Nel pieno centro di Milano c’è un parco pubblico che ha due caratteristiche che lo rendono unico. La prima è che è anche un parco archeologico. La seconda è che è il parco più inaccessibile del mondo. Procediamo con ordine.
IL PARCO ARCHEOLOGICO
Il parco archeologico si trova nei pressi delle Colonne di San Lorenzo. Diciamolo subito, non è una delle mete turistiche principali della città, e a dire il vero non rende neppure molto l’idea di quanto monumentale fosse l’edificio che conteneva.
Si trattava di una delle costruzioni pubbliche più importanti della Milano capitale dell’Impero Romano: l’Anfiteatro. Vero richiamo per l’intera popolazione di Mediolanum e vetrina per lo stesso Imperatore.
LA STORIA DELL’ANFITEATRO DI MILANO
Destinato ad ospitare gli spettacoli gladiatori, lotte tra uomini e bestie feroci, ma anche pubbliche esecuzioni, venne edificato nei primi decenni del I secolo d.C.
Si trovava poco fuori le mura, oltre Porta Ticinensis, e poteva contenere 20.000 spettatori. Nel corso del V secolo venne progressivamente demolito per recuperarne i materiali di costruzione, prevalentemente i blocchi di pietra, che confluirono nella basilica di San Lorenzo e nei rinforzi delle mura cittadine.
Le indagini archeologiche iniziate negli anni trenta del novecento ne hanno permesso l’esatto posizionamento (tra l’attuale via Arena, via Conca del Naviglio e via De Amicis), nonchè le sue misure, davvero notevoli: 155 metri x 125 metri.
UN PARCO QUASI INACCESSIBILE
Quel che resta oggi e che possiamo visitare è purtroppo davvero poco: solamente le fondazioni (parziali) sono visibili entrando nel “Parco archeologico dell’anfiteatro romano“, un parco che oltre ad avere alcuni reperti archeologici, è particolarmente riservato, visto che al suo interno non c’è mai nessuno. Anche perchè la mancanza di ingressi e gli orari di chiusura lo rendono praticamente inaccessibile.
In cerca dell’ingresso
Ci sono due cancelli che darebbero l’accesso diretto al parco. Uno in via De Amicis, l’altro in Via Arena. Ma sono sempre chiusi. Ci sarebbe anche un terzo ingresso teorico, costituito dal Vivaio Riva, ma anche il Vivaio è stato chiuso. Per entrare, l’unico modo è di individuare il portone di un palazzo di via De Amicis 17, un ex monastero femminile.
VIDEO: l’unico ingresso al parco
Gli orari di chiusura
Attraverso un portone ben mimetizzato, c’è solo una targa che indica la destinazione, si accede nel cortile interno dell’Antiquarium Alda Levi, dedicato alla prima donna sovrintendente ai beni archeologici della Lombardia. Qui bisogna evitare di perdersi visto che un cartello vieta nel cortile l’accesso ad estranei. Bisogna destreggiarsi con perizia, procedere sulla destra fino ad arrivare in fondo dove si trova un cancello che conduce al parco. Sperando di trovarlo aperto. Già, perchè il parco, oltre a vietare praticamente qualunque cosa, è:
chiuso la domenica
chiuso il lunedì
chiuso il sabato pomeriggio
e, da novembre a marzo, negli altri giorni chiude alle 16.30.
Quel che resta del parco
Se si è fortunati ad azzeccare l’orario di apertura, si accede ad un vasto prato dove si trovano i resti del grandioso edificio. Solo abili rendering tuttavia ci possono dare l’idea di quanto fosse maestoso l’anfiteatro nei tempi di massimo splendore.
Il Parco è sotto il Ministero dei Beni Culturali, quindi il governo di Roma, attraverso la Sovrintendenza, che forse potrebbe fare qualcosa di più: oltre ai cancelli chiusi e agli orari che paiono fatti apposta per tenere lontane le persone, anche quel poco che si trova dentro non sembra molto valorizzato, come si vede da queste immagini.
Video: IMG_9394
In questo caso il Comune non c’entra, anche se sorprende che abbia ceduto alla Sovrintendenza a costo zero anche l’area di sua proprietà dove, dagli anni venti fino allo scorso dicembre, sorgeva il Vivaio Riva. Altra area verde che, oltre ad aver fatto la storia di Milano, almeno era aperta al pubblico.
Sul sito web del parco si trovano gli orari e qualche interessante informazione sulla Milano imperiale. Nota dolente: il sito risulta aggiornato al 2012.
MAURO COLOMBO
Con il contributo di Andrea Zoppolato
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