Non erano solo negozi, ma punti di riferimento per appuntamenti e ritrovi in genere, luoghi in cui molti si sono identificati.
I negozi più mitici della Milano di un tempo
# Le vetrine di Cagnoni, il paradiso dei bambini
Era il paradiso dei bambini nati fino all’inizio degli anni Novanta. C’è stato un momento in cui Cagnoni è stato la la versione milanese di Fao Schwarz. I bambini che oggi fanno la fila da Fao, probabilmente sono accompagnati dai genitori che, da piccoli, sognavano davanti alle vetrine di Corso Vercelli.
L’emporio misurava 500 m² di giocattoli, che in alcuni punti arrivavano fino al soffitto. Montati o chiusi nelle scatole, Cagnoni offriva qualsiasi soluzione per il Natale e i compleanni. Era nato nel 1921 come emporio di casalinghi e tutto per la casa, dopo la guerra è diventato il più grande e magico negozio di giocattoli di Milano fino alla chiusura nel 2001, quando Fiorella Cagnoni, nipote del fondatore, decide che è arrivato il momento di cambiare strada per dedicarsi alla scrittura.
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# I tempietti della musica: Prina, Messaggerie Musicali, Stradivari, Mariposa
Una delle passioni della Milano di ieri: i dischi. Di tutti i generi, pop o di nicchia, i giovani degli anni ’80 e ’90, probabilmente richiamati in Piazza Duomo dal fenomeno di MTV live, hanno sempre investito in musica. All’ombra della Madonnina sono fioriti moltissimi punti di riferimento, per soddisfare questo trend: Messaggerie Musicali in Corso Vittorio Emanuele, il Virgin Mega Store lato Via Torino, Mariposa che da Porta Romana apre un punto in galleria Santa Radegonda (sotto la metropolitana).
Bigi, Metropolis, Rasputin e Bonaparte sono altri nomi di negozi di dischi.
Più lontano, verso Loreto, Stradivari è stato il riferimento della Milano da Porta Venezia a Monza. Oggi non ci sono più, così come i negozi di strumenti musicali, come Prina.
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# Peter Flower’s, moda ed emittente radio
Fenomeno molto “Made in Milano“, quello di un imprenditore di nome Pietro Fioravanti, che internazionalizza il suo nome trasformandolo in un nome che ha fatto epoca: Peter Flower’s.
Inizia ad importare calzature dall’estero e la sua attività diventa un vero e proprio brand. Da Peter Flower’s, in Via San Michele del Carso, potevi trovare i Camperos e le Dr. Maertin’s appena uscite. In giro per Milano era impossibile non trovare qualcuno con in mano il suo sacchetto bianco con la stampa blu.
Peter Flowers diventa anche un’emittente radiofonica (Radio Peter Flowers) e trasmetteva in FM sui fm.104,500 e 96,900.
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# Astra Games, l’alternativa alla scuola
Il luogo delle bigiate e delle fughe di migliaia di studenti milanesi negli anni Ottanta e Novanta. Astra Games era il paese dei balocchi, una enorme sala giochi non lontana dal Duomo, sotto i portici di Vittorio Emanuele, raggiungibile solo a piedi dietro al Cinema Astra. Non aveva insegna, l’entrata era quasi segreta, una scalinata conduceva all’ “antro infernale”, un locale buio illuminato solo dai display dei videogames. Ha chiuso nel 2000.
# Fiorucci
Ritrovo, appuntamento e fornitore di vestiti e accessori. Tutto in un unico, mitico, punto, il negozio di Fiorucci. Anche Fiorucci interpreta Corso Vittorio Emanuele come centro nevralgico e lo caratterizza con le sue creazioni. La proposta di Fiorucci è sempre stata il punto di riferimento per i giovani di un tempo, quindi oggi viene ricordato con tanto affetto, una punta di nostalgia per i tempi andati e per le emozioni che ha saputo regalare.
“Felicità” è il sinonimo più ricorrente, scatenato dal ricordo delle sue vetrine.
Quanti appuntamenti vi siete dati davanti alle vetrine di questi mitici negozi?
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LAURA LIONTI
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