Milano, una città sempre lanciata verso il futuro e la modernità ma che mantiene viva la memoria della sua storia e del suo passato. Perché Milano non dimentica. È così che per le sue strade si possono incontrare alcune “stranezze” che, però, nascondono un significato importante per la città.
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Perché a Milano ci sono pali bucati dei tram?
# I segni del passato
Migliaia di persone camminano ogni giorno per Piazza Repubblica, ma saranno poche quelle che si sono accorte di questi segni, o meglio buchi, sui pali che sorreggono i cavi elettrici dei tram. Una singolarità che può lasciare perplessi ma, riflettendo, si può intuire il motivo per niente banale di questi squarci. La Piazza porta con sé la testimonianza della Seconda Guerra Mondiale e dei bombardamenti su Milano.
# Quando Milano si spense sotto le bombe
Per accelerare la resa dell’Italia, le Forze Alleate intensificarono i bombardamenti e gli attacchi aerei sulla città, un obiettivo raggiunto poi l’8 settembre, in seguito alla firma dell’armistizio da parte del Governo Badoglio. Le notti dell’8, del 13, del 15 e del 16 agosto furono segnate da pesanti bombardamenti che causarono centinaia di vittime e portarono distruzione per tutta la città, colpendo anche gran parte del patrimonio artistico-culturale di Milano, come il Duomo, il Castello, la Galleria e il Teatro alla Scala.
# La testimonianza della guerra incisa sui pali
I bombardamenti, purtroppo, non terminarono con l’armistizio ma proseguirono fino al giorno della liberazione dai nazifascisti (25 aprile 1945). Una volta cessata la guerra, proprio come una fenice, Milano è risorta dalle sue ceneri e in poco tempo è diventata il simbolo del boom economico. Di quel terribile periodo della guerra rimangono poche tracce, le più evidenti sui pali della Piazza, posizionati verso viale Monte Santo (a sinistra della piazza guardando in direzione della Stazione Centrale), nell’area delle rotaie dei tram. Enormi e impressionanti squarci lasciati dalle schegge delle bombe che riportano a galla vecchi e dolorosi ricordi.
Altri segni come questi sono visibili anche sul porticato dell’Università Statale e sul portone d’ingresso del Duomo.
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SELENE MANGIAROTTI
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