerari chiudevano la serata con un tuffo

Il mare a Milano. Nel momento topico il locale era dotato di grandi vasche per idromassaggio e le serate erano all’insegna dell’estate e del mare qui rappresentato dal grande bacino dell’Idroscalo. I più temerari chiudevano la serata con un tuffo, rigorosamente proibito, per poi darsi alla fuga. In totale stato d’abbandono attende tempi migliori.

#4 Parco delle Rose, il “borgo” della notte ai margini di Milano

Credits: ilgiornaldenavigli.it

Discoteca ai margini della città, collocata dietro la parte sud di Piazzale Corvetto. Enorme per essere a Milano venne poi divisa in due locali separati: il Borgo del Tempo Perso e il Karma. Costruiti con una architettura decisamente innovativa e di grande impatto erano adatti anche per cenare e passare una serata senza doversi preoccupare di girovagare per locali. Decisamente meglio in estate con le numerose sale a tema compresa quella Latina che registrava perennemente il tutto esaurito. Sede di frequenti risse nei parcheggi e collocato non lontano dai fortini della droga, una volta chiusi i due locali attigui sono diventati sede di degrado. Rientrato in un piano di riqualificazione urbanistica non vedrà più gli antichi fasti.

#5 Shanghai, nell’olimpo dei locali meneghini grazie a Giorgio Armani e Eric Clapton

Credits: festeamilano.it – Shanghai

Uno dei tanti locali della famiglia Bertolotto e nato quasi per gioco deve il suo successo ad un puro caso. Non avendo ben chiaro come potesse funzionare il locale, particolare con il tavolo da bigliardo a centro sala, è diventato inizialmente un anonimo locale con musica dal vivo. Se non ché in una serata come tante ti arriva Giorgio Armani e, al suo seguito, un illustre ospite. Capita che suddetto illustre ospite decida di sottrarre la chitarre a uno dei musicisti che, incredulo, cede la sua amata nelle mani del signor Eric Clapton che esegue qualche suo brano.

Non esisteva Internet ma col semplice passaparola da quella sera lo Shanghai è entrato nell’olimpo dei locali meneghini. Della stessa famiglia altri locali storici quali Le Gare, sempre sotto i binari del treni diretti e uscenti dalla Stazione Centrale, Le Cinema e il più noto Ciak di piada della Repubblica dove si dice bevessero champagne un assoluto anonimato i pezzi da 90 della mala milanese.

#6 Casablanca, l’alternativa al celebratissimo Hollywood

Mezzo in muratura e mezzo in prefabbricato era una sorta di Temporary Disco che poi di temporaneo aveva ben poco dato che per anni ha raccolto molti dei ragazzi e non che giravano in zona Corso Como. Alternativa al celebratissimo Hollywood e ai vari locali in zona si è più volte trasformato arrivando anche ad essere un giardino arabeggiante con grandi cuscini sui quali stendersi. Tra un cocktail e una battuta si tirava mattina. Tappa obbligatoria usciti dal locale era il venditore di panini e piadine che raccoglieva gli irriducibili. Non raro trovare personaggi dello spettacolo e anche dello sport, anche il giorno prima della partita casalinga…lasciamo immaginare… È stato demolito nel 2006.

#7 Charlie Max, il locale del “ganassa” della Milano da bere

Nella sede adiacente al Duomo era una discoteca più orientata al night club con persone over 40 pieni di soldi e immancabili modelle. Il tipico locale del “ganassa” della Milano da bere dove scorrevano fiumi di champagne e polvere bianca in dosi massicce. Quello che “ce l’ha fatta” andava lì la sera. E spendeva una fortuna.

#8 Nuova Idea, primo locale gay di Milano e forse d’Italia

Nuova idea

Primo locale dichiaratamente di clientela gay a Milano ma forse in Italia, una sorta di tempio che sembrava uscito da un film di Almodovar dove una vera orchestra suonava per gli avventori. Non solo gay ma anche signore che amavano ballare e assolutamente molto più avanti di moltissime altre persone non si fermavano davanti ai pregiudizi e frequentavano il locale. Situato in via De Castilia è al centro dell’area che sta subendo una riqualificazione e probabilmente finirà per essere demolito. Si perderà un altro simbolo di Milano e delle sue notti imperdibili.

#9 My Bali, un esperimento coraggioso che ha nobilitato la periferia di Via Padova. Epico il passaggio dei REM che trasgredirono le regole del locale

Credits: discotechemilano.net – My Bali

Nato in una zona degradata di Milano, quel viale Padova troppo citato per episodi che certamente non nobilitano una città, è stato punto di riferimento di feste, party e notti insonni per moltissimi meneghini e non. Tra arredamenti che ricordavano l’estremo oriente, compresa una vera cascata, e cucina etnica hanno sfilato icone della musica e dello spettacolo. Epico il passaggio dei REM che trasgredendo quasi tutte le regole del locale hanno passato una serata della quale ancora adesso i proprietari e i PR del locale ricordano con occhi luccicanti. Un esperimento coraggioso che ha nobilitato e rivalutato la zona con garbo e gusto unico.

#10 Primadonna, tempio dei paninari della seconda ondata con Cecchetto deejay

Tempio dei paninari della seconda ondata, quelli delle Timberland e il giubbotto Levi’s col pelo per intenderci, ha avuto come resident un giovane Cecchetto ed è stato sede di numerose e chiassose feste. A pochi passi da San Babila gli avventori riempivano i marciapiedi limitrofi con le loro moto (Zundapp e Laverda) mentre nella sala saltavano grazie al più famoso dj d’Italia.

#11 New Magazine, la prima disco dove ballare sui tavoli

Forse la prima disco dove a una certa ora permettevano di ballare sui tavoli. Per un certo periodo furono sistemati dei telefoni al centro di ogni tavolo che veniva numerato. Con questi telefoni era possibile chiamare anonimamente un altro tavolo e iniziare a intavolare un discorso nella speranza di poter approfondire l’amicizia fuori dal locale. Innovativo.

#12 Rose’s, casa degli yuppies meneghini

Proprio di fianco allo storico GinRosa c’era il Rose’s, casa degli yuppies meneghini. Mai andare prima di mezzanotte altrimenti si capiva che eri un baluba. I più fighi arrivavano a notte fonda lasciando ala macchina in terza fila nella piazzetta in via Cino del Duca lanciando le chiavi al fidatissimo uomo della porta. La Milano da bere qui cenava, ballava e rimorchiava. Ma se non eri di livello passavi la serata a guardare e nulla di più. Molto pettinato.

#13 Vogue, competitor naturale dell’Amnesie

Competitor naturale dell’Amnesie ha sfruttato l’idea che una selezione rigida all’ingresso facesse la differenza, forse il Greg’s le ha superate tutte. L’idea vincente fu una sorta di chiave d’oro che consentiva l’ingresso al possessore e ad un suo ospite. Locale di livello che ha vissuto fasti per oltre un decennio salvo poi vivere un lento declino, forse anche per la posizione non felicissima in Buenos Aires con il traffico caotico ad impedire qualunque sorta di parcheggio selvaggio. Certo che avere la chiave era un vanto non indifferente.

#14 Fitzcarraldo, i precursori dell’happy hour milanese

Credits: discotechemilano.net – Fitzcarraldo

Come sfruttare una esposizione di mobili etnici di fianco a Porta Romana? Semplice, facendo un locale. Precursori dell’happy hour milanese, i gestori del locale inventarono la formula vincente dell’aperitivo robusto, pettinato e musicale. Alternandolo a sede di eventi il locale ha dato il via a una nuova moda milanese che sembra durare nel tempo.

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ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.