Se possiamo dare per assodato che i milanesi conoscano bene il centro storico (la zona 1 dal PIL pro capite più alto d’Italia), non sempre questo è vero per gli altri 8 municipi in cui la città è divisa. Vediamo dunque un quartiere per zona che i milanesi stanno riscoprendo. Cover: Ph. @starwalls IG
7+1 QUARTIERI per vivere da turisti a MILANO
# NOLO, il polo hype di Milano
Il nome di questo quartiere richiama gli acronimi newyorkesi: sta per North of Loreto, indicando quella porzione di città compresa all’incirca tra Via Padova a est, piazzale Loreto a Sud, i binari della ferrovia a nord e a ovest. Area a lungo depressa, ha avuto un boost evidente anche solo dalla nuova denominazione che ha di fatto mappato il quartiere in città.
Il centro della zona è via Venini, un tempo conosciuta solo per alcuni hotel della vicinanza della Stazione Centrale. I progetti architettonici di rivalutazione della zona sono molteplici e sembrano non doversi fermare mai, dando a NoLo una decisa vitalità che ne costituisce al momento la più grande attrazione, tra le vecchie case riqualificate e i tanti locali internazionali o milanesi (che poi è la stessa cosa) per un aperitivo attorno a Piazza Morbegno.
Il monumento più importante della zona è la chiesa di Santa Maria Beltrade, prima chiesa progettata dalla Scuola d’Arte “Beato Angelico”, fondata nel 1921 da monsignor Giuseppe Polvara, che si presenta come un edificio dai gusti art déco nascosti dietro apparenze neoromaniche. NoLo è un must per ogni milanese à la page del 2022.
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# LAMBRATE, il quartiere più “anarchico” di Milano
Vasto quartiere notissimo per la sua stazione ferroviaria, si estende principalmente a est dei binari, al di là di qualche locale DOC presente nelle strade residenziali che si avvicinano alla zona universitaria di Città Studi. I milanesi conoscono bene il comparto dedicato al Salone del mobile, attorno alla creatività imbattibile di Via Ventura.
Una delle primissime riqualificazioni ‘storiche’ dei quartieri periferici operate dal comune di Milano ha interessato la sua strada più iconica: Via Conte Rosso, dove le parigine segnalano sostanzialmente un vecchio borgo lombardo abbastanza conservato nella sua immagine DOP. Oltre a Viale delle Rimembranze, la famosa piazza con il nome di viale che anche solo per transito automobilistico molti milanesi conoscono, il monumento immancabile per i turisti nella loro stessa città è sicuramente Villa Folli, che essendo abitazione privata si può ammirare solo dall’esterno, con il suo impianto planimetrico ad “U” a corte aperta risalente al 1700. L’ennesimo gioiello nascosto della nostra città.
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# CALVAIRATE, la nuova frontiera dell’urbanistica
Un quartiere dall’identità così definita da avere addirittura una squadra di calcio, che gioca in Eccellenza, la quinta divisione del campionato italiano. Eppure, questa è una zona che sinora è stata snobbata alla grande dai milanesi per la sua edilizia popolare raccolta attorno alle belle piazze verdi Martini e Insubria, con l’appendice appena un po’ più cool della più intima piazza Tito Imperatore, ormai rivolta verso il respiro cittadino della circonvallazione interna.
In attesa che partano la riqualificazione delle favolose palazzine liberty abbandonate da anni lungo Viale Molise, oppure quella dell’Ortomercato, istituzione per la quale comunque ciascun milanese ha perlomeno attraversato la zona, è opportuno cominciare a esplorare il quartiere, a partire dai suoi nuovi pub dove si girano video musicali (Enchant me, della band rock degli Skeletoon).
Una nuova attrazione potrebbe essere la nuova Biblioteca di quartiere, i cui lavori di rigenerazione previsti dal Piano Quartieri stanno portando la struttura inaugurata nel 1969 a un nuovo splendore. Facciamoci un salto, incontreremo tanti abitanti della zona per la quale rappresenta un punto di riferimento in una zona destinata a divenire una delle prossime hype milanesi.
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# CHIESA ROSSA e le atmosfere fluo
Zona molto estesa, i cui ‘confini’ sono delimitati in maniera piuttosto vaga: a sud c’è Gratosoglio, a nord la zona di via Meda che pochi conoscono con il nome storico di Stadera, a est il caos in rifacimento delle zone più esterne del Vigentino, a ovest il mitico Naviglio Pavese che in questo tratto riassume tutta la sua bellezza, superato il tratto orribile delle palazzine senza alberi del quartiere Promessi Sposi, appena oltre la parte centrale della città.
Piazza Abbiategrasso è il punto focale di Chiesa Rossa, ma il progetto originale della linea verde estesa ad Assago aveva le idee più chiare, denominando la stazione in loco con il nome del quartiere e non con quello della piazza, facilmente confondibile con la cittadina della provincia di Milano situata sull’altro Naviglio, quello Grande. In questa zona essenzialmente residenziale il milanese viene per scoprire le varie venature di una delle più grandi ricchezze cittadine, i corsi d’acqua tuttora emersi.
Nonostante il nome del quartiere derivi dall’interessantissima chiesa romanica di Santa Maria alla Fonte, l’attrazione principale è l’allestimento permanente di Dan Flavin, curato dalla Fondazione Prada, all’interno dell’altra basilica di Santa Maria Annunciata, dove l’opera ‘Untitled’ in luce verde, blu, rosa, dorata e ultravioletta permea l’intero volume della chiesa “fluo”. E voi, l’avete già vista?
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# BARONA in mezzo alle acque
Un’altra zona milanese a lungo relegata nell’anonimato assoluto che sta rapidamente scalando posizioni tra i quartieri della vasta prima periferia appena fuori dalla circonvalla è proprio la Barona, quartiere molto identitario da prima delle mode, in cui la gente ha sempre percepito un attaccamento particolare all’area prima che alla città di Milano. Dove si trova? Il suo centro storico si sviluppa attorno a via Zumbini, mentre via Watt a nord già consegna le case al destino d’acqua di San Cristoforo e viale Faenza, a sud e a ovest, delimita le zone residenziali dai parchi milanesi del meridione agricolo della città.
Anche qui come in tante altre zone milanesi da riscoprire si può semplicemente esplorare il quartiere in cerca dei suoi investimenti immobiliari di recupero, per esempio il recente Forrest in Town che a differenza di altri non si sviluppa in verticale ma in orizzontale, secondo il modello dei loft con esteso giardino interno.
Alla Barona le attrattive non mancano, dalle nuove birrerie alle vecchie trattorie di quartiere che servono cibo tipicamente milanese; in piazza Miani, snodo della zona verso la periferia newyorkese di Viale Famagosta, c’è un monumento che nessuno nota mai, e non potrebbe essere altrimenti, visto che i caduti per la guerra aumentano ogni giorno nella nostra apatia più o meno dichiarata.
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# BAGGIO con il suo organo e i suoi parchi
Questo quartiere susciterà un’onda di disapprovazione nell’essere elencato nella lista delle zone da scoprire, perlomeno da parte dei milanesi DOC di una certa età. Il tutto a causa della famosa diceria locale secondo la quale quando si sparano affermazioni particolarmente esagerate e fuori controllo, l’esortazione del popolino è quella di andare a suonare l’organo a Baggio, in una chiesa dove l’organo è solo dipinto sulle pareti.
Ex comune indipendente aggregato a Milano città ben prima degli omaggi del rapper Ghali alla sua realtà odierna, il quartiere può contare su un’area particolarmente estesa che raggiunge ai suoi limitari orientali l’ormai mitico Parco delle Cave, il terzo parco di Milano per dimensioni, dopo il parco Nord e il parco Forlanini, con un’estensione pari a 135 ettari, caratterizzato da quattro bacini artificiali, uno stagno, boschi, corsi d’acqua, orti urbani, un’area agricola attorno alla cascina Linterno.
Proprio quest’ultima risulta essere l’attrazione principale per i milanesi curiosi, dato che già nel censimento del 2010 “I luoghi del cuore” a cura del FAI, la cascina si è piazzata al settimo posto tra gli edifici civili in Italia, in quanto ‘dimora di Francesco Petrarca e antico forno’. Domenica mattina, anyone?
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# QT8, il quartiere visionario
Non esattamente un quartiere dove fare un aperitivo o una cena (tradizionale o etnica che sia), a causa del suo carattere che si mantiene residenziale negli anni, questa zona ai confini della circonvallazione, più o meno situata tra la vecchia zona Fiera, Lampugnano e San Siro deve il suo originale nome (Quartiere Triennale 8) all’ottava edizione della Triennale di Milano, svoltasi nel 1947.
Cantato nelle liriche della grande band di rock progressivo PFM, quest’isola di verde tra quartieri più urbanizzati di Milano ha un fascino speciale che val bene una lunga esplorazione. Le stradine laterali che si dipanano da via Diomede raccontano storie di un quartiere che rimane uno dei più originali di Milano, tra le sue case basse con giardino che richiamano modelli anglosassoni e il grande parco della Montagnetta (termine popolare per Monte Stella), famoso anche per il giardino dei Giusti recentemente ristabilito dal comune contro l’odio razziale sempre dominante.
A breve QT8 potrà contare sul CASVA – Centro Alti Studi per le Arti Visive, che raccoglierà gli archivi delle più importanti figure della cultura del progetto e dunque trasformerà l’edificio in un centro di rilevanza europea per lo studio dell’architettura, dell’arte e del design del Novecento. See you soon!
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# DERGANO tra campagna e Berlino
La Zona 9, grazie all’incredibile boom di Porta Nuova e del quartiere Isola (e forse a quello futuro dello Scalo Farini, tuttora misteriosa) è probabilmente il municipio che di più si è avvicinato all’essere considerata ‘semicentro’ dal milanese imbruttito.
Ma il cittadino che voglia improvvisarsi turista nella sua città deve sicuramente ancora scoprire tante zone di quest’area popolata, tra cui la vecchia frazione di Affori che oggi sta vivendo una nuova giovinezza, grazie alle iniziative sociali sviluppate come in nessuna altra parte della città (dalle sartorie con supporto psicologico ai locali che offrono un impiego a persone fragili).
Il quartiere, un tempo dormitorio, è sempre più richiesto per il suo carattere ‘berlinese’ dell’essere una comunità da 15 minuti, in cui tutto è facilmente raggiungibile. Tra i numerosi progetti edilizi che stanno dotando Dergano anche di torri a ziqqurat, la recente riqualifica effettuata dal comune dell’area più centrale, con pavé e paletti in finto antico, ha reso Villa Hanau, accessibile dal pubblico, la più grande attrazione storica del quartiere: venduta al Comune nel 1891, fu sede degli uffici amministrativi del vicino ospedale per contagiosi Agostino Bassi e attualmente ospita il Consiglio di Zona 9. Siete qui per un aperitivo, vero?
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LORENZO ZUCCHI
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