Conclusi i lavori per realizzare il tratto milanese della pista ciclabile che attraverserà la Pianura Padana collegando Venezia con Torino. All’appello ne mancano ancora 400 per terminare il progetto. Vediamo gli ultimi aggiornamenti sui cantieri.
VenTo, la “SUPER-CICLABILE” da Venezia a Torino: Milano già al traguardo, ma il resto?
# 705 km di pista ciclabile da Venezia a Torino passando per Milano
Vanno avanti a rilento i cantieri per costruire la “superstrada” a due ruote VenTo: una pista ciclabile di 705 km, di cui 264 dentro aree naturali protette, che collegherà Venezia a Torino passando da Milano. Il progetto ideato dal Politenico di Milano nel 2010, a cui sono seguite successive migliorie tecniche e diversi incontri pubblici, è inserito all’interno dell’itinerario ciclabile europeo Eurovelo 8, da Cadice in Spagna a Limassol, a Cipro. Nel 2016 è entrato a far parte del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, nel 2020 è stata avviata la progettazione definitiva ed esecutiva dei primi quattro lotti funzionali della ciclovia, uno per le quattro regioni coinvolte: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto..
In futuro passerà da Milano anche l’itinerario Europeo Eurovelo 5 Londra-Roma-Brindisi, che attraverserà il centro storico della città attraverso la direttrice Certosa-Sempione per uscire verso Pavia lungo il percorso del Naviglio.
# Il punto sui cantieri, Milano ha fatto il suo, ma mancano ancora 400 km di piste
Al momento il 20% dell’opera è ancora da finanziare, stanziati 137 milioni sui 182 milioni necessari, il 18% è da progettare. Tra le interventi da fare troviamo: la costruzione di sottopassi, di passerelle che attraversano i fiumi e gli espropri di alcuni terreni in Piemonte, con alcune problematiche causate da situazioni particolari come nell’area dell’ex centrale nucleare di Trino Vercellese.
Sui circa 700 km in totale ne mancano 300. Il 55% delle piste mancanti si trovano lungo il corso del Fiume Po e sono quasi tutte da costruire ex novo. I primi due tratti completati sono in Lombardia, la Pavia-San Rocco al Porto e la Scanio Lombardo-Viadana. L’Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, auspica inoltre di recuperare circa 100 caselli idraulici inutilizzati da riadattare per ospitare i ciclisti.
A regime, una volta terminati i lavori, si prevedono oltre 400.000 visitatori, 2.000 nuovi posti di lavoro e un indotto di 100 milioni di euro sul territorio. Rimane comunque perentorio il rispetto del termine del giugno 2026 per non perdere i fondi assegnati tramite il PNRR.
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# Terminato il tratto milanese, lungo 5,14 km, dalla Darsena fino al confine con Assago
Un percorso travagliato e accidentato durato più di treni ma che, a metà ottobre 2023, è stato portato a termine. In totale il tratto milanese della ciclovia è lungo 5,14 km dei 350 km di tutta la Lombardia, con inizio in Darsena e arrivo ad Assago, lungo l’asta dell’Alzaia Naviglio Pavese. Da qui la pista si collega alle altre presenti lungo il Naviglio Pavese, pur se da riqualificare, e all’altezza di Zibido si sposta sul lato sinistro del Naviglio per poi proseguire e giungere fino a Pavia. Entro il 2026 dovrebbe connettere la nostra città con la Ciclovia VEnTO.
# Un investimento di 6,5 milioni di euro
Inaugurata qualche anno fa l’area pedonale tra la Darsena e via Darwin, il progetto ha visto la realizzazione di 4,27 km di tracciato partendo da via Darwin, con una suddivisione dei lavori in 3 lotti per un un costo complessivo di 6,5 milioni di euro: il primo tratto 2,5 milioni di euro, di cui 750.000 euro provenienti da un finanziamento statale erogato dalla Regione Lombardia e il residuo coperto delle casse del Comune di Milano così come gli altri due lotti, ognuno avente un costo di 1,5 milioni di euro.
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# Come è stata realizzata
La ciclabile è stata realizzata in sede protetta riservata percorribile in doppio senso di marcia dall’ex porto milanese fino alla fine del territorio comunale, con almeno un metro e mezzo dal Naviglio, ciclisti e pedoni hanno spazi separati.
La pista è affiancata da un nuovo marciapiede con il reimpiego di masselli del pavé e sampietrini lungo la sponda del canale, a cui si aggiunge il rallentamento del traffico in carreggiata, oltre ad aiuole alberate e spazi di sosta per auto, moto e biciclette.
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FABIO MARCOMIN
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