È forse il viale più piazza del mondo: viale delle Rimembranze di Lambrate. Una piazza perfettamente circolare che prende il nome di viale. Come mai, si chiede il viandante che capiti da quelle parti? Nel quartiere della Lambretta e di via Ventura, molti rispondono a spallucce, senza sapere la risposta. Ma noi la risposta l’abbiamo trovata.
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Perché viale delle Rimembranze si chiama così anche se è… una piazza?
Le Rimembranze si riferiscono al “rimembrare”, ovvero al ricordo. Ma di cosa?
Oggi la piazza-“viale” delle Rimembranze unisce le due parti in cui era divisa fino all’inizio del XX secolo: Lambrate di sotto, che includeva via Conte Rosso (ex corso Vittorio Emanuele, quella in cui si trova La Cappelletta di età romana e sulla quale cadde una bomba durante la Seconda Guerra Mondiale che forò il tetto, non deflagrò e diede origine al “miracolo locale”) e Lambrate di sopra.
Autorevoli guide alla toponomastica meneghina ricordano: [Foto sotto]
Quindi il “Rimembranze” non fa riferimento a quando Lambrate era ancora un comune autonomo da Milano – correva l’anno 1923 – bensì all’ingente numero di abitanti di Lambrate, 114, che persero la vita al fronte nella Grande Guerra.
“La porta d’ingresso di Lambrate”
La piazza di Viale delle Rimembranze, definita da molti “la porta d’ingresso di Lambrate”, è allora da considerare come un giardino della memoria, “al quartiere che ha pagato un forte tributo di vite, rappresentate dai platani che, con tre cerchi concentrici, orlano il centro della piazza. È ampia circa 5000 metri quadrati e ha un diametro di circa 80 metri”, spiega il sito www.z3xmi.it.
Oggi questo non-luogo occupato solo dal traffico delle auto e dal transito della linea tranviaria 33 viene sporadicamente usato, ma occorre premettere che la vera e propria strage prodotta dalla Prima Guerra Mondiale (in ci persero la vita oltre 600.000 soldati italiani vi persero la vita), portò alla realizzazione, in moltissime località, di un monumento a ricordo dei caduti. Spesso, secondo tradizione, al posto di una scultura, si dava vita a un viale alberato in cui a ogni pianta corrispondesse un caduto. Sempre per restare in ambito milanese, un viale simile è presente a Greco Milanese, ch’era anch’esso, all’epoca, comune autonomo.
Nel caso di Lambrate, forse per dare maggior enfasi all’immane tragedia, si optò per la realizzazione di un rondò, dove furono messi a dimora 114 platani, ognuno di essi a rappresentare un caduto del quartiere.
Passati molti anni e scomparse le generazioni che avevano vissuto quei momenti si rischiava che il “Viale” delle Rimembranze fosse vissuto come un normale rondò cittadino. Per evitare ciò, qualche anno fa, il consiglio di zona decise di ripristinare le targhette con il nome dei caduti (anche in carattere Braille) sul tronco dei platani. Come a dire che Milano non dimentica”.
Supporta la tesi twbiblio.wordpress.com:
“I caduti del Comune di Lambrate, annesso nel 1923 a Milano, morti nella Grande Guerra furono 114. Per ricordarli fu creato il Viale delle Rimembranze di Lambrate. Ma, contrariamente a quanto avvenuto in altri luoghi, dove al posto di un monumento a ricordo dei caduti è stato realizzato un viale alberato e ogni pianta venne messa a dimora in memoria di un caduto, a Lambrate il viale non fu alberato: lungo il suo asse venne sfruttato un rondò realizzato quale capolinea dei tram
e su di esso furono piantati 114 platani.
Sulla facciata della ex scuola elementare Maroncelli lungo il viale, non sul rondò, vi sono due lapidi che riportano i nomi dei caduti, non tutti leggibili perché capita che le corone messe annualmente ne impediscano la vista.
Passati gli anni i platani sono cresciuti ma alcuni sono inevitabilmente morti. E poiché quel luogo della memoria a chi lo attraversava non evocava il significato di quei platani il Consiglio di zona 3, nel 2005, decise di ripristinare, sui tronchi dei platani, le targhette con il nome dei caduti, indicandoli anche in carattere Braille. Peccato che delle 114 targhe ne siano rimaste solo 16.”
Continua la lettura con: Lambrate policentrica
PAOLA PERFETTI
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Interessante articolo, ma non ha chiarito perche sia chiamato “viale” quando in realtà è una piazza…
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