Famoso per essere stato il primo a portare in Italia lo stile Scat, il virtuosismo canoro che nasce dall’imitazione vocale degli strumenti musicali.
PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese
# Quando il Jazz arriva a Milano
Nel 1917 il Jazz in Italia è una musica di “nicchia”, prevalgono ancora le melodie tradizionali, che seguono una rigida, quanto retriva, disciplina. A Milano un certo Arturo Agazzi si fa chiamare “Il Mirador”: è un musicista e le antologie raccontano che fu lui a far entrare il Jazz nella città meneghina. Porta questo genere nei tabarin, ovvero i locali notturni dove si suonava e si ballava. Qui, per la prima volta, il pubblico vide (anzi, ascoltò) la combinazione tra banjo, tromba e batteria. Il primo importante contesto in cui venne suonato questo genere, proveniente da New Orleans, fu il teatro Trianon di Corso Vittorio Emanuele, proprio grazie al gruppo del Mirador.
In quel periodo un adolescente cercava di farsi largo nel mondo della musica attraverso il violino ma, grazie alle influenze giunte dal suo concittadino Agazzi, questo giovincello si approccia al canto e alla batteria, insomma al Jazz. Si chiama Luigi Pietro Redaelli, è nato a Milano il 30 giugno del 1904. A vent’anni viene ingaggiato dall’orchestra De Carli, mentre nel ’27 passa alla Louisana Band di Piero Rizza dove, tra l’altro, suonò il celebre Nello Digeronimo, un musicista siciliano che qualche anno prima aveva trovato fortuna in Argentina, imparando proprio il Jazz.
# Il nome d’arte “Pippo Starnazza”
Quei maestri per il giovane Luigi sono una “scuola” preziosa, che gli permette di approdare all’Orchestra di Beppe Mojetta, altro milanese, che collaborò, tra l’altro, con Pippo Barzizza. Mojetta al trombone e Redaelli alla voce e batteria, rappresentano per alcuni anni una novità artistica assoluta che, ben presto, diventa molto popolare nei locali milanesi. Intanto Luigi decide di darsi un nome d’arte: “Pippo Starnazza”. Con Beppe Mojetta crea un Jazz inglese, con un evidente accento meneghino, così ne nasce una sorta di grammelot che piace al pubblico, anche perché “milanesizzando” l’inglese riesce a rendere più malleabile e orecchiabile l’approccio col testo.
# Prima solista con il Jazz umoristico e poi fondatore del “Quintetto del Delirio”
Dopo importanti collaborazioni con Pippo Barzizza e Gorni Kramer, Starnazza diventa solista e passa al Jazz umoristico, poi torna a creare un gruppo che chiamerà “Quintetto del Delirio”. Se Agazzi fu colui che portò il Jazz a Milano, la band di Pippo Starnazza fu la prima in Italia a proporre (con la voce) lo stile Scat: è quel virtuosismo canoro che nasce dall’imitazione vocale degli strumenti musicali, senza esprimere parole, ma solo fonemi. Lo Scat lo proposero Ella Fitzgerald, Mel Termè, Dizzy Gillespie ma, qui da noi, furono Lucio Dalla, Fabio Concato e Gegè Telesforo ad adottare questa forma di canto, inventata in origine da Louis Amstrong.
Il “Quintetto del Delirio”, con la voce di Starnazza, propose questo Scat in brani come “Io cerco la Titina” e l’omonimo “Starnazza”. Il pianista del Quintetto era un certo Enzo Ceragioli che, con Pippo, propose poi un altro brano Scat, come “La canzone della strada”, dove vengono evocati, con la voce, i suoni degli strumenti musicali. Anche “La Marchesa Sinforosa”, sempre realizzata dal musicista milanese, si avvale di questo genere fonetico.
# La carriera da attore
Ma Pippo Starnazza fu anche attore, iniziando a recitare attorno ai sessant’anni: lavorò in film come “Figlio d’oggi”,. “La vita agra”, “Il commissario Pepe”, “Romanzo popolare”, chiudendo la carriera sul grande schermo con “Yuppi du”, nel 1975, pellicola realizzata da Adriano Celentano.
Morì subito dopo l’uscita di questo film, il 15 luglio 1975, a Milano.
FABIO BUFFA
Continua la lettura con altri milanesi d’autore:
PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”
I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”
D’ANZI, il papà della “bela Madunina”
GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV
LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA
ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”
GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto
DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana
CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale
TONY DE VITA, il re delle sigle televisive
LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”
JOHNNY DORELLI, una vita al massimo
EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola
RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood
MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese
MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”
GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA
PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più
LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”
ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO
Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO
AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano
Enrico BERUSCHI…e allooora???
GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”
Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese
Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana
Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA
Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo
Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese
Quando a Milano c’erano i BEATLES
UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano
ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre
FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo
Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato
Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano
VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood
ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano
EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre
MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia
ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier
LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome
Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”
MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia
NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese
ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE
GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE
CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto
Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano
GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE
ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro
GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE
LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano
LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano
BRUNO ARENA, il fico di Milano
Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana
TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”
ORNELLA VANONI, Milano e Settembre
MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema
MARTA ABBA: la musa di Pirandello
Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI
GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese
COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET
Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato
Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale
FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili
I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano
LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto
MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte
WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese
LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano
ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica
MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”
BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio
Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI
copyright milanocittastato.it
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/