Per vivere a MILANO uno STIPENDIO non BASTA

Milano è al primo posto per aumento di persone in difficoltà economica

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Gerd Altmann da Pixabay

Sempre più difficile mantenersi a Milano con i livelli retributivi attuali, dal 1990 al 2020 sono calati di quasi del 3% in Italia, e il costante aumento del costo della vita. Una che negli ultimi tempi sembra essere peggiorata ulteriormente, con dei risvolti preoccupanti e drammatici. Milano è infatti al primo posto per aumento di persone in difficoltà economica. 

Per vivere a MILANO uno STIPENDIO non BASTA

# Atm non trova autisti e taglia le corse

Credits mezzi_di_milano IG – Bus Atm

A Milano la vita è cara, più che in qualsiasi altra città d’Italia. Una situazione che negli ultimi tempi sembra essere peggiorata ulteriormente, con dei risvolti preoccupanti e drammatici. Un esempio balzato al centro delle cronache è la difficoltà di ATM nel trovare autisti: ne mancano 300 a cui si aggiunge la ricerca di altri 300 dipendenti con profili amministrativi e gestionali. Gli stipendi non garantiscono una vita dignitosa e per questo c’è anche chi sceglie, una volta assunto, di trasferirsi altrove. L’Azienda Trasporti Milanesi si è vista costretta a ridurre la frequenza di linee bus e tram, tagliando ben 31 corse di superficie.

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# La replica di un tranviere: stipendi bassi e costo della vita insostenibile

Credits Andrea Cherchi – Tram a Milano

La lettera di un conducente per descrivere le motivazioni alla base della fatica di ATM nel trovare lavoratori:

«Gentile redazione, sono un autista Atm/net da quasi vent’anni, e nel corso di questo periodo ho visto cambiare tante cose in Atm in primis, e nel contratto nazionale che, già quando sono stato assunto io nel 2000, era abbastanza basso.

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Ma adesso chi viene assunto in Atm o comunque col contratto autoferrotranvieri guadagna circa €1200 al mese, considerando il fatto che per poter fare questo lavoro bisogna spendere circa €5000 per fare le patenti, tutte le abilitazioni e tutte le varie visite necessarie per poter svolgere questa tipologia di lavoro. 
 
Quindi chi investe €5000 nelle patenti e poi ha un prospetto di lavoro dove ne guadagna 1200€ al mese e le spese sono tantissime, non va più a fare l’autista o il tramviere o il macchinista ma punta fare qualcos’altro dove ovviamente riesce a lavorare guadagnando il giusto per vivere decorosamente. 
 
Cordiali saluti 
Giorgianni BAGLIERI»
 
Un problema che perdura nonostante gli incentivi e gli aiuti proposti da ATM e che sembra valere per molti altri lavoratori come risulta da una ricerca sulle buste paga dei milanesi.. 

# In base a un studio della CGIL il milanese guadagna in media 123 euro lordi al giorno: dai 562 euro dei dirigenti ai 47 degli intermittenti

klimkin da Pixabay

In un’indagine del dipartimento politiche del lavoro della CGIL su 1.687.183 buste paga milanesi, tratte dal database di INPS su dati del 2020 escluso il comparto agricolo, è emerso che la paga media giornaliera dei milanesi è pari a 123 euro lordi al giorno. La cifra è il risultato della media tra gli stipendi più alti e quelli più bassi

Tra quelli più alti troviamo i dirigenti con 562 euro ei quadri con 232 euro. Tra quelli più bassi impiegati, operai e interinali rispettivamente con 109, 74 e 72 Euro. Fanalino di coda i lavoratori interinali intermittenti, 83.000 tra le buste paga prese in considerazione, che guadagnano 47 euro lordi al giorno.

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# Stipendi ancora più bassi per le donne

Gerd Altmann da Pixabay

Il divario salariale si conferma anche tra uomini e donne a Milano, come nel resto d’Italia. Dai dati elaborati da CGIL risulta che un operaio guadagna 80 euro al giorno contro i 54 di un’operaia mentre tra gli impiegati il rapporto è 125 a 96 euro. Nelle fasce più alte i quadri uomini hanno una retribuzione media giornaliera di 232 euro, contro i 214 delle colleghe donne, rispettivamente 585 e 478 euro se si tratta di figure dirigenziali.

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# Le retribuzione degli italiani sono le uniche ad essersi abbassate in Europa in 30 anni

lylias rocca LN – Variazioni salari Europa 1990-2020

A completare un quadro poco edificante arrivano i dati OCSE che certificano come l’Italia sia l’unico paese in Europa in cui le retribuzioni dei lavoratori dipendenti sono calate nel trentennio 1990-2020. Uno sconsolante -2,9%. 

Mentre gli italiani continuano ad impoverirsi, i cittadini delle altre Nazioni europee hanno visto aumentare i loro stipendi con una crescita in doppia cifra, eccetto per la Spagna che ha registrato un +6,2%. Dal Portogallo con +13,70%, passando per l’Austria con +24,90%, sopra il 30 Grecia, Francia, Finlandia e Germania. Oltre il 60% ci sono Svezia e Slovenia, tra il 70 e i l 100% troviamo Ungheria, Irlanda, Polonia. Sopra il 100% Repubblica Ceca e Slovacchia. Il podio è occupato da tre Stati dell’est: Lettonia +200,50%, Estonia +237,20% e Lituania con +276,3%.

# In Italia il 12% della popolazione vive in una condizione di povertà, Milano prima per aumento di persone in difficoltà economica

Infografica corriere

A questi numeri si aggiungono quelli del quarto rapporto sulla povertà alimentare realizzato dalla Ong ActionAid utilizzando l’elaborazione di dati Istat. La fotografia dell’anno successivo allo scoppio della pandemia, il 2021, mostra come almeno 6 milioni di persone al di sopra dei 15 anni, corrispondenti al 12% della popolazione, vivano in condizione di povertà alimentare. Tra questi ci sono, oltre a disoccupati e persone inabili al lavoro, anche giovani adulti tra i 19 e i 35 anni e coloro che pagano un affitto. 

Osservando infine i dati forniti dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro sul numero di chi riceve aiuti Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti), emerge come la Città Metropolitana di Milano sia seconda dietro quella di Napoli per numero di beneficiari (215mila) e addirittura prima per l’aumento più consistente: una crescita di 115 mila unita e un’incidenza del 6,7% rispetto alla popolazione residente. 

 

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Articolo di LAURA LIONTI aggiornato dalla redazione

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