Le città stato sembrano un fenomeno contagioso. Madrid è diventata comunidad autonoma, a Parigi sono state introdotte leggi speciali, Londra è stata dotata di un suo governo, così come Città del Messico è nel pieno del processo di diventare una città stato sul modello del mondo germanico, come Berlino, Vienna o Amburgo. Sono città stato in Europa anche Bruxelles, San Peitroburgo, Mosca, Budapest e le città cantone della Svizzera.
Cina ed India stanno realizzando città e distretti autonomi prendendo a riferimento Singapore. In tutto il mondo la tendenza è univoca: dare più autonomia alle città più importanti.
Perché i governi stanno creando delle città stato?
È un fattore ideologico, storico oppure pragmatico come risposta alle esigenze della società di oggi?
Ideologico non è, nel senso che non c’è un’ “ideologia delle città stato”: le città stato non si riconoscono tali per l’appartenenza all’idea o a un modello astratto, ma si caratterizzano esclusivamente per un aspetto amministrativo: la possibilità di autogovernarsi senza organi di mediazione tra sé e il governo nazionale.
Non è un fattore storico, nel senso di continuazione di una tradizione. C’era un periodo del mondo antico caratterizzato dalle città stato, che ha raggiunto l’apice con le polis greche, poi il Medioevo con il Sacro Romano Impero che era suddiviso in numerose città stato. Ma quello delle città stato moderne è un fenomeno completamente diverso rispetto a quello dell’antichità: è il primo segnale di forza delle città rispetto ai grandi stati sovrani che hanno dominato negli ultimi secoli.
Resta l’ultima ipotesi, che le città stato siano una risposta a un’esigenza del mondo contemporaneo. Se fosse così, quale sarebbe questa esigenza che ha portato paesi diversi come Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Russia, Svizzera, Messico o Argentina a puntare su città autonome senza mediazioni di governo?
Negli ultimi decenni, in particolare nell’ultimo, la situazione del luogo come vincolo, come centro di tutte le relazioni che riguardano un individuo, è diventato un concetto superato. Nel senso che oggi c’è la possibilità di trascendere il “luogo” in infiniti modi: tu oggi non devi più scegliere il luogo che ti consente di svolgere entro i suoi confini il massimo delle tue attività, ma tu oggi puoi scegliere quel luogo che ti mette nella condizione di poter operare con tutti gli altri luoghi.
Questa è la premessa: l’impresa, il lavoratore, ogni operatore può scegliere di stare dove può essere in contatto con tutto il mondo, quindi non è più costretto a scegliere il luogo che offre al suo interno il migliore mercato.
Questa è una tendenza globale che investe tutti gli stati. Di conseguenza la priorità commerciale degli stati moderni non è più quella di creare un mercato interno tale da attirare compratori e venditori, bensì creare un luogo che diventi un trampolino per le attività che possano essere svolte al di fuori di quel luogo.
la priorità commerciale degli stati MODERNI non è più quella di creare un mercato interno tale da attirare compratori e venditori, bensì creare un luogo che diventi un trampolino per le attività che possano essere svolte al di fuori di quel luogo.
Per certi aspetti la grande città non risponde più a un’esigenza di essere la sede fisica, la sede di relazioni e di contatti di una persona, ma è diventata un hub di rapporti, come un aeroporto.
Prendiamo ad esempio l’aeroporto. Non si va in un aeroporto per andare necessariamente nel luogo dove si trova l’aeroporto. Questo è ancora più chiaro per gli hub, i grandi aeroporti internazionali, come Francoforte o Parigi: quasi tutti quelli che ci arrivano ci vanno perché sono il luogo ottimale per le connessioni che hanno con altri luoghi.
Le città stato sono principalmente un luogo di attrazione di persone e capitali, sono come degli hub aeroportuali che attraggono per la loro capacità di connessione con il resto del mondo, dando la possibilità di operare ad armi pari con le città più evolute. Queste città “punta” all’interno degli stati stanno acquisendo sempre più autonomia e si potrebbero definire “città mercato internazionali”.
Le città stato moderne sono delle “città mercato internazionali”
Ogni Paese in Europa ha creato o sta creando almeno una città stato che è una città mercato internazionale. Cosa significa in concreto città mercato internazionale?
Per capirlo capiamo cosa si intende per mercato. Il mercato è un luogo dove chi vuole acquistare o vendere della merce ci va perché in quel luogo trova la possibilità di incontrare più occasioni di compravendita per la merce a cui è interessato, anche grazie ad operatori che possono provenire da luoghi molto distanti. Le città si sono formate nel tempo come dei mercati, luoghi dove si radunavano compratori e venditori di tutto il circondario, ma oggi compratori e venditori in realtà possono essere di tutto il mondo e raggiungibili direttamente a casa loro.
Le città si sono formate nel tempo come dei mercati, luoghi dove si radunavano compratori e venditori di tutto il circondario, ma oggi compratori e venditori in realtà possono essere di tutto il mondo e raggiungibili direttamente a casa loro.
Berlino, Parigi, Londra o Madrid sono delle grandi città mercato dove compratori e venditori sono di tutto il mondo. Quando tu vendi devi avere le stesse condizioni fiscali, giuridiche, di libertà di poter vendere a tutti i possibili consumatori del mondo, come se tu stessi operando in un’altra città mercato internazionale. Allo stesso modo il consumatore deve avere la possibilità di comprare i migliori beni e servizi con condizioni analoghe a quelle di altri luoghi. E di conseguenza lo stesso accade per il lavoratore: più la città si pone come un vero hub internazionale e più gli si offre la possibilità di poter lavorare per le aziende di tutto il mondo.
La tendenza internazionale è di concedere maggiore libertà di amministrarsi alle città economicamente più sviluppate. Questa tendenza in atto risponde all’esigenza degli stati di avere al loro interno un’area ottimale per poter accedere ai mercati internazionali, un’area che sia più efficiente rispetto a come è organizzato il resto del Paese.
Il successo delle città stato nasce pertanto da una tendenza che si sta diffondendo in tutti i grandi paesi europei, tranne uno. Indovinate quale.
Andrea Zoppolato
MILANO CITTA’ STATO
Leggi anche:
* 10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
* Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
* Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
* Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato
VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT(OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)