Dopo l’ormai nota storia de “La Legge Nuova”, la scultura sulla facciata del Duomo risalente al 1810 e chiara musa ispiratrice, per usare un eufemismo, della celebre Statua della Libertà, completata nel 1885 da Frédéric Auguste Bartholdi a Liberty Island e da tempo simbolo di New York, oggi balza all’occhio un’altra appropriazione culturale della Grande Mela: la Fearless Girl.
Ancora una volta una statua al centro della disputa.
Fearless Girl ha fatto la sua comparsa sulla scena newyorkese il 7 Marzo 2017, data non casuale, essendo il giorno precedente alla Giornata Internazionale della Donna, ed avendo con questa ricorrenza molte cose in comune.
La scultura è stata infatti creata per sensibilizzare il mondo riguardo alle questioni della parità di genere e in particolare per incentivare e incoraggiare l’assunzione di donne da parte delle multinazionali, realtà ancora oggi percepite come troppo maschiliste ed ostili nei confronti dell’altro sesso, fatto che diventa man mano più evidente salendo ai piani alti delle gerarchie.
Poco importa che la società che ha finanziato la statua, la State Street Corp, sia stata recentemente condannata a pagare 5 milioni di dollari per risolvere alcune dispute derivanti le differenze tra i salari percepiti dagli uomini e quelli percepiti dalle donne al suo interno, a parità di mansioni, salari che vedevano in ogni caso queste ultime come svantaggiate.
Ciò che intendiamo sottolineare è il fatto che Fearless Girl si trovi di fronte alla Borsa di New York, a Wall Street, e che sia un’aperta provocazione a Charging Bull, la storica scultura del toro che rappresenta la tenacia e la fiducia nel futuro del popolo americano, sostenuto anche dal suo enorme potere economico, scultura tra l’altro realizzata da un italiano. La celebrazione e la magnificazione del dollaro sfidate da una bambina.
Irriverenza davanti al mondo della finanza? Vi ricorda qualcosa?
In effetti, a Milano sa di già sentito: è dal 2010, infatti, che il famosissimo Dito di Maurizio Cattelan è lì a salutare tutti i giorni Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, e chi ci lavora.
Il suo nome originario, L.O.V.E., sta per “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”. Un messaggio provocatorio come e più di quello della Fearless Girl, ma ci mancherebbe, Milano è più che contenta di aver ancora una volta ispirato New York che, pur non essendo formalmente una città-stato, è certamente la Città Alfa per eccellenza.
Almeno Cattelan, per quanto sia sopra le righe al netto del fatto che è un artista, non è mai caduto in una contraddizione come quella della State Street Corp: l’Arte abita ancora in Italia, e Milano resta un perno e un centro di sperimentazione d’eccellenza nel nostro Paese, anche sotto questo punto di vista.
Gli altri possono “accompagnare solo”.
HARI DEI MIRANDA
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