La CICLABILE di PORTA VENEZIA: green dream o incubo metropolitano?

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Ph. credits: milanotoday

Siamo solo agli inizi, ma come esordio non è tra i migliori. La ciclabile di Porta Venezia che sta dividendo i milanesi. Apparsa alla fine del lockdown ha sollevato un vespaio di polemiche sull’opportunità di realizzarla in un momento così critico per la città e sul tragitto così bizzarro tracciato sulla carreggiata. Alle polemiche si sono ora aggiunti i commercianti che iniziano a far sentire le loro proteste. Differente l’opinione delle due ruote, anche se pure tra i ciclisti le perplessità sono molte. 

La CICLABILE di PORTA VENEZIA: green dream o incubo metropolitano?

A creare scontento è il tratto della nuova pista ciclabile di Porta Venezia, realizzata all’inizio di maggio ma messa alla prova solo questa settimana, con la riapertura delle attività commerciali.
In una giornata di traffico ordinario ecco come appare: camion parcheggiati per scaricare le merci, auto in sosta, segnaletica ancora mancante.

Ph. credits: Pierfrancesco Maran

# Il progetto

Palazzo Marino ha lanciato un piano che prevede la realizzazione di 35 chilometri di piste ciclabili entro la fine del 2020, un progetto che servirà a dare un’accelerazione all’anima green della città, cercando di mantenere sotto controllo il livello di inquinamento, ridotto durante il periodo di lock-down, e quello del virus. Il sostegno alla micro-mobilità serve, infatti, anche per incentivare gli spostamenti urbani con mezzi alternativi al trasporto pubblico locale. Ma la ciclabile incriminata, che arriverà secondo il progetto dell’amministrazione comunale fino a Sesto San Giovanni, a un mese dal lancio è solo a metà di corso Buenos Aires.

# Un tracciamento bizzarro delle linee

Il disegno delle linee di ridisegno della mobilità è risultato da subito alquanto bizzarro e pericoloso. Come si vede nella prima foto i punti critici sono diversi:

  • il primo tratto di pista ciclabile su Corso Venezia finisce contro un marciapiede e interrompe la sua corsa nel nulla
  • il parcheggio dei disabili oltre ad essere in doppia fila mette in pericolo chi è in carrozzina e deve uscire dall’auto perché potrebbe esser investito
  • anche la piazzola di carico e scarico è in doppia fila
  • la corsia pedonale si trova tra bici e automobili senza alcuna protezione.

Nelle ultime due foto, nel tratto iniziale di Corso Buenos Aires, il pericolo è dettato dal fatto che le automobili nell’immissione nella carreggiata si trovano ad avere un angolo cieco, non potendo vedere i ciclisti sul lato sinistro e devono di fatto attraversare la pista ciclabile, tagliano la strada a chi la sta percorrendo, per proseguire la marcia.

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Dal minuto 1.20 del video si vede la pericolosità della scelta di disegnare il percorso ciclabile e di immissione di veicoli in maniera discutibile. 

# La voce dei commercianti

“Un ingorgo pazzesco di auto, bici e pedoni”, così riporta l’Ansa che ha raccolto le lamentele dei commercianti della zona di Porta Venezia e in particolare del primo tratto di corso Buenos Aires. Il rallentamento che causano questi tappi di traffico sembra che aumenti l’irrespirabilità dell’area, a dire di alcuni di loro.

Dichiara Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità, Confcommercio Milano: “Il Comune di Milano ha varato il piano denominato Biciplan. Comunicato in videoconferenza il giorno prima, il giorno dopo, in tutta fretta, si è preoccupato di sfruttare il momento di traffico quasi nullo per darci un saggio della prossima mobilità che ci aspetta. Le attività commerciali milanesi, duramente colpite dal blocco di oltre due mesi, si aspettavano dall’Amministrazione comunale sostegno e aiuto: una vera sospensione di alcune tasse locali, contributi e facilitazioni: dovranno, invece, fare i conti con una nuova ulteriore difficoltà”.

E così descrive lo stato della convivenza auto-pedoni-cicli: “Avremo un allargamento dei marciapiedi sulla sede stradale, una corsia ciclabile di grandi dimensioni, una stretta corsia pedonale di servizio, una corsia a tratti dedicata al carico e scarico merci e alla sosta disabili e, infine una sola corsia di scorrimento automobilistico. Tutto ciò ci regalerà file interminabili di vetture e veicoli commerciali, una velocità del traffico tendente a zero e molte difficoltà per l’eliminazione della corsia più prossima alle aree di parcheggio, che separava il traffico più lento, alla ricerca della sosta, da quello di scorrimento più rapido”.

# La voce dei ciclisti

Pur apprezzando lo sforzo, i limiti del tratto realizzato sono evidenti a tutti, compresi ai beneficiari dell’iniziativa che non hanno mancato di sollevare perplessità pe questa bizzarra gimkana. 

Fonti: ansa, milanotoday

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.