Un brusco verdetto lo respinse designandolo come “inetto alla musica”. A bocciarlo fu il maestro Francesco Basily. Come aggravante ci furono anche due fattori: il regolamento prescriveva i quattordici anni come limite massimo d’età per essere ammessi (Verdi aveva 19 anni) ed avevano la precedenza i candidati del regno lombardo-veneto (Verdi era cittadino di Parma, dunque straniero).
Verdi sperava di potere essere ammesso come allievo “a pagamento” in virtù di quei “meriti speciali” che il regolamento contemplava come eccezione.
Anni dopo il Conservatorio fu intitolato proprio a lui. La sua grande rivincita.